“Hamilton”, in streaming
È arrivato su Disney+ il musical più apprezzato e di successo degli ultimi anni
Dal 3 luglio sulla piattaforma di contenuti in streaming Disney+ è disponibile Hamilton, il musical sulla storia del patriota statunitense Alexander Hamilton. Hamilton è sicuramente il musical di maggior successo degli ultimi anni, il più apprezzato e discusso: per la prima volta sarà quindi possibile vederlo in Italia, per quanto in tv e non in un teatro.
Scritto e interpretato da Lin-Manuel Miranda e rappresentato per la prima volta nel 2015, Hamilton è stato negli Stati Uniti un notevolissimo fenomeno culturale, recensito con toni spesso entusiasti e premiato con 11 Tony Award (gli Oscar del teatro) e persino con un premio Pulitzer (per la drammaturgia). Prima del 3 luglio, però, quando ancora non c’era il coronavirus e i teatri erano aperti, per vederlo bisognava pagare l’equivalente di diverse centinaia di euro: i biglietti sono sempre stati contesissimi e quindi molto cari. Per circa cinque anni, quindi, molti spettatori ne hanno sentito parlare e ascoltato le canzoni senza però mai vederne la vera e propria rappresentazione. Ora che è in streaming, tra l’altro nella versione con i suoi interpreti originali e più noti, se ne sta di nuovo parlando molto, anche perché continua a essere molto attuale per la storia che racconta e per come lo fa.
Il musical
Hamilton è tratto dalla biografia Alexander Hamilton scritta dallo storico Ron Chernow e pubblicata nel 2004. Alexander Hamilton è è uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, cioè quelli che firmarono la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Non fu mai presidente ma fu segretario al Tesoro durante la presidenza di George Washington e rappresentò lo stato di New York al Congresso. Era, molto in breve, uno dei promotori di una nazione americana federale ma unita – contro le spinte secessioniste e indipendentiste di alcuni stati – e riuscì a far sì che il debito pubblico contratto dai 13 stati che allora componevano gli Stati Uniti venisse trasformato in un unico debito di responsabilità del governo federale (creando anche una banca centrale unica e moderna).
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Hamilton però non parla di banche centrali. Parla della movimentata vita di Alexander Hamilton, nato sull’isola caraibica di Nevis e rimasto orfano a 13 anni, e delle sue idee. Lo fa con un cast multietnico (con personaggi storici bianchi interpretati per esempio da attori neri), con un linguaggio moderno e relativamente semplice e, soprattutto, con canzoni che spesso sono hip hop, rap e R&B.
L’idea di raccontare in questo modo un personaggio storico come Hamilton venne a Miranda, che ha raccontato che ci pensò dopo aver letto in aeroporto, più o meno per caso e durante una vacanza, i primi capitoli della biografia di Chernow e dopo aver scoperto che la precedente rappresentazione a Broadway delle vicende di Hamilton era di quasi un secolo prima. Già nel 2009 Miranda si esibì alla Casa Bianca, davanti a Barack e Michelle Obama, in una sorta di prima versione di quello che sarebbe diventato il musical. Miranda parlò di Hamilton come di un «simbolo dell’hip hop».
Lin-Manuel Miranda, già che ci siamo
È nato a New York nel 1980 da una famiglia di origine portoricana. La vacanza in cui lesse la biografia di Hamilton se l’era presa mentre già era piuttosto noto per il musical In the Heights, anche in quel caso essendo sia protagonista che autore delle canzoni. Miranda è quindi un paroliere, un compositore, un cantante, un produttore, uno sceneggiatore, un attore (già nel 2007 recitò in un episodio dei Soprano) e un rapper. In un’altra visita alla Casa Bianca improvvisò una serie di rime partendo da parole suggeritegli man mano da Barack Obama.
Miranda ora è considerato una delle persone più talentuose del mondo dello spettacolo statunitense, e non si sbaglia di certo a dire che Hamilton – nelle cui rappresentazioni non recita più ormai da alcuni anni – è un musical “di Lin-Manuel Miranda”, perché anche dopo aver smesso di interpretare il protagonista continua a essere autore sia delle musiche che delle parole delle canzoni.
Il “film”
Visto il notevolissimo successo di pubblico, nel giugno 2016 – poche settimane prima che il cast originale terminasse le sue esibizioni – qualcuno pensò di investire qualche milione di euro per registrare il musical.
