La grande parata russa nonostante il coronavirus
Per celebrare il Giorno della Vittoria sui nazisti e poco prima di un importante referendum costituzionale, senza distanziamento e senza mascherine
Ogni anno, il 9 maggio, la Russia ricorda il giorno in cui nel 1945 l’Unione Sovietica annunciò la fine della Seconda guerra mondiale e la sconfitta della Germania nazista. L’evento è ricordato come il Giorno della Vittoria e celebrato ogni anno con una grande parata militare. La parata di quest’anno, che era stata rimandata a causa del coronavirus, si è tenuta il 24 giugno: nonostante in Russia ci siano ancora tanti casi di contagio, è stata organizzata come se il coronavirus non ci fosse. Secondo la stampa internazionale, il presidente russo Vladimir Putin ne aveva bisogno in vista di un importante referendum con cui vuole modificare la Costituzione, così da poter continuare a governare.
Come di consueto, il Giorno della Vittoria è stato celebrato in decine di città, dalla Kamchatka, sull’oceano Pacifico, fino a Kaliningrad, l’exclave russa tra Polonia e Lituania. Ma anche quest’anno, in cui cade il 75° anniversario della vittoria sovietica sui nazisti, la parata più importante è stata organizzata nella Piazza Rossa, la principale di Mosca, dove si trova il Cremlino.
Oltre ai mezzi e agli aerei da combattimento hanno sfilato oltre 10mila soldati e reduci, e praticamente non si sono viste mascherine. Era ovviamente presente anche Putin, pure lui senza mascherina: il New York Times ha scritto che ha passato «la maggior parte degli ultimi tre mesi isolato nella sua residenza in campagna».
Il 24 giugno è stato scelto come giorno per la parata anche perché è il giorno in cui, nel 1945, l’Unione Sovietica di Josif Stalin celebrò per la prima volta la vittoria contro i nazisti. La cerimonia fu poi ripresa negli anni Sessanta da Leonid I. Brezhnev, interrotta con la caduta dell’Unione Sovietica e nuovamente ristabilita nel 1995 da Boris Yeltsin.
Alla parata di Mosca erano presenti solo i leader di Serbia, Moldavia e Bielorussia. Altri che avrebbero dovuto presenziare alla cerimonia del 9 maggio non erano invece presenti. Non ha partecipato nemmeno il presidente del Kyrgyzstan, perché due membri della sua delegazione erano risultati positivi al coronavirus. C’erano però truppe e delegazioni di diversi stati stranieri e il New York Times ha scritto che «la più grande rappresentativa di un paese straniero era quella cinese».
Oltre a chi ha sfilato e alle persone presenti sul palco istituzionale, c’erano anche – seppur meno che in passato – migliaia di spettatori per strada, nonostante il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin avesse invitato i cittadini a guardare l’evento in televisione. A proposito di tutti i militari senza mascherina, il governo russo ha detto che prima della cerimonia erano stati in isolamento, senza contatti con altre persone che non avrebbero dovuto sfilare. E BBC ha aggiunto che a tutti gli invitati ufficiali «è stato chiesto di fare un test per il coronavirus». Diverse immagini mostrano però che, oltre alla quasi totale assenza di mascherine, non sono nemmeno state prese particolari precauzioni per garantire il distanziamento.
L’idea prevalente è che Putin abbia voluto che la parata si svolgesse per guadagnare consensi in vista del referendum necessario per modificare la Costituzione: in caso di approvazione potrebbe restare al potere anche dopo il 2024, quando scadrà il suo attuale mandato e quando, secondo le attuali leggi, non potrebbe ricandidarsi. Grazie alle modifiche costituzionali Putin, che ha 67 anni e governa la Russia dal 2000, potrebbe restare al potere anche fino al 2036.
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Il referendum, inizialmente previsto per aprile, si terrà il primo luglio. Alcuni sondaggi indipendenti fatti negli ultimi giorni e citati dal New York Times dicono che la popolarità di Putin non è mai stata così bassa nei circa vent’anni che ha passato al potere.
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La Russia è al momento il terzo paese al mondo per numero di casi accertati di coronavirus, dietro a Stati Uniti e Brasile e davanti a India e Regno Unito. Finora i casi registrati sono stati più di 600 mila, con più di 8mila morti dichiarate. Gli ultimi dati disponibili parlano, per il 24 giugno, di 7mila nuovi casi. Meno che a maggio, quando erano spesso più di 10mila al giorno, ma comunque ancora tanti.