Tra i passeri nordamericani va di moda un nuovo canto
Un gruppo di ricercatori lo ha scoperto raccogliendo registrazioni di canti di passeri golabianca per vent'anni
Anche tra i passeri ci sono mode musicali. Tra i passeri golabianca (Zonotrichia albicollis) che vivono in Nordamerica, negli ultimi decenni, si è diffuso un nuovo canto ed è successo molto più rapidamente di quanto gli scienziati si sarebbero aspettati. Lo spiega uno studio pubblicato giovedì sulla rivista scientifica Current Biology che mette insieme dati raccolti nel corso di vent’anni. Fino al 1960 tutti i passeri golabianca maschi del Nordamerica terminavano i loro canti con una serie di note, interpretata dagli statunitensi come «Old Sam Peabody-Peabody-Peabody» e dai canadesi come «Oh sweet Canada, Canada, Canada» (nel video, dal secondo 31). Tra gli anni Sessanta e il 2000 si è però diffusa una variante, che suona più come «Old Sam Peabuh-Peabuh-Peabuh-Peabuh» o «Oh sweet Cana, Cana, Cana» (dal secondo 53).
Come molte altre specie di uccelli, i maschi di passeri golabianca cantano per stabilire il proprio territorio e attrarre le femmine. Ciascun passero inizia il proprio canto in modo personale, ma tutti finiscono allo stesso modo. Generalmente, almeno. Capita però che ogni tanto qualche passero introduca una variante e, in caso di successo tra le femmine, che la variante si diffonda localmente, tra i passeri che vivono nella stessa zona.
Ad accorgersi che i passeri golabianca avevano un nuovo canto furono gli ornitologi Ken Otter e Scott Ramsay nel 2002. Mentre stavano facendo delle registrazioni ambientali a Prince George, una città dell’ovest del Canada, notarono la variante di «Oh sweet Canada, Canada, Canada» che finisce in tre duine di note invece che in tre terzine. Facendo delle ricerche negli archivi di registrazioni ambientali scoprirono che la variante con le tre duine esisteva almeno dagli anni Sessanta, mentre nelle registrazioni precedenti non ne trovarono traccia.
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Inizialmente Otter e Ramsay pensarono che la variante del canto più noto fosse diffusa solo nell’estremo ovest del Canada, nella British Columbia, ma già nel 2004, dopo aver cominciato a raccogliere dati, si resero conto che «Oh sweet Cana, Cana, Cana» era cantato più a est: la metà dei passeri registrati in Alberta cantava quella variante. Nel 2014 tutti i passeri dell’Alberta cantavano «Oh sweet Cana, Cana, Cana» e il nuovo canto cominciava a diffondersi anche in Ontario, ancora più a est.
Per avere un’idea più precisa del meccanismo per cui sempre più passeri si stavano convertendo al nuovo canto i ricercatori hanno fatto affidamento anche sugli appassionati di uccelli. Hanno consultato siti come eBird e Xeno-canto, dove qualunque birdwatcher può caricare registrazioni di canti di uccelli, e hanno cercato di coinvolgere un gran numero di persone a registrare nello specifico i canti dei passeri nordamericani promuovendo un proprio progetto di citizen science, cioè chiedendo direttamente alle persone che non si occupano di scienza per lavoro di collaborare alla raccolta di dati. Analizzando le coordinate spaziotemporali delle numerose registrazioni messe insieme in questo modo, cioè andando a vedere dove e quando fosse stato registrato ogni canto, Otter, Ramsay e i loro collaboratori hanno potuto osservare la diffusione nel tempo di «Oh sweet Cana, Cana, Cana», verso est e verso sud, negli Stati Uniti.
La ragione per cui il nuovo canto si è diffuso così in fretta, in modo che gli scienziati non si sarebbero aspettati, sembra legato alle migrazioni stagionali dei passeri. Tra il 2014 e il 2016, mettendo dei localizzatori ad alcuni passeri dell’ovest del Canada, i ricercatori hanno scoperto che alcuni di loro passano l’inverno nel sud degli Stati Uniti, una zona più mite, dove si mescolano a passeri provenienti da altre zone: sia i passeri che in estate stanno nell’ovest del Canada che quelli che invece stanno nell’est del paese d’inverno si spostano in Texas, Oklahoma, Arkansas e Kansas. È probabile che sia così che il nuovo canto si sia diffuso, per imitazione, forse perché alle femmine di passero golabianca piaceva la novità.
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