Il parlamento ungherese ha revocato lo stato di emergenza che dava pieni poteri ad Orbàn
Il Parlamento ungherese ha approvato martedì un disegno di legge che stabilisce la fine dello stato d’emergenza nel paese deciso per contenere l’epidemia da coronavirus. Il controverso provvedimento, in vigore dal 30 marzo, dava al governo del primo ministro Viktor Orbán la possibilità di approvare leggi al posto del Parlamento a tempo indeterminato con la giustificazione di gestire in maniera più rapida ed efficace l’emergenza sanitaria.
Lo stato di emergenza, con la conseguente possibilità di Orbàn di gestire la crisi sanitaria dovuta al coronavirus per decreto, era stato considerato dalle opposizioni come un ulteriore passaggio verso una gestione autoritaria del paese. Da diversi anni l’Ungheria, che è membro dell’Unione Europea dal 2004, a seguito delle decine di controverse misure prese dal governo dello stesso Orbán è considerato infatti da molti osservatori internazionali un paese a guida semi-autoritaria.
Secondo diverse organizzazioni umanitarie però il disegno di legge votato il 16 giugno non rappresenterebbe un reale passo indietro di Orbàn poiché permane la possibilità per il governo di assumere nuovamente i pieni poteri, e sempre a tempo illimitato, in caso di una nuova emergenza. Orbán si è difeso dalle accuse di autoritarismo dichiarando che i poteri che gli sono stati concessi dallo stato di emergenza gli hanno permesso di rispondere rapidamente ed efficacemente alla crisi sanitaria. L’Ungheria è uno dei paesi dell’Unione Europea meno colpiti dal coronavirus con poco più di 4.000 casi di contagio accertati e 565 morti.