Cinque persone sono indagate per la morte del paracadutista Emanuele Scieri
La Polizia di Stato ha notificato questa mattina a cinque persone l’avviso di conclusione delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, allievo paracadutista deceduto il 13 agosto 1999 nella caserma “Gamerra” di Pisa. Sulla morte del giovane sta indagando anche la magistratura militare che nei primi di giugno aveva chiesto il rinvio a giudizio per tre ex caporali accusati di violenza a inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso.
Nell’inchiesta della magistratura ordinaria gli stessi tre caporali sono indagati per omicidio volontario: si tratta di Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico, quest’ultimo ancora in servizio nell’Esercito. Panella è stato arrestato nell’estate 2018 in esecuzione di una misura cautelare perché gli inquirenti temevano potesse fuggire negli Stati Uniti dove viveva da tempo. Tra gli indagati c’è anche l’ex comandante della Folgore, il generale (da tempo in congedo) Enrico Celentano, accusato di aver reso false dichiarazioni ai magistrati. Secondo Repubblica la quinta persona indagata, di cui non è stato ancora reso pubblico il nome, è «un ex militare a cui viene contestato il favoreggiamento per una telefonata fatta a Panella, un’ora dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri».
Secondo la ricostruzione della procura militare Antico, Panella e Zabara avrebbero costretto Scieri «ad arrampicarsi sulla scala di sicurezza della torre di prosciugamento dei paracadute, dalla parte esterna, con le scarpe slacciate e con la sola forza delle braccia». Mentre Scieri stava salendo, «veniva seguito dal Caporale Panella che, appena raggiunto, per fargli perdere la presa, lo percuoteva dall’interno della scala e, mentre il commilitone cercava di poggiare il piede su uno degli anelli di salita, gli sferrava violentemente un colpo al dorso del piede sinistro; così facendo, a causa dell’insostenibile stress emotivo e fisico subìto, provocato dai tre superiori, Scieri perdeva la presa e precipitava al suolo da un’altezza non inferiore a 5 metri, in tal modo riportando lesioni gravissime».