L’India ha deciso di bloccare 59 app sviluppate da aziende cinesi

(Justin Sullivan/Getty Images)
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Il governo indiano ha annunciato di aver deciso di bloccare 59 app per dispositivi mobili, tutte sviluppate da aziende cinesi. Tra le app bloccate ci sono TikTok, che proprio in India ha il suo più grande mercato al mondo, WeChat, le app per fare videochiamate sviluppate da Xiaomi, il popolare gioco Clash of Kings e molte altre. Nel comunicato diffuso dal ministero delle Telecomunicazioni e dell’Informatica si legge che la decisione è stata presa perché gli sviluppatori di queste app «sono impegnati in attività che mettono in pericolo la sovranità e l’integrità dell’India, la difesa dell’India e la sicurezza dello stato e dell’ordine pubblico».

Nel comunicato si dice anche che «sono arrivate molte lamentele da varie fonti», tra cui segnalazioni sull’uso che alcune app disponibili avrebbero fatto impropriamente dei dati degli utenti, trasmettendoli a server che hanno sedi al di fuori dell’India. La decisione del governo indiano arriva dopo settimane di tensioni con la Cina nate in seguito a una vecchia disputa territoriale, nella regione del Ladakh, territorio indiano tra le catene del Karakorum e dell’Himalaya, ed è probabilmente motivata dal tentativo di colpire la Cina per ragioni che prescindono dal funzionamento delle app in questione.

Il 5 maggio c’erano state inizialmente alcune schermaglie tra gli eserciti dei due paesi, e nelle settimane successive la Cina aveva dispiegato migliaia di soldati – non è chiaro quanti di preciso – lungo il confine, e la stampa indiana aveva parlato di immagini satellitari che mostravano la costruzione di una base aerea cinese a poche decine di chilometri. Le tensioni si erano fatte più accese a inizio giugno, quando in uno scontro tra i due eserciti almeno 20 soldati indiani erano stati uccisi da forze militari cinesi.

Una vecchia disputa territoriale tra India e Cina è diventata violenta