L’Italia ha vietato l’ingresso a chi proviene da 13 paesi “a rischio”
Con un’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, l’Italia ha vietato l’ingresso e il transito in Italia per chi, nei quattordici giorni precedenti al suo arrivo, ha soggiornato o è transitato in 13 paesi: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia ed Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. Si tratta di paesi in cui secondo il ministero «la circolazione del virus è ancora elevata».
L’ordinanza, firmata da Speranza dopo aver sentito il parere della ministra dei Trasporti De Micheli e della ministra dell’Interno Lamorgese, prevede anche la sospensione dei voli diretti e indiretti dai 13 paesi. «Nel mondo la pandemia è nella sua fase più acuta – ha spiegato Speranza – Non possiamo vanificare i sacrifici fatti dagli italiani in questi mesi. È per questo che abbiamo scelto la linea della massima prudenza». L’ordinanza integra in modo restrittivo la circolare emanata il 2 luglio che prevede l’isolamento domiciliare per 14 giorni per chi rientri dai paesi fuori dall’area Schengen.
Il blocco arriva dopo che il 7 luglio lo stesso ministro Speranza aveva ordinato la sospensione per una settimana dei voli provenienti dal Bangladesh. Il 6 luglio, su un aereo arrivato a Roma da Dacca, era stato accertato «un numero significativo di casi positivi alla COVID-19» (erano stati poi accertati 36 casi di positività su 270 passeggeri). Sempre a Roma nei giorni precedenti erano stati confermati altri casi di positività di passeggeri provenienti dal Bangladesh (per un totale di 39), un picco che aveva spinto il presidente della regione Nicola Zingaretti a firmare un’ordinanza che prevedeva che i passeggeri in arrivo dal Bangladesh si sottoponessero, al loro arrivo, al test sierologico e a quello molecolare.