Il partito conservatore del presidente Aleksandar Vučić ha stravinto le elezioni parlamentari in Serbia
In Serbia il partito conservatore del presidente Aleksandar Vučić ha vinto con largo margine le elezioni parlamentari di ieri. In base alle proiezioni diffuse da Ipsos e CeSID, il partito di Vučić, l’SNS, avrebbe conquistato il 62,4 per cento dei voti, mentre il partito socialista, alleato dell’SNS nell’ultimo governo, sarebbe arrivato secondo, ma con grandissimo distacco, con il 10,7 per cento.
La terza forza politica in base alle proiezioni sarebbe Spas, il movimento moderato di centrodestra guidato dall’ex giocatore di pallanuoto Aleksandar Sapic, con un risultato attorno al 4 per cento. Tutti gli altri partiti non avrebbero superato la soglia di sbarramento del 3 per cento.
Sempre secondo Ipsos e CeSID, l’affluenza sarebbe stata del 48 per cento, in calo rispetto al 56,7 per cento delle ultime elezioni del 2016. Il calo sarebbe principalmente dovuto ai timori di contagio: quelle serbe sono state infatti le prime elezioni parlamentari in Europa dall’inizio dell’emergenza dell’epidemia da coronavirus. In Serbia sono stati accertati 12.894 casi di contagio e 261 morti a fronte di una popolazione di circa 7 milioni di abitanti.
L’opposizione al governo guidato da Vučić, che secondo i sondaggi avrebbe potuto conquistare tra il 13 e il 14 per cento, sembrava intenzionata in un primo tempo a partecipare unita contro il partito del presidente. Ha invece poi deciso di boicottare la consultazione sostenendo che in Serbia non ci siano le condizioni per elezioni libere e democratiche a causa della mancanza di libertà d’espressione dovuta al controllo dei media statali da parte di Vučić. Soltanto i partiti più radicali hanno però confermato il boicottaggio mentre quelli più moderati hanno deciso di partecipare alle elezioni dopo che la soglia di sbarramento è stata abbassata dal 5 al 3 per cento.