Perché la strada dove è avvenuto l’incidente di Zanardi non era chiusa al traffico?
Gli organizzatori della corsa insistono sul fatto che non fosse una gara, e che quindi non ci fosse bisogno di autorizzazioni particolari
Dopo il grave incidente stradale in cui è stato coinvolto Alex Zanardi, il più famoso atleta paralimpico italiano, diversi giornali si sono chiesti come sia stato possibile che la strada su cui Zanardi stava partecipando a una corsa non fosse stata chiusa al traffico. Sembra che la stessa domanda se la sia posta anche la procura di Siena, la provincia in cui è avvenuto l’incidente, che ha aperto un’indagine e ieri ha interrogato gli organizzatori della corsa.
La corsa era chiamata “Obiettivo Tricolore” ed era stata organizzata da Obiettivo3, un’associazione sportiva legata allo stesso Zanardi che promuove lo sport per disabili. Sul sito ufficiale dell’associazione, la corsa viene descritta come una «grande staffetta di […], un lungo e appassionante viaggio che in due settimane (dal 12 al 28 giugno) vedrà oltre cinquanta atleti paralimpici […] passarsi di mano in mano il testimone partendo da nord, ai confini con la Svizzera, fino ad arrivare a sud, a Santa Maria di Leuca».
La linea difensiva degli organizzatori e della Federazione Ciclistica Italiana (FCI), che patrocinava l’evento, è che Obiettivo Tricolore era una corsa informale che non necessitava di particolari permessi delle autorità locali e delle precauzioni previste dalla legge, come la chiusura al traffico delle strade percorse.
Una fonte interna all’associazione l’ha descritta a Repubblica come «una scampagnata fra amici». «Era una delle tante pedalate, fra virgolette, che si fanno sulla strada aperta, con la presenza del traffico, il cui unico limite è il rispetto del codice della strada», ha detto a Radio Capital Roberto Sgalla, ex prefetto e presidente della commissione Direttori di corsa sicurezza della FCI. Sgalla ha aggiunto che gli capita molto spesso di partecipare a eventi del genere.
La procura, scrive il Fatto Quotidiano, sta cercando di capire se Obiettivo Tricolore fosse un evento ufficiale o meno, e se avesse bisogno di ottenere permessi o autorizzazioni particolari (le manifestazioni sportive sono state permesse dal governo, con diverse limitazioni, a partire proprio dal 12 giugno).
Il sindaco di Pienza Manolo Garosi ha detto al Corriere della Sera di non avere «mai ricevuto comunicazione ufficiale di manifestazioni sportive». «Ci era stato comunicato solamente via Facebook che si sarebbe tenuto un saluto istituzionale in piazza», ha detto a una tv locale: «Ma poi ci hanno anche successivamente comunicato, sempre tramite Facebook, l’annullamento di questo momento per motivi di ritardo sulla tabella di marcia della manifestazione». Secondo una fonte del Fatto Quotidiano non era stata informata nemmeno la questura di Siena.
Il Corriere della Sera ha scritto che la procura di Siena sta cercando di rintracciare tutti i partecipanti alla corsa per interrogarli. Al momento l’unico indagato nell’inchiesta è l’autista del camion coinvolto nell’incidente.