Che effetto ha avuto il lockdown sugli affitti a Milano
I primi dati suggeriscono che il lockdown non abbia interrotto l'aumento dei costi degli affitti, nonostante il calo degli affitti brevi e la crisi economica
di Marco Minoggio
Secondo i primi dati disponibili per il 2020, a Milano l’aumento dei prezzi degli affitti non si è interrotto nemmeno a causa dei mesi di isolamento legati all’epidemia da coronavirus. A dispetto della sospensione di molte attività lavorative e della riduzione del turismo, i dati aggregati dai principali portali di annunci immobiliari mostrano che anche tra gennaio e giugno 2020 i prezzi degli affitti in città hanno continuato a crescere. E questo nonostante la crisi degli affitti brevi legati a società come Airbnb, e le difficoltà economiche di molte famiglie.
Perché a Milano gli affitti sono così cari
A Milano, una delle città più ricche e sviluppate d’Italia, tra il 2010 e il 2020 i prezzi degli affitti sono quasi raddoppiati. Il grande sviluppo economico della città, la crescita del turismo e degli affitti brevi e l’aumento della popolazione hanno reso Milano la città con gli affitti più cari della Lombardia e di tutto il paese.
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, nel primo semestre del 2010, a Milano, i prezzi medi di un’abitazione civile in condizioni normali e zona semicentrale oscillavano tra gli 8,5 e i 10 euro al metro quadro: affittare un appartamento di 50 metri quadrati in città poteva costare, in media, dai 425 euro ai 500 euro al mese. A fine 2019, i prezzi per un appartamento analogo erano compresi tra i 14 e i 19 euro al metro quadro, per una spesa tra i 700 e i 900 euro al mese.
L’aumento dei prezzi degli affitti ha riguardato quasi tutte le zone della città ed è stato spinto in parte dalla riqualificazione di molte aree urbane e di molti quartieri, che di recente hanno profondamente cambiato Milano contribuendo in parte a consolidare l’immagine di città più sviluppata ed europea d’Italia. A Milano si trovano inoltre alcune delle più importanti università italiane, hanno sede multinazionali come Facebook, Microsoft e Google e ci sono gli uffici italiani di alcune delle più importanti società del mondo.
Il rinnovamento della città degli ultimi anni è uno dei fattori che ha trainato la crescita del prezzo degli affitti, ma a incidere è stato anche l’aumento della domanda di case. Secondo i dati dall’ISTAT, dal 2011 la popolazione di Milano ha ricominciato a crescere dopo quasi trent’anni di calo, aumentando di 140.000 unità e arrivando nel 2019 a 1.404.000 persone. Questa crescita è stata in controtendenza rispetto a tutti gli altri capoluoghi di provincia lombardi e a molte altre città italiane — come Torino, dove negli ultimi anni la popolazione è stata in lieve calo.
Gli affitti a Milano durante l’epidemia da coronavirus
I dati sugli affitti dell’Agenzia delle Entrate, che si basano sui contratti di affitto depositati, sono i più affidabili per capire l’andamento del mercato immobiliare: vengono però pubblicati ogni semestre e ora sono disponibili solo fino a fine 2019. Per capire come stanno andando le cose nel 2020 si possono guardare i dati raccolti dai principali portali di annunci immobiliari, che si basano sulle cifre richieste negli annunci pubblicati dagli utenti (privati e agenzie).
I dati pubblicati su immobiliare.it, uno dei portali di annunci immobiliari più importanti in Italia, dicono che a febbraio 2020, prima dell’inizio della quarantena, a Milano il prezzo medio di una casa in affitto si aggirava attorno ai 20 euro al metro quadro. Affittare un appartamento di 50 metri quadrati in città in quel periodo poteva costare in media 1000 euro al mese. La stessa cifra è confermata anche da Idealista, un altro portale di annunci attivo, oltre che in Italia, anche in Spagna e Portogallo, che mostra come tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 in città il prezzo medio degli affitti abbia continuato a crescere arrivando a circa 20 euro al metro quadro.
Secondo immobiliare.it, a maggio il prezzo medio di una casa in affitto a Milano è stato di 20,84 euro al metro quadro (1.042 euro al mese per 50 metri quadrati). Secondo Idealista, rispetto a febbraio, a maggio 2020 i prezzi sono cresciuti del 4,2%, mentre il portale registra una crescita dell’11,2% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Come è andata con gli affitti brevi
Se il lockdown non ha inciso sulla crescita del prezzo degli affitti tradizionali, le misure di quarantena hanno invece fermato da un giorno all’altro il mercato degli affitti brevi, ovvero gli affitti che vanno da qualche giorno a una settimana, molto usati da turisti e da chi viaggia per lavoro.
«Quello che siamo riusciti a tenere è un 10/15 per cento delle strutture attive», hanno spiegato da Nota-mi, un’agenzia che gestisce qualche decina di appartamenti con affitti brevi. «Prima del coronavirus avevamo un’occupazione degli appartamenti su base mensile che si aggirava tra il 70 e l’80 per cento, con il coronavirus si è azzerata la vendita. Tutto ciò che abbiamo dentro le abitazioni sono persone a cui sono scaduti altri contratti di affitto e che devono cercare un nuovo affitto a lungo termine ma nel frattempo hanno bisogno di una base. Oppure lavoratori. Per svago o turismo non abbiamo neanche una prenotazione. Stiamo vivendo un po’ alla settimana».
«Da noi 15 per cento è anche tanto», raccontano da Sweetguest, una società che si occupa di affitti brevi e a Milano gestisce più di cinquecento appartamenti tramite la piattaforma Airbnb. «Il punto è che a Milano con il turismo e le fiere questo sarebbe stato il pieno della stagione. Milano non è una città stagionale, come possono essere Firenze o Roma. Milano ha meno turismo ma ha un flusso più costante perché i buchi sono colmati dalle fiere e dai grandi eventi, tra cui anche concerti e partite, che spostano molte persone. In questo momento essenzialmente riceviamo richieste per il medio periodo e, per necessità, ci siamo dovuti convertire a questo modello». La ripartenza del mercato degli affitti brevi è legata alla ripartenza dei grandi eventi, che secondo chi se ne occupa non avverrà prima della distribuzione del vaccino.
Quelli che non riescono a pagare l’affitto
La crescita degli affitti degli ultimi anni ha causato anche grossi squilibri sociali, escludendo di fatto molte persone dalla possibilità di acquistare o prendere in affitto una casa a Milano. Questa situazione si è aggravata ancora di più durante la quarantena.
A causa del lockdown molte persone hanno infatti visto il proprio reddito diminuire sensibilmente da un momento all’altro, e in tanti si sono trovati a non poter più pagare regolarmente l’affitto della propria casa. Per far fronte a questa situazione, la regione Lombardia ha messo a disposizione dei fondi rivolti alle persone in difficoltà con il pagamento dell’affitto. Ma anche il comune di Milano è intervenuto. Attraverso l’agenzia Milano Abitare ha stanziato 3 milioni di euro prevedendo per le famiglie maggiormente in difficoltà un contributo singolo pari a 1500 euro. Gabriele Rabaiotti, assessore alle Politiche sociali e abitative del comune di Milano, ci ha raccontato che «le domande presentate per il contributo di affitto sono state 16900», mentre «gli sfratti sono sospesi fino a settembre 2020».
Questo e gli altri articoli della sezione Il coronavirus a Milano sono un progetto del corso di giornalismo 2020 del Post alla scuola Belleville, pensato e completato dagli studenti del corso. Il prossimo corso di giornalismo del Post inizierà a settembre, per info qui.