Le notizie di martedì sul coronavirus in Italia
Sono stati registrati 142 casi di contagio e 23 morti. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 93
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 142 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 240.578 secondo i dati diffusi oggi dal ministero della Salute. I morti totali comunicati sono 34.767, 23 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate nei reparti di terapia intensiva sono 93 (ieri erano 96) e le persone che sono state sottoposte a tampone fino ad oggi sono 3.263.975, 28.471 più di ieri.
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Come già comunicato, Lombardia Notizie diffonde i dati relativi al #coronavirus secondo lo schema previsto dal ministero della Salute. Report completo riguardante la Lombardia dalle ore 18, sul sito https://t.co/6RvYeb06SG
Approfondimenti su 👉 https://t.co/RcTx8nEQKe pic.twitter.com/i3R47lRp3Z— Regione Lombardia (@RegLombardia) June 30, 2020
In Lombardia sono stati registrati 62 nuovi casi di contagio, per un totale di più di 93mila casi totali, e i dati lombardi continuano a essere di gran lunga i peggiori in Italia: le altre regioni con il maggior incremento del numero dei casi confermati oggi sono Campania (24), Emilia-Romagna (20) e Piemonte (11). Ci sono sei regioni senza nemmeno un nuovo caso: Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Molise e Basilicata oltre alle province autonome di Trento e Bolzano.
Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).
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Le altre notizie di oggi
Il Consiglio dell’Unione Europea ha ufficializzato la lista dei paesi a cui verranno aperte le frontiere esterne da domani, primo luglio. Come anticipato ieri da Politico i paesi con cui riprenderanno i collegamenti sono: Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Thailandia, Serbia, Algeria, Andorra, Georgia, Montenegro, Marocco, Ruanda, Tunisia, Uruguay. Della lista non fanno parte Stati Uniti, Russia, Brasile e India. I paesi dovranno soddisfare alcuni criteri epidemiologici stabiliti dall’Unione Europea.
La Cina, invece, è inserita dal Consiglio in coda ai paesi elencati, con la specifica annotazione che la riapertura delle frontiere è condizionata alla «conferma della reciprocità», cioè se i cittadini europei saranno ammessi senza restrizioni in territorio cinese. Per quanto riguarda le persone residenti ad Andorra, Monaco, San Marino e Vaticano, per il Consiglio dovranno essere considerate come i cittadini dell’Unione.
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Da più di due mesi la procura di Bergamo sta indagando sulla gestione della pandemia nella provincia di Bergamo, la più colpita dal coronavirus in tutta Italia e una delle più colpite al mondo. In questo periodo i magistrati bergamaschi hanno parlato con tutti i principali protagonisti di questa vicenda: dal presidente della Lombardia Attilio Fontana al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Hanno ricevuto gli esposti e le testimonianze raccolte dai comitati di parenti delle vittime e sequestrato migliaia di pagine di documenti, e tra gli ultimi documenti acquisiti ci sono quelli prodotti dall’ATS di Bergamo sul numero di polmoniti anomale che si sono verificate in provincia prima dell’inizio ufficiale dell’epidemia. Questi dati mostrano che rispetto agli anni precedenti il numero di polmoniti causate da agenti sconosciuti nei mesi precedenti all’emergenza era aumentato di circa il 30 per cento rispetto al passato. I dati sono stati pubblicati proprio in questi giorni dai giornali, che li hanno ottenuti grazie alle richieste di accesso agli atti fatte alle autorità sanitarie dal consigliere regionale Niccolò Carretta (Azione). In questo articolo abbiamo spiegato del dettaglio a che punto sono le indagini su Bergamo.
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Anche il Piemonte, dopo Liguria, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia potrebbe abolire l’obbligo di distanziamento fisico sui treni, in particolare quelli regionali. Il presidente della regione, Alberto Cirio, ha detto: «Ho chiesto al nostro comitato tecnico scientifico un parere formale sulla compatibilità di queste misure, tenendo conto dello status epidemiologico in Piemonte. Se arriverà il via libera, sono pronto ad emettere un’ordinanza da sottoporre ai presidenti delle regioni confinanti» Secondo La Stampa il giudizio degli esperti sarebbe già arrivato al governatore e sarebbe favorevole. Verrebbe comunque previsto l’obbligo di indossare le mascherine protettive (previsto dai decreti in vigore) e di viaggiare esclusivamente nei posti a sedere.
In Puglia invece sono state presentate oltre 500 domande in poche ore al portale www.sistemapuglia.it per usufruire del Reddito di Dignità introdotto dalla regione per supportare i cittadini durante l’emergenza coronavirus. Il presidente della Puglia Michele Emiliano ha dichiarato: «I numeri delle domande ci confermano l’importanza di questa misura regionale per tanti cittadini e famiglie pugliesi. Ne siamo sempre stati convinti e per questo abbiamo deciso di rifinanziare il ReD e di renderlo ancora più forte, allargando la platea e aumentando il beneficio economico a 500 euro per un anno». Per il contributo di 500 euro al mese per 12 mesi le famiglie dovranno presentare un’attestazione Isee che sia al di sotto dei 9.360 euro.
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