Le riprese vennero fatte durante tre diverse esibizioni al Richard Rodgers Theatre di Broadway, l’area di Manhattan dedicata al teatro e ai musical. Furono fatte utilizzando nove cineprese (tre fisse e sei mobili, mosse da altrettanti cameramen) e circa un centinaio di microfoni. Declan Quinn, il direttore della fotografia, passò diversi settimane leggendo e rileggendo i testi del musical e guardandolo dal vivo, per capire cosa fosse più giusto e importante inquadrare in ogni momento.
La maggior parte delle riprese fu fatta durante esibizioni dal vivo, ma qualcosa di quello che si vede su Disney+ arriva anche da un’esibizione senza pubblico, fatta per poter salire a far riprese direttamente sul palco, senza per questo rovinare lo spettacolo a chi lo guardava dal vivo. Il regista del “film” – fatto riprendendo e montando il musical così com’era a Broadway nella sua prima versione – è Thomas Kail, regista anche del musical.
A proposito del film, Kail ha detto di aver cercato di catturare l’esperienza così com’era a teatro, senza far finta che il pubblico non ci fosse ma anche cercando, grazie al montaggio, di rendere dinamiche le quasi tre ore di spettacolo, senza limitarsi a una ripresa frontale di quel che succedeva sul palco.
Disney ha acquisito i diritti per mostrare, nei cinema e in streaming, il film di Hamilton; sembra che li abbia pagati circa 75 milioni di dollari. Nei piani iniziali Disney avrebbe lasciato che lo spettacolo girasse ancora altri mesi per il mondo, per poi mostrarne il film nell’ottobre 2021. Il coronavirus, le tante persone a casa, le produzioni ferme di Disney e l’impossibilità di rappresentare il musical nei teatri hanno cambiato i piani, ed ecco che già da qualche giorno Hamilton, il film, è su Disney+.
Secondo dati citati da Variety, nel primo fine settimana in cui Hamilton è stato disponibile in streaming (ovviamente in inglese, e per ora senza sottotitoli in italiano) l’app di Disney+ è stata scaricata, nel mondo, da più di 700mila dispositivi, il 47 per cento dei download in più rispetto alla media registrata nei fine settimana di giugno. Non si sa quante persone abbiano poi effettivamente fatto l’abbonamento a Disney+ e quante abbiano già guardato Hamilton in streaming, ma è praticamente certo che è bastato il film di Hamilton, un musical di cui si parla dal 2015, a far registrare un notevole incremento nell’interesse verso il servizio che l’ha offerto (e che secondo gli ultimi dati disponibili ha già superato i 50 milioni di abbonati mondiali).
Perché proprio Hamilton
Non esiste una sola e semplice risposta per spiegare perché Hamilton abbia avuto tutto il suo successo. È di certo considerato un ottimo musical, ma a farlo arrivare anche a chi di solito di musical non si cura è stata probabilmente la sua capacità di raccontare una vecchia storia, lontana del tempo, con parole e argomenti moderni, riuscendo a creare un collegamento tra uno dei padri fondatori degli Stati Uniti e i tanti migranti che negli Stati Uniti ci sono arrivati nei secoli successivi.
Ben Brantley, critico teatrale del New York Times, scrisse nel 2016 una recensione piena zeppa di grandi elogi per Hamilton: ne parlò come di un’opera che stava «cambiando il linguaggio dei musical» e che lo faceva con «l’inarrestabile e urgente ritmo di una nazione che nasce».
Come per ogni cosa che ha successo, anche per Hamilton è arrivata qualche critica: in particolare a certe sue inesattezze storiche e al fatto che, in certi casi, tralascia alcuni dettagli della biografia e della storia personale del protagonista omonimo (per chi volesse approfondire la questione, un po’ di risposte dal New York Times).
Il film-film
Come per quasi ogni cosa che ha successo, anche per Hamilton prima o poi arriverà il film-film, inteso come qualcosa di nuovo e girato all’aperto, non riprendendo un musical recitato e cantato su un palco. Già nel 2017 Miranda aveva fatto sapere che c’era una sceneggiatura cinematografica, ma anche che sarebbero passati diversi anni prima che quel film venisse fatto e mostrato nei cinema. Al momento non ci sono molte informazioni, ma si sa che In the Heights, il precedente musical di-e-con Miranda, potrebbe arrivare nei cinema, come film-film, già nel 2021.