Tracce umane
Le foto di Sarah Pannell ai segni del passaggio dell'uomo negli ambienti che lo circondano
Un vaso di fiori su una tovaglia floreale sullo sfondo di un cielo nuvoloso; il filo spinato di una prigione piegato a forma di cuore; le impronte su una spiaggia con poche persone; le montagne che si vedono da una piccola finestra aperta: sono tutti segni del passaggio umano che la fotografa australiana Sarah Pannell ha raccolto nel suo progetto New Harvest viaggiando per cinque mesi tra Ucraina, Turchia, Polonia, Estonia ed Egitto. Come ha scritto il British Journal of Photography (BJP), Pannell raffigura “momenti enigmatici, scene in cui le persone sono spesso assenti ma i loro segni sul paesaggio sono al centro della scena”.
Le foto di Pannell sono evocative, la serie è fatta di poche immagini (solo sette) e la fotografa ha spiegato di aver deciso di creare un piccolo corpus di lavori che, “pur essendo ancora radicato nel suo stile documentaristico avesse elementi di giocosa astrazione e facesse sorgere domande da parte dello spettatore”: «Anche se mi piace fotografare le persone, penso che spesso possiamo scoprire altrettanto su noi stessi guardando gli ambienti intorno a noi». E ha aggiunto a BJP: «Voglio che gli spettatori guardino queste immagini e si sentano trasportati nel tempo e nello spazio». Le foto di Pannell ricordano posti in cui siamo già stati e in cui potremmo tornare, situazioni quotidiane di composizioni estetiche che potrebbero essere il diario visuale di ciascuno di noi.
Sarah Pannell è un’artista australiana nata a Melbourne nel 1988 e nei suoi lavori si occupa spesso di cultura, tradizione e società. Questo e altri suoi progetti si possono vedere sul suo sito e sul suo account Instagram.