Guida all’acquisto di un reggiseno
Per chi non ha ancora capito come interpretare le taglie, quelle vere, e ha qualche difficoltà anche con la scelta dei costumi da bagno
Circa un anno fa il New York Times fece un’indagine per verificare se fosse vero che 8 donne su 10 non conoscevano la propria taglia di reggiseno. Questo dato veniva riportato all’interno delle campagne pubblicitarie di molti produttori e distributori di intimo, ma non aveva nessuna vera base statistica e quello che emerse fu che, in generale, l’idea della “taglia giusta” fosse un po’ deviante. Le taglie di reggiseno, infatti, sono utili come indicazione generale, ma possono variare di volta in volta in base al marchio e al modello del reggiseno, come capita anche per altri tipi di indumenti.
Il vero problema per le donne, concluse il New York Times, non era tanto quello di trovare la taglia giusta una volta per tutte, quanto di imparare a riconoscere quando un reggiseno veste nel modo corretto. Per chiarire questo e altri dubbi ― in particolare in questo periodo che al problema del reggiseno si aggiunge quello del costume da bagno ― abbiamo intervistato due esperte di reggiseni: Marika Burato, che gestisce un negozio di intimo a conduzione familiare a Verona ed è nota su Instagram come la Reggipettaia, e Alice Bocola, nota come la Tettologa, che fa consulenza per l’acquisto di reggiseni. Burato lavora prevalentemente in negozio, ma da un po’ di tempo offre anche consulenze a distanza via WhatsApp con consegna di reggiseni a domicilio; Bocola invece vende pacchetti di consulenza online e di persona (a Milano) a clienti che vogliono essere guidate nella scelta di costumi e reggiseni.
Le taglie
Quando parliamo di taglie di reggiseno, in Italia, usiamo quasi sempre le diciture “prima”, “seconda”, “terza”,”quarta”, “quinta”. Queste misure sono le più diffuse nel linguaggio comune e quelle più usate nelle grandi catene di intimo monomarca (negozi come Tezenis, Intimissimi e Yamamay), ma per chi si occupa di reggiseni vogliono dire poco. «Parlare di prima, seconda o terza non ha molto senso», ha detto al Post Marika Burato, «dobbiamo dimenticarci queste misure, perché la taglia di un reggiseno è sempre data da due dimensioni e non da una sola».
Le taglie usate da Burato e in generale da chi si occupa di vendita e consulenza all’acquisto sono quelle cosiddette “europee”: per intenderci, la 85D, la 70A, la 90E, e simili. Il primo numero si riferisce ai centimetri della circonferenza toracica, mentre la lettera indica la misura della coppa, ovvero la profondità del seno. Trovare la giusta combinazione delle due misure è fondamentale perché, per esempio, donne con la stessa circonferenza toracica possono avere tette di grandezza molto diversa, e viceversa donne con tette simili possono avere circonferenze toraciche molto diverse.
Considerando che la misura del torace va da 70 a 120 centimetri circa (le taglie sono solo multipli di 5) e che le coppe vanno dalla A alla N (in alcuni casi anche fino alla O), e pensando a tutte le possibili combinazioni, ci si rende immediatamente conto che le taglie uniche (prima, seconda, eccetera) potranno andare bene per alcuni corpi, ma non per tutti.
Come trovare la propria taglia
«Esistono moltissimi calcolatori online e tabelle che si possono usare per trovare la propria taglia di reggiseno, ma nessuno di questi è infallibile», ha raccontato Marika Burato: «Noi per esempio usiamo una tabella che abbiamo perfezionato negli anni sulla base delle misurazioni fatte a più di duemila clienti in camerino, ma le taglie variano da modello a modello e da marchio a marchio e anche l’età della donna è una variabile importante: in generale, l’ideale è sempre provare il reggiseno e sentire come sta addosso».
Fatta questa doverosa premessa, per farsi un’idea di partenza della propria taglia di reggiseno bastano un metro e una tabella. Come spiega bene Alice Bocola sul suo profilo Instagram, per sapere la misura del torace è sufficiente misurarne la circonferenza in centimetri: si fa passare il metro sotto il seno, lì dove andrà ad appoggiarsi la fascia del reggiseno, e si ottiene un numero che va arrotondato al multiplo di 5 più vicino (per esempio 82 diventa 80, 93 diventa 95, e così via). Per trovare la coppa più adatta al proprio seno invece bisogna fare un rapido calcolo: si trova la differenza tra la circonferenza del torace sotto le tette e quella “tette comprese” (misurata all’altezza dei capezzoli) e si divide il risultato per 5,5. Per scoprire a quale lettera corrisponde il numero che si è ottenuto, si può usare una tabella di conversione come questa.
Come si capisce se un reggiseno “sta giusto”?
Considerato che va tenuto addosso tutto il giorno, la cosa più importante è che il reggiseno sia comodo per chi lo indossa. «Il reggiseno deve essere ben ancorato al sottoseno», spiega Burato che a tutte le sue clienti fa fare la cosiddetta prova dello zucchero: dice di alzare le braccia (come a dover prendere una zuccheriera, appunto, da un ripiano in alto) per assicurarsi che il reggiseno non si sposti facendo tale movimento. Se si sposta vuol dire che la taglia è troppo grande. «Allo stesso tempo deve stare comodo, far respirare e tra la fascia e il corpo devono poter passare almeno due dita». Una cosa che forse non tutti sanno è che, quando si indossa un reggiseno, la maggior parte del peso del seno dovrebbe ricadere sul torace e non sulle spalline.
