Dieci video di Alberto Sordi
Che nacque oggi 100 anni fa, e diventò simbolo di un sacco di cose
Alberto Sordi, uno dei più famosi e amati attori italiani di sempre, nacque oggi cento anni fa: a Roma, città di cui – nonostante l’agguerrita concorrenza – diventò uno dei simboli, nella seconda metà del Novecento. Morì, sempre lì, 83 anni più tardi, dopo aver recitato in decine di film, cominciando alla fine degli anni Trenta e fermandosi soltanto alla fine degli anni Novanta.
In mezzo fu protagonista di alcune delle commedie più famose del cinema italiano, recitando un po’ per tutti, da Federico Fellini a Vittorio De Sica, da Dino Risi a Ettore Scola, e soprattutto per Mario Monicelli, che lo diresse in alcuni dei suoi film più celebri. I suoi personaggi furono spesso simili e detestabili, rappresentando quelli che più o meno a ragione vengono ancora oggi definiti “i vizi degli italiani”: arroganti, ignoranti, un po’ volgari, di principi morali discutibili, ma sempre messi in scena in quel modo assolutorio e bonario tipico della commedia all’italiana. E diventando così simbolo di un tipo di rappresentazione del paese e di modelli di cinema che tanti volevano superare: come Nanni Moretti, per esempio.
Sordi era nato a Trastevere, e da giovane si buttò nel canto lirico, per poi mettersi a studiare recitazione: a metà degli anni Trenta si trasferì a Milano per frequentare l’Accademia dei Filodrammatici, dalla quale però fu espulso a causa dell’eccessivo accento romano. Il suo primo ruolo fu come comparsa nel kolossal Scipione l’Africano, e prima di diventare davvero attore fu doppiatore, tra gli altri di Oliver Hardy. La prima notorietà gli arrivò dalla radio, ma per avere quella cinematografica dovette passare attraverso una lunga serie di parti minori o quantomeno secondarie, negli anni Quaranta e all’inizio dei Cinquanta.
Poi arrivarono Lo sceicco bianco e I vitelloni di Fellini, e da lì in poi Sordi si costruì la fama e il personaggio che avrebbe interpretato nella maggior parte dei suoi film. Insieme alle commedie come Un americano a Roma, Il vedovo o Il vigile, fece anche film più seri e drammatici come La grande guerra, Una vita difficile e soprattutto Detenuto in attesa di giudizio, uno dei pochi in cui era seria e drammatica anche la sua parte, per cui vinse l’Orso d’argento a Berlino. Il marchese del Grillo, uscito nel 1981, fu forse il suo ultimo film di grande successo: da oltre dieci anni faceva anche il regista, attività che lo tenne sempre più occupato nei due decenni seguenti.
Morì prima di compiere 83 anni a causa delle complicazioni di un tumore ai polmoni: i suoi funerali si tennero a San Giovanni in Laterano. Sopra la basilica passò uno striscione trainato da un piccolo aereo: «Sta vorta c’hai fatto piagne!».
Ai lavoratori da I vitelloni (1952)
Mericoni Ferdinando, Innocente da Un giorno in pretura (1953)
Maccheroni da Un americano a Roma (1954)
Il romano e il milanese da La grande guerra (1959)
Con Vittorio De Sica da Il Vigile (1960)
“La resistenza non ha valore?” da Una vita difficile (1961)
“È il dottor Jekyll” da I complessi (1965)
“È buono” da Detenuto in attesa di giudizio (1971)
Fratello apprendista muratore da Un borghese piccolo piccolo (1977)
“Io so’ io” da Il marchese del Grillo (1981)