Dritte per genitori sommersi dai giocattoli

Consigli di esperti, teorie pedagogiche e contenitori furbi per insegnare ai bambini a mettere in ordine senza Mary Poppins

Una scena di Toy Story (1995)
Una scena di Toy Story (1995)

I mesi passati in casa a causa del coronavirus sono stati una dura prova di convivenza e tolleranza per molti. Ma tra quelli che hanno affrontato la prova più ardua ci sono sicuramente i genitori di figli piccoli, la cui “fase due” si è rivelata molto simile alla “fase uno”, visto che le scuole in Italia riapriranno a settembre. Tra giocattoli vecchi, giocattoli nuovi, libri e pennarelli, i bambini hanno invaso ogni angolo di casa e i genitori hanno scoperto nuove frontiere del disordine. Questa situazione – e un certo istinto di sopravvivenza – ha spinto alcuni genitori a ripensare alle proprie strategie per mettere e far mettere in ordine, andando oltre le canzoncine di Mary Poppins.

Il New York Times ha dedicato un articolo a queste riflessioni, sia architettoniche che pedagogiche. Il punto di partenza è che spesso i bambini hanno molti più giochi di quanti realmente ne usino e che per questo bisognerebbe innanzitutto dare via quelli che non usano più (o non hanno mai usato). Per farlo ci sono varie tecniche, più o meno ortodosse: alcuni genitori si introducono nelle stanze dei figli e fanno pulizia di nascosto mentre i bambini dormono, altri concordano insieme a loro che tutti i vestiti e i giocattoli che non vengono usati devono finire nella “cesta delle donazioni”. Per tutto quello che invece non si vuole dare via abbiamo raccolto consigli di genitori ed esperti.

Ruotare i giocattoli
Una madre di un bambino di tre anni ha raccontato al Post che l’unica soluzione che ha trovato per non passare gli ultimi mesi a riordinare casa è stata mettere in circolo pochi giocattoli alla volta: «Mio figlio ha un sacco di giochi, ma mi sono accorta che per intrattenerlo basta pochissimo». Far “ruotare” i giocattoli è una tecnica molto diffusa teorizzata da Maria Montessori, la neuropsichiatra infantile nota per il metodo educativo Montessori, appunto. Funziona così: alcuni giochi si tengono alla portata dei bambini e altri vengono nascosti in un armadio o in un’altra stanza. Poi, a un certo punto, si cambia: alcuni di quelli che erano nascosti si tirano fuori, gli altri si mettono via e avanti così.

In questo modo i bambini possono dedicarsi solo a una ristretta selezione di giocattoli alla volta, senza essere distratti in continuazione e senza disordinare troppo la casa. Sul Washington Post, Lindsey Roberts inserisce la “rotazione dei giocattoli” nella sua lista di consigli per i genitori sopraffatti dai bambini a casa e dice che in un certo senso alternare i giocattoli li fa sembrare nuovi anche quando sono vecchi.

Ogni cosa al suo posto
La designer Britt Zunino ha detto al New York Times che lei consiglia sempre di mettere i giocattoli divisi per categoria all’interno di contenitori trasparenti, così che i bambini sappiano quali giochi sono dentro ciascun contenitore, dov’è quello che stanno cercando (senza dover svuotare tutto per trovarlo) e dove va rimesso dopo averci giocato. Online se ne trovano un po’ ovunque e di varie dimensioni: per esempio, quelle da 80 litri di Tontarelli che costano 19 euro e quelle di Leroy Merlin di varie dimensioni, tutte sotto i 20 euro.

(Leroy Merlin)

Se avete già delle scatole ma non sono trasparenti, Zunino consiglia comunque di dividere i giocattoli per categorie e su ogni contenitore mettere delle etichette con un disegno esplicativo del contenuto (per esempio una bambola, se è il contenitore delle bambole, un pezzo di LEGO se è il contenitore dei LEGO), come fanno in alcune scuole materne e asili nido. Una volta chiarito con i vostri figli che ogni cosa ha un proprio posto, sarà più facile anche pretendere che facciano ordine da soli.

Contenitori a cassetto
Un’altra soluzione molto usata e raccomandata dai siti di recensioni è quella dei mobili che al posto dei cassetti hanno contenitori di plastica facilmente rimovibili, come il Trofast di Ikea. L’idea è che – con un po’ di pazienza – i bambini imparino a tirarli fuori da soli quando vogliono giocare e a rimetterli al loro posto quando hanno finito senza particolari difficoltà. Se non vi piacciono i contenitori di plastica, c’è il Kallax, un altro mobile modulabile di Ikea con cassetti rimovibili, spaziosi (ci stanno anche libri e giochi in scatola) e in poliestere.

I mobili Trofast, a sinistra, e Kallax, a destra (Il Post)

Swoop bag
Un oggetto che risponde sia alla necessità di tenere le cose al loro posto che a quella di poterle riordinare facilmente è Swoop Bag. È una specie di borsa-tappeto pensata per contenere i pezzi di LEGO ma adatta anche a macchinine, mattoncini da costruzione, animaletti e altri oggetti non troppo ingombranti. Doug Mahoney, redattore dell’autorevole sito di recensioni Wirecutter e padre di quattro bambini piccoli, dice che, oltre a risolvere il problema del riordino (basta tirare su i cordini come nell’immagine e la borsa si richiude), è anche una buona soluzione per evitare che i vicini del piano di sotto si lamentino del rumore. Su Amazon la borsa di Swoop al momento non è disponibile, ma se non volete aspettare c’è questa alternativa (più grande) che ha molte e buone recensioni. Costa 21 euro.

A GIF of a Swoop Bag being drawn shut and picked up.

(Wirecutter)

Cesti di stoffa
The Strategist ha chiesto ad alcuni organizer, e cioè professionisti del riordino, i loro consigli per genitori alle prese col disordine dei figli. Due di loro hanno citato i contenitori del marchio canadese 3Sprouts. Sono robusti, ma anche morbidi per i più piccoli, e pieghevoli nel caso in cui debbano essere incastrati da qualche parte. Ma soprattutto sono molto belli da vedere perché decorati con disegni di animali. Il fatto che abbiano tutti una figura distintiva permette inoltre ai bambini di abbinare l’immagine al contenuto quando cercano un gioco o lo devono rimettere a posto. Su Amazon quelli a forma di cubo costano tra i 23 (il gufo) e 25 euro (il riccio), e volendo sono delle dimensioni adatte per i mobili Kallax. Sempre su Amazon quelli di forma cilindrica costano tra i 28 e i 30 euro.

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Mensole frontali
Un’altra madre intervistata dal Post consiglia le mensole sottili fatte apposta per appoggiare i libri in modo che si vedano le copertine (sempre da un’idea di Maria Montessori). Per le sue figlie di 1 e 3 anni infatti era difficile trovare i libri che cercavano vedendo solo il dorso e finivano sempre per tirarli fuori tutti. Avere i libri esposti in bella vista è anche utile per ricordare ai bambini della loro esistenza e fargli venire voglia di prenderli e sfogliarli: per questo le mensole dovrebbero essere più basse possibile. Infine è un modo per riempire le pareti e, se sulle mensole non ci stanno tutti, una buona occasione per far ruotare anche i libri.

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Contenitori con le rotelle
Un’altra strategia vincente per far entrare i bambini piccoli in confidenza con il concetto di riordino è usare dei contenitori che siano anche dei giochi. Per esempio i contenitori a forma di carretto, con le ruote e un appiglio per portarli in giro: «Quando sono vuoti i bambini possono sedercisi dentro e giocare al treno, o altrimenti portarli in giro e ripulire il pavimento dagli altri giochi» ha detto Kadi Dulude, responsabile di un’azienda che si occupa di pulizia e riordino, a The Strategist. Per esempio, questo in pelle e legno, dell’azienda tedesca Pinolino, costa 85 euro.

Insegnare e pretendere il riordino
Molti genitori si chiedono perché quando i figli sono all’asilo o a scuola mettono in ordine le cose che usano e quando sono a casa no. Probabilmente è solo una questione di abitudine: mentre a scuola si abituano in fretta che ogni oggetto usato poi va rimesso in ordine (perché quella è la regola per tutti), a casa spesso hanno qualcuno che lo fa al posto loro. Sulla rivista di pediatria Uppa, la formatrice e pedagogista Annalisa Perino scrive: «Quando giochiamo insieme a un bimbo di poco più di un anno, mostriamogli un materiale scelto dall’ambiente, lasciamo che lo manipoli fino a quando il suo interesse non sia esaurito e poi mostriamo dove il materiale deve essere riposto (riponendolo noi stessi) prima di passare a un’altra attività. In questo modo il bambino si abitua al riordino, riconoscendolo come fase conclusiva dell’attività stessa».

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