La situazione a Pechino
Dopo che sono state rilevate 137 nuove infezioni, le autorità cittadine hanno deciso di chiudere le scuole e imporre nuove limitazioni agli spostamenti, compresa la cancellazione di più di 1.200 voli
Martedì le autorità sanitarie di Pechino, la capitale della Cina, hanno confermato 31 nuovi casi di contagio da coronavirus. Il totale delle nuove infezioni in città è salito a 137, da quando giovedì scorso sono stati accertati nuovi contagi, dopo che era sembrato che almeno in Cina la pandemia fosse sotto controllo. Per contenere il nuovo picco di infezioni le autorità della città hanno deciso di cancellare più di 1.200 voli da e per la capitale e anche i trasporti ferroviari sono stati ridotti almeno fino al 9 luglio.
Sono state sospese le lezioni negli asili, nelle scuole primarie e secondarie e nelle università, sono state interrotte le attività sportive e sono state chiuse palestre e piscine. Continuano invece a rimanere aperte le attività commerciali, i bar, i ristoranti e le fabbriche. Le autorità hanno però chiesto ai datori di lavoro di incentivare il telelavoro e organizzare ingressi scaglionati dei dipendenti.
L’intera metropoli è ora in “allerta 2”, il secondo livello più alto su una scala di quattro livelli di risposta all’emergenza sanitaria, come annunciato durante una conferenza stampa da Chen Bei, vice segretario generale del governo municipale di Pechino.
I nuovi casi di contagio hanno spinto inoltre l’amministrazione della capitale a imporre nuove restrizioni degli spostamenti. I quartieri di Pechino vicini al mercato di Xinfadi, nel sud-est della città, da dove si sarebbe originato il nuovo focolaio e da dove arriva circa il 90 per cento della frutta e della verdura consumate in città, sono stati classificati come ad alto rischio: sono stati isolati dal resto della città ed è stato imposto ai residenti di mettersi in quarantena e sottoporsi ai test. Almeno altri 27 quartieri sono stati classificati a rischio medio, che prevede il divieto di lasciare la città.
Per ora il focolaio sembra essere limitato alla sola capitale cinese, che però ha più di 21 milioni di abitanti. Il mercato di Xinfadi, considerato l’epicentro dei nuovi casi, è un enorme centro di vendita all’ingrosso di alimentari, dove sono scambiate migliaia di tonnellate di verdure, frutta e carne ogni giorno. Si tratta di un complesso molto più grande del mercato del pesce di Wuhan, da cui probabilmente si è originata l’epidemia di coronavirus che si è diffusa in tutto il mondo. Il timore è quindi che si possa verificare una nuova, rapida, diffusione del virus, anche se il numero di nuovi contagi per ora è relativamente contenuto.
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