Il caso dell’omicidio di Olof Palme è stato archiviato
Dopo anni di indagini i magistrati svedesi hanno concluso che a uccidere l'ex primo ministro svedese fu Stig Engström, un grafico con simpatie di destra morto nel 2000
Secondo il procuratore svedese Krister Petersson, al quale è stata affidata l’inchiesta sull’assassinio del primo ministro Olof Palme, avvenuto il 28 febbraio del 1986, il presunto assassino fu Stig Engström, morto nel 2000. Per questo motivo, secondo Petersson, non sarà possibile formalizzare nessuna accusa nei suoi confronti e il caso verrà archiviato. Le rivelazioni della magistratura svedese, fatte durante una conferenza stampa mercoledì mattina, erano molto attese, dato che l’assassinio di Palme era rimasto un caso irrisolto, e nel corso degli anni c’erano state diverse ipotesi su chi potesse averlo ucciso, teorizzando il coinvolgimento di servizi segreti stranieri, della CIA e persino della loggia massonica italiana P2.
Secondo i magistrati, però, a uccidere Palme sarebbe stato Engström, che lavorava come grafico nella società di assicurazioni Skandia, che aveva sede non distante dal luogo in cui fu assassinato Palme. Inizialmente Engström fu ascoltato diverse volte dalla polizia come testimone, dato che si trovava sulla scena del crimine in quel momento, cambiando però spesso la versione circa i suoi spostamenti. Engström non fu però mai indagato come responsabile dell’omicidio, e nel 2000 morì suicida. Successivamente un libro del 2016, “Nationens Fiende” di Lars Larsson, ipotizzò che potesse essere proprio lui l’assassino, e gli venne dato il soprannome di “Skandiamannen” (“l’uomo della Skandia”, in svedese).
Del coinvolgimento di Engström, che possedeva una pistola .357 Magnum, la stessa usata per uccidere Palme, e che aveva idee di destra contrarie a quelle del primo ministro svedese, si occupò anche una rivista svedese, Filter, che nel 2018 pubblicò un’inchiesta durata 12 anni secondo cui Engström sarebbe stato il principale sospettato per l’omicidio.
L’omicidio di Olof Palme
Il 28 febbraio del 1986, Palme stava tornando a casa insieme alla moglie, dopo che i due erano stati al cinema in uno dei quartieri centrali di Stoccolma. Come accadeva spesso, quella notte Palme stava passeggiando senza scorta. Poco prima di mezzanotte un uomo arrivò alle spalle della coppia e sparò due colpi. Il primo ferì Palme alla schiena, il secondo colpì di striscio sua moglie. Dopo aver sparato, secondo i testimoni, l’uomo rimise la pistola in tasca e si allontanò con calma. Palme venne immediatamente portato in ospedale, ma pochi minuti dopo mezzanotte fu dichiarato morto.
Le indagini
Le indagini cominciarono subito, ma la polizia non aveva alcuna idea di chi potesse essere il colpevole: non c’erano piste da seguire né precedenti per un atto così grave. La Svezia non aveva una storia di terrorismo e di assassinii politici, come pochi anni prima aveva avuto ad esempio l’Italia. Dopo due anni di ricerche, la polizia arrestò un piccolo criminale tossicodipendente, Christer Pettersson. La moglie di Palme lo riconobbe come l’assassino e Pettersson fu condannato in primo grado. Fece appello, e la corte lo prosciolse da ogni accusa. Decine di teorie della cospirazione sono state fornite per spiegare l’omicidio, quasi sempre basate su indizi piuttosto labili. Alcuni testimoni, ad esempio, parlano di uomini misteriosi con antenne e walkie-talkie che si sarebbero aggirati vicino al luogo dell’omicidio nella notte del 28 febbraio.
Per alcuni, Palme fu ucciso dalla CIA o dai servizi segreti di qualche paese comunista. Altre teorie parlano dei servizi segreti sudafricani, mentre per molto tempo si è indagato su un possibile coinvolgimento del PKK, il movimento che lotta per l’autonomia dei curdi in Turchia (quasi certamente una falsa pista diffusa dai servizi segreti turchi). Secondo una delle teorie più originali, Palme sarebbe stato ucciso su ordine della P2 italiana. Stieg Larsson, l’autore della trilogia “Millenium” morto nel 2004, indagò a lungo sulla morte di Palme e ipotizzò che dietro il suo omicidio potessero esserci gruