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  • Mercoledì 17 giugno 2020

Nel 2019 la povertà in Italia è diminuita

È la prima volta da quattro anni e c'entra il reddito di cittadinanza, anche se la crisi causata dalla pandemia rischia di farci tornare molto indietro

(ANSA/CESARE ABBATE)
(ANSA/CESARE ABBATE)

Nel 2019, per la prima volta in quattro anni, il numero di persone che si trovano in povertà assoluta in Italia è diminuito. La diminuzione, scrive l’ISTAT nel suo ultimo rapporto sulla povertà è avvenuta «in concomitanza dell’introduzione del Reddito di cittadinanza» che è stato ricevuto nel corso dell’anno da circa un milione di nuclei familiari in difficoltà. La crisi causata dal coronavirus, però, rischia di annullare questo miglioramento e di portare il numero di poveri a un nuovo record assoluto.

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L’ISTAT stima che mezzo milione di individui sono usciti dalla povertà assoluta nel 2019. Il numero di famiglie in questa condizione è calato nel corso dell’anno dal 7 al 6,4 per cento del totale. Il numero di poveri è calato in particolare nel Sud, dove la percentuale di famiglie in povertà è scesa dal 10 all’8,6 per cento e dove il reddito di cittadinanza è stato più richiesto. Ci sono miglioramenti anche nel Centro, dove la percentuale di famiglie in povertà assoluta è scesa dal 6,6 al 5,6 per cento.

La povertà assoluta, secondo la definizione adottata a livello internazionale, riguarda quelle famiglie che non sono in grado di permettersi l’acquisto di una serie di beni essenziali. In un piccolo comune del Sud, per esempio, è considerato povero assoluto chi, in una famiglia di un solo componente, ha una capacità di spesa complessiva inferiore a circa 600 euro al mese.

Questo fenomeno colpisce soprattutto le famiglie più giovani, e mostra un andamento decrescente all’aumentare dell’età media; anche i nuclei familiari più numerosi sono tra i più colpiti. Tra le famiglie con quattro componenti quasi una su dieci è in povertà assoluta, e la percentuale sale al 16,2 per cento per le famiglie con 5 componenti o più. La povertà riguarda in modo particolare le famiglie straniere: su 1,7 milioni di famiglie in questa condizione, ben 400 mila sono composte di soli stranieri (più del 23 per cento, a fronte di una presenza di stranieri in Italia di circa l’8,5 per cento).

Il miglioramento avvenuto nel 2019, scrive l’ISTAT, è dovuto a un miglioramento nella capacità di spesa delle famiglie meno abbienti. I loro consumi sono aumentati, mentre i consumi medi del resto delle famiglie italiane sono rimasti stabili. Nonostante questa diminuzione, la povertà assoluta rimane comunque a un livello quasi doppio rispetto all’ultimo anno prima della crisi, il 2007, quando le famiglie in questa condizione erano il 3,5 per cento del totale.

L’Italia è da anni uno dei paesi europei con il numero più alto di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale. Secondo l’Alleanza contro la povertà, una rete di associazioni ed enti locali, questi dati mostrano «la necessità e l’urgenza di interventi rafforzativi del Reddito di Cittadinanza che consentano di raggiungere tutte le persone in condizione di povertà assoluta».

L’ISTAT riconosce che la platea riguardata dal reddito di cittadinanza non corrisponde perfettamente a quella delle famiglie in povertà assoluta. I requisiti per aver accesso a questo strumento, infatti, escludono gran parte degli stranieri, poiché comportano la necessità di aver trascorso nel nostro paese almeno 10 anni da residenti regolari. Molte famiglie in povertà, quindi, non sono riuscite ad avere accesso agli strumenti di sostegno la reddito nel corso del 2019.

A questi problemi si è aggiunto nel corso del 2020 la crisi causata dalla pandemia da coronavirus. È ancora presto per avere stime affidabili su quale sarà l’impatto della crisi sulla povertà, ma secondo la Caritas nel solo mese di aprile sono più che raddoppiate le persone che per la prima volta si rivolgono ai centri di aiuto dell’associazione.

Per risolvere almeno parzialmente questi problemi il governo ha introdotto il “reddito di emergenza”, un nuovo strumento di sostegno che ricalca il reddito di cittadinanza eliminandone però numerosi requisiti, come quello sulla residenza. Secondo le stime, questa misura potrebbe coinvolgere poco meno di 900 mila nuclei familiari. La metà sarebbero famiglie escluse dal reddito di cittadinanza, l’altra metà famiglie che invece ne avevano diritto ma non ne hanno fatto richiesta.

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Alcuni studiosi però sottolineano che la nuova misura non ha ricevuto grande pubblicità, e che quindi il numero di coloro che non sanno di poterne fare richiesta rischia di essere alto; altri hanno proposto soluzioni alternative, di più semplice erogazione e che potrebbero raggiungere una maggiore platea di beneficiari con migliore efficacia.