Ok, ora basta col pane fatto in casa
Lo dice anche l'Economist: il lockdown è finito e il vostro tempo vale più di così
Durante i mesi di lockdown i social network si sono riempiti di foto di pane fatto in casa, una moda che si è diffusa in tantissimi paesi e che – in Italia – ha anche prodotto una temporanea scarsità di lievito e farina nei negozi. Con più tempo a disposizione e un bel po’ di noia da scacciare, in tantissimi si sono dedicati alla panificazione, trovandola un modo per distrarsi e rilassarsi usando un po’ le mani. Qualcuno è passato addirittura all’uso del cosiddetto lievito madre, che rispetto a quello industriale comporta ulteriori complicazioni e lavoro, ma maggiori soddisfazioni.
Ora, dice però l’Economist, è ora di smetterla con farina e lievito, e di dedicarsi ad altro. Se è comprensibile cosa abbia portato molti ad appassionarsi al pane fatto in casa, dice l’Economist, ora che le cose stanno tornando alla normalità è arrivato il momento di riconoscere che ci sono modi migliori di usare il proprio tempo.
Prima di tutto, dice l’Economist, «c’è una logica alla base della divisione del lavoro: chi ha passato una vita a sviluppare certe competenze sa fare le cose meglio di chi ha provato a imparare qualcosa per qualche ora durante il lockdown». Nessuno può pensare di diventare davvero bravo ed efficiente a fare qualcosa nei ritagli di tempo: per quanto possiate insistere che il vostro pane sia buonissimo, insomma, sapete anche voi che non è davvero come quello fatto dai panificatori.
Anche se il pane fatto in casa non fosse troppo indigesto ma addirittura soddisfacente, bisogna prendere in considerazione il costo necessario a produrre una pagnotta. Per fare il pane occorrono diverse ore di lavoro: anche facendo una stima molto ottimista e immaginando che al lavoro siate pagati circa 10 euro all’ora, una pagnotta vi sarà costata, nel migliore dei casi, una ventina di euro, più il costo degli ingredienti. Se quando lavorate il vostro tempo è retribuito anche più di così, la risposta su come sia meglio impiegarlo è abbastanza scontata.
Qualcuno potrebbe dire, prosegue l’Economist, che fare il pane in casa non è un lavoro ma un piacere. Ma anche a questa argomentazione sembra mancare qualcosa: gli altri.
Chi ha iniziato a fare il pane in casa nelle ultime settimane dovrebbe essere molto onesto sulla qualità di quello che ha prodotto. Anche se parenti e amici magnificano il vostro pane e vi assicurano «che la sua densità gli conferisce gravitas», dovreste prendere questi complimenti come misura del loro amore e non come misura della vostra abilità da panettieri. «Questa amorevolezza meriterebbe di essere ricambiata con il meglio, e chi si ostina a produrre pane di seconda qualità per la sua soddisfazione personale non lo sta decisamente facendo».