Scommettiamo che questo squalo?
Un'agenzia di scommesse ha offerto la possibilità di puntare soldi sulle migrazioni degli squali bianchi: a qualcuno è sembrata una buona idea anche per gli squali stessi
Durante i mesi di isolamento causato dal coronavirus, mentre gran parte degli eventi sportivi mondiali venivano cancellati, le agenzie di scommesse hanno dovuto inventarsi soluzioni creative per continuare a lavorare. In molte hanno puntato sugli e-sport – le competizioni fatte con i videogiochi – ma come racconta il New York Times, a inizio giugno l’agenzia online MyBookie ha proposto ai suoi clienti qualcosa di più strano: scommettere sui viaggi degli squali bianchi attraverso l’oceano.
Le scommesse sugli squali funzionavano a partire dai dati raccolti dalla ong Ocearch, che da anni traccia i movimenti degli squali grazie a trasmettitori satellitari. Gli squali bianchi, in particolare, hanno delle abitudini piuttosto radicate e si spostano stagionalmente di migliaia di chilometri per cercare zone con più cibo e per riprodursi. Di questi viaggi si sa da diverso tempo e dal 2007, per scoprire maggiori dettagli, Ocearch ha cominciato a studiarli, con trasmettitori posizionati sugli squali che segnalano la loro posizione ogni volta che emergono dall’acqua.
Sul sito di Ocearch, i movimenti degli squali possono essere seguiti in diretta con una mappa interattiva e MyBookie aveva cominciato a usare i dati per scommesse di diverso tipo. Il capo delle scommesse di MyBookie, David Strauss, ha spiegato al New York Times che gli squali si prestano molto alle scommesse proprio per via del loro comportamento abitudinario: «Sappiamo più o meno dove andranno, ma non sappiamo quando ci arriveranno».
Le scommesse sugli squali non sono durate molto a lungo. Dopo che un articolo di Forbes ne aveva parlato il 17 giugno, Ocearch ha chiesto a MyBookie di sospenderle e non usare più i suoi dati per scommesse del genere. Come ha spiegato il fondatore di Ocearch Chris Fischer, i ricercatori si sono subito molto preoccupati che il loro lavoro venisse usato per uno scopo così lontano da quello inteso. In passato, ha raccontato il New York Times, alcune agenzie di scommesse avevano permesso di puntare denaro sugli spostamenti di animali in libertà, ma sempre nell’ambito di progetti gestiti da organizzazioni che si occupano di conservazione del mondo animale.
Nel 2015, per esempio, l’agenzia britannica William Hill aveva permesso di scommettere sulla migrazione di 17 cuculidi, attraverso un progetto gestito insieme al Fondo Britannico di Ornitologia. Le scommesse sugli squali di MyBookie, invece, non avevano niente a che fare con la diffusione della conoscenza sugli animali e le loro abitudini. Almeno inizialmente. Chris Fischer ha infatti spiegato che, dopo l’iniziale rifiuto dell’idea delle scommesse, ha cominciato a rivalutarla, pensando che potrebbe diventare un modo per fare conoscere la sua organizzazione e il lavoro che fa.
Alcuni scienziati che si occupano di fauna marina hanno detto al New York Times di pensarla come Fischer e che oltre a una maggior consapevolezza del pubblico sugli squali bianchi, dalle scommesse di MyBookie potrebbero arrivare anche maggiori risorse per la ricerca: per esempio, come ha suggerito la biologa Jasmin Graham, se agli scommettitori venisse proposto di fare anche delle donazioni a Ocearch.
Altri, la pensano all’opposto. Catherine Macdonald, ricercatrice dell’Università di Miami, ha spiegato che le scommesse rischiano di aumentare la percezione che gli squali siano una qualche forma di intrattenimento, limitando la vera comprensione del complesso ruolo che hanno nei loro ecosistemi e della loro storia evolutiva. In particolare negli Stati Uniti, gli squali sono oggetto di film, serie tv e programmi televisivi di ogni genere che una volta all’anno, durante la cosiddetta Shark Week, affollano i palinsesti di tantissimi canali televisivi.
Ogni anno, ha spiegato Fischer, molte società provano ad associarsi ad Ocearch per beneficiare in qualche modo dell’attrattiva che hanno gli squali bianchi per il pubblico, e trovare i gruppi e le aziende giuste con cui collaborare richiede tempo e cautela. Al momento, ha detto, le trattative con MyBookie per riprendere le scommesse sono ancora in corso ma anche se dovessero fallire lo stesso progetto potrebbe essere riproposto con altre agenzie.