Le notizie di venerdì sul coronavirus in Italia
Sono stati registrati 276 nuovi casi di contagio e 12 morti. I pazienti ricoverati in terapia intensiva scendono a 65
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 276 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 242.639. I morti totali registrati sono 34.938, 12 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 65 (ieri erano 69) e quelle in altri reparti sono 844 (ieri erano 871); le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 27.251, per un totale di circa 3,5 milioni.
In Lombardia sono stati registrati 135 nuovi casi di contagio, per un totale di più di quasi 95mila casi totali, e i dati lombardi continuano a essere di gran lunga i peggiori in Italia: le altre regioni con il maggior incremento del numero di casi confermati oggi sono Emilia-Romagna (53), Lazio (23), Liguria (15), Veneto (11), Piemonte (10). Ci sono quattro regioni senza nemmeno un nuovo caso: Valle d’Aosta, Molise, Basilicata e Sicilia. Le province in cui l’aumento dei casi di contagio nelle ultime 24 ore è stato più alto sono Bergamo (56), Bologna (23), Roma (21), Brescia (17), Milano (17), Genova (13) e Ferrara (12).
Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).
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Le altre notizie di oggi
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a margine del test di sollevamento delle paratoie del Mose a Venezia, ha dichiarato che «ragionevolmente, ci sono le condizioni per proseguire lo stato di emergenza per il coronavirus dopo il 31 luglio». Al momento però non è stata presa una decisione ufficiale a riguardo.
Per prorogare lo stato d’emergenza il governo dovrà emettere un nuovo DPCM (Decreto della presidenza del Consiglio): Conte ha spiegato che «lo stato di emergenza serve per tenere sotto controllo il virus. Non è stato ancora deciso tutto, ma ragionevolmente si andrà in questa direzione».
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Un’ordinanza firmata dal presidente della Lombardia Attilio Fontana autorizza da sabato 11 luglio gli sport di squadra, di contatto e individuali, «solo in assenza di segni/sintomi» mentre «all’accesso della struttura» la temperatura corporea non dovrà essere superiore a 37,5 °C. «La misura – si legge nell’ordinanza – potrà essere rimodulata in funzione dell’evoluzione dello scenario epidemiologico». La stessa ordinanza conferma quanto stabilito da una precedente del 29 giugno: da oggi 10 luglio in tutta la Lombardia è autorizzata la riapertura delle discoteche e delle sale da ballo. Il ballo sarà consentito solo negli spazi all’aperto.
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Nel Regno Unito da oggi 10 luglio non c’è più l’obbligo di quarantena per tutte le persone in arrivo o in rientro da decine di Paesi, compresa l’Italia. La decisione era stata annunciata dal ministero dei Trasporti una settimana fa. Il governo dall’8 giugno aveva imposto l’obbligo di quarantena a tutti i visitatori, eccetto alcune limitate eccezioni per diplomatici o trasportatori di generi essenziali.
A Bologna, dopo quello del magazzino Bartolini, c’è un nuovo focolaio di casi da coronavirus, sempre nel settore della logistica. I nuovi casi sono 18 e sono stati accertati alla Tnt. A scriverlo è l’edizione locale di Repubblica. I 18 positivi sono stati trovati seguendo il tracciamenti di due lavoratori contagiati. «All’esito dei tamponi effettuati dall’Asl tra alcuni dei lavoratori – ha detto l’azienda a Repubblica – ci sono stati riferiti, al momento, 18 casi di positività al contagio, tutti riguardanti soggetti asintomatici. I test sugli altri lavoratori del sito sono ancora in corso». Il sindacato di settore Si-Cobas ha chiesto la chiusura del magazzino e ha denunciato che i casi sarebbero molti di più. Dopo la scoperta dei primi due positivi, l’Ausl di Bologna ha fatto una campagna di tamponi a tappeto che ha riguardato 220 lavoratori.
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