I principali effetti negativi di un reggiseno sbagliato possono essere dolori alle spalle e alla schiena, irritazioni e solchi sulla pelle. I ferretti in particolare sono la questione più critica: basta una taglia di poco più grande o più piccola perché diano fastidio sotto le ascelle, ai lati o nel seno propriamente detto, cioè tra le tette. In generale i ferretti non dovrebbero mai appoggiare sulle “parti molli”, ma sempre su quelle dure del busto.
Cosa succede se si smette di indossare il reggiseno?
Dipende molto dal peso e quindi dalle dimensioni delle proprie tette. Il motivo principale per cui è consigliato il reggiseno, soprattutto alle donne più formose, è che ridistribuisce il peso sul corpo e quindi aiuta a tenere una postura più corretta e a non ingobbirsi. Alla lunga e in caso di seno abbondante, non portare il reggiseno potrebbe portare a dolori e affaticamenti nella zona cervicale. L’altro motivo per portare il reggiseno è di tipo puramente estetico: se non sostenute, le tette tendono ad allungarsi verso il basso e i tessuti a cedere, cosa che alla lunga può portare a un cambiamento del loro aspetto.
Quanto si spende per un buon reggiseno?
Entrambe le esperte che abbiamo intervistato concordano sul fatto che per un reggiseno di buona qualità si spende almeno una cinquantina di euro. Sopra i cinquant’anni i reggiseni possono essere più strutturati e arrivare a costare anche 90 euro. «Il problema è che quasi tutte poi lo trattano malissimo: va lavato seguendo le indicazioni sull’etichetta e mettendolo in una retina, e non andrebbe mai messo in asciugatrice o stirato», ha detto Monika Burato al Post, «poi, se tu lo usi tutti i giorni dura 7 mesi, massimo un anno, se lo alterni ad altri anche più di un anno. Ci sono alcuni marchi più costosi i cui reggiseni poi durano effettivamente di più».
Come orientarsi tra i modelli?
I modelli di reggiseno in commercio sono tantissimi. Dopo la taglia, anche il modello gioca un ruolo importante nella comodità e nella vestibilità del reggiseno: secondo Marika Burato, la maggior parte delle donne si trova bene anche con tre o quattro modelli diversi, mentre alcune, per essere comode, devono restringere il campo a un modello solo. «I reggiseni a balconcino sono sempre molto richiesti e ultimamente sono tornate di moda anche le bralette, cioè quei reggiseni a triangolo con sotto la fascia di pizzo», ha raccontato Alice Bocola. «Il modello senza spalline (o “a fascia”) è uno dei più sottovalutati: molte donne non lo provano neanche perché pensano che non sorregga bene il peso del seno. In realtà, se la taglia è giusta e il modello si adatta bene al corpo, può essere un’opzione valida anche per chi ha un seno abbondante».
«Un’idea molto diffusa tra le donne che incontro per lavoro è che i reggiseni debbano essere tutti come quelli che si vedono addosso alle modelle», ha detto sempre Bocola: «I reggiseni con la spallina stretta e la banda laterale stretta vanno bene per chi ha poco seno da sostenere, ma non per tutte. Le clienti che si fanno convincere a provare anche reggiseni più strutturati e più ingombranti, sentono subito la differenza a livello di comodità».
Dove acquistare un reggiseno di qualità?
Come avrete capito, il consiglio generale è di non comprare reggiseni senza averli provati prima. Ha senso comprare online solo se si può fare facilmente il reso nel caso in cui non vada bene, o per acquistare un certo modello di un certo marchio che si conosce già. Sempre per chi vuole comprare online, può essere utile chiedere prima una consulenza: entrambe le esperte con cui abbiamo parlato, per esempio, le fanno a distanza, su WhatsApp. In tutti gli altri casi, l’ideale è andare in negozio.
«Il reggiseno del modello e della taglia giusta si trova per tutte, ma bisogna sapere dove andare a cercarlo», pensa Bocola. Nella grande distribuzione si trovano raramente coppe sopra la D, quindi a chi ha un seno più abbondante conviene andare nei negozi multimarca, dove l’assortimento di modelli, marchi e taglie è maggiore. «Non dovete accontentarvi del reggiseno che indossate», ripete spesso Marika Burato alle sue clienti: «Le donne con tanto seno si sono sempre sentite dire che devono rassegnarsi a non trovare la propria taglia, ma non è vero. Ci sono modelli bellissimi e di tutti i tipi in coppe fino alla M o alla N».
E i costumi?
Il discorso sulle taglie è uguale, ma il tessuto e la vestibilità sono leggermente diversi: il consiglio di Alice Bocola è di «comprare il pezzo di sopra del bikini di una taglia in meno rispetto a quella del reggiseno, perché la lycra (il tessuto elastico dei costumi) tende a cedere più velocemente».