Donald Trump ha fatto un passettino verso la riforma della polizia
Ha firmato un ordine esecutivo per limitare l'uso della forza in alcune situazioni: è un segnale importante, ma dall'impatto limitato
Il presidente statunitense Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per incoraggiare alcuni cambiamenti nella polizia statunitense, un tema di cui si sta parlando molto a causa della morte di George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso a Minneapolis il 25 maggio mentre veniva arrestato con violenza dalla polizia. Negli ultimi giorni i sondaggi hanno mostrato che la grandissima maggioranza della popolazione, compresi gli elettori di Trump, è solidale con le proteste e pensa che sia necessaria una riforma della polizia.
Nel provvedimento firmato da Trump, con l’obiettivo di limitare l’uso della forza da parte della polizia, sono indicate alcune linee guida che dovranno poi essere specificate dal dipartimento di Giustizia e dal Congresso statunitense: tra le altre cose, è prevista la creazione di un database federale che contenga i reclami contro i poliziotti, così da evitare che un poliziotto violento che viene licenziato possa semplicemente cambiare città; ed è previsto l’impiego di assistenti sociali a fianco degli agenti per affrontare i casi non violenti, come quelli che coinvolgono tossicodipendenti o senzatetto. La misura prevede anche che i dipartimenti di polizia che ottengano certificazioni in merito alla riduzione dell’uso della forza avranno la priorità nell’assegnazione di sovvenzioni federali.
Il New York Times ha scritto che l’ordine firmato da Trump avrà un impatto immediato molto limitato sulle pratiche adottate dalla polizia, oltre al fatto che non prevede riforme profonde dei dipartimenti locali e non si sofferma sul tema del razzismo nelle forze dell’ordine, diversamente da quanto avrebbero voluto molti attivisti. L’ordine esecutivo segnala comunque una disponibilità a discutere di questo tema che è confermata dai lavori del Partito Repubblicano al Congresso, dove si sta preparando una riforma con cui rispondere a quella più incisiva proposta dai Democratici la settimana scorsa. Dato che qualsiasi legge ha bisogno dei voti di entrambi i partiti per passare – i Democratici controllano la Camera, i Repubblicani il Senato – se le due parti riusciranno a collaborare, nonostante la campagna elettorale, si potrebbe arrivare all’approvazione di una legge.
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