Le indagini dell’FBI hanno verificato che il cappio trovato nel garage del pilota nero della NASCAR Bubba Wallace non era un’intimidazione razzista
L’FBI ha concluso le indagini sul “cappio” trovato il 21 giugno a Talladega, in Alabama, nel sud degli Stati Uniti, nel box in cui si trovava l’auto di Darrell “Bubba” Wallace Jr., l’unico pilota nero del campionato Nascar. Le indagini hanno appurato che non si trattava di un “cappio”, bensì di una corda legata ad anello, utilizzata come maniglia di una porta del garage che si trovava lì dallo scorso anno. Secondo l’FBI «non è stato commesso alcun reato federale».
La presenza del “cappio” era stata collegata al fatto che Wallace si fosse schierato apertamente a favore del movimento “Black Lives Matter” e contro l’uso – da parte di alcuni tifosi e su certi circuiti Nascar – della bandiera confederata, ritenuta un simbolo razzista. Dopo l’apertura delle indagini federali Wallace era improvvisamente diventato molto noto anche ai non appassionati di corse automobilistiche.
Dopo la scoperta del presunto cappio Wallace aveva ricevuto messaggi di solidarietà da altri piloti Nascar e star dello sport di tutto il mondo. Il presidente della Nascar Steve Phelps aveva promesso di fare tutto il possibile per scoprire l’autore del gesto e ora la stessa Nascar si dice lieta che sia stato verificato che non si trattava di un’intimidazione razzista dei confronti di Wallace.
— NASCAR (@NASCAR) June 23, 2020
Le indagini federali, attraverso l’utilizzo delle telecamere nel box numero 4 di Talanga, hanno verificato che la corda utilizzata come maniglia si trovava sulla porta da ottobre 2019, come confermato anche da un dipendente della Wood Brothers Racing, che è stata l’ultima squadra ad occupare il garage prima di Wallace. Nessuno inoltre, secondo i federali, avrebbe potuto sapere che a Wallace la settimana scorsa sarebbe stato assegnato il box numero 4.