Una canzone di Willie Nelson
Si diventa romantici, con il country
Gordi, la cantautrice australiana ventisettenne di cui avevamo parlato a febbraio per una canzone, ha fatto un nuovo disco, a me pare bello (su Spotify).
È uscito un trailer del film su Aretha Franklin con Jennifer Hudson che dovrebbe uscire a gennaio 2021.
Ieri sera sono finito per i soliti link algoritmici (stavo guardando Don Backy che cantava L’immensità) su questo video di Renato Zero che ascolta commosso un lunghissimo singalong del suo pubblico su Amico. E ho pensato che Amico è l’ultima gran canzone di Renato Zero, pur con qualche caduta di banalità nel testo, mitigata solo dal fatto che lui è probabilmente sincero pure quando dice “dietro il portafoglio un cuore ancora c’è” o “e tu ragazza pure tu, che arrossivi se la mano andava giù”.
(ho il sospetto di essere stato a quel concerto: ci portai Emilia, barattandolo con la promessa di andare con lei a vedere un film su una band che le piaceva allora e che non posso dire, perché se no ora mi disconosce come padre)
(no, non era quello, era un po’ di anni prima: Emilia ci terrebbe a puntualizzarlo)
Su Renato Zero aggiungo solo questo: la volta che presi tutta l’acqua del mondo a tredici anni aspettando di entrare a un concerto al campo sportivo Abetone per ora ve la risparmio.
Angel flying too close to the ground
Quando eravamo ragazzi, il country ci faceva ridere, e Wille Nelson pure, con simpatia. Non potrei dirvi che sono diventato un estimatore: continuo a considerarlo un genere musicalmente un po’ povero. Però uno impara delle cose, osserva, diventa più indulgente verso quello che non conosce e che muove e commuove tante persone fuori dalla sua bolla, e a un certo punto uno va pure a Nashville, e insomma c’è dentro un mondo, nel country, e non è sempre quella macchietta che ci figuriamo da qui.
Willie Nelson, poi, è uno speciale, nella storia del country: uno che ci ha portato dentro rivoluzioni, musicali e anche ideologiche, con posizioni progressiste e liberal da più di mezzo secolo, durante il quale ha fatto almeno settanta dischi, venduto tantissimo, e guadagnato un’adorazione rara. È quello con le trecce (le ha infine tagliate qualche anno fa, come si vede nella foto), ha 87 anni, e nel 1980 scrisse questa canzone per un film in cui c’erano lui stesso e Dyan Cannon: un musicarello country.
È una canzone molto semplice, come molte canzoni country, ma ha un andamento e una dolcezza perfetti: la storia è che lui ha conosciuto lei, “un angelo che volava troppo basso” e l’ha raccolta e curata ma sa che lei tornerà a volare alto, e lui però ci sarà sempre per lei (siamo vicini alla storia di Anima mia dei Cugini di campagna, lo so). Potete cominciare ad ascoltarla dai link qui sotto, oppure da questo video su YouTube. Lei è Shelby Lynne, di cui parlammo qui, diventata ormai a sua volta un monumento del country contemporaneo, e interviene a una celebrazione di Willie Nelson cantandola con una sicurezza imbattibile, con lui che suona la chitarrra disciplinatamente alle spalle. Molto belli. Si diventa romantici, con il country.
(se poi ci prendete gusto, tre versioni notevoli scelte: quella di Bob Dylan, quella di Alison Moorer – un’altra nella serie A del country -, e quella di Chris Logue, irlandese ma fatto a forma di Nashville)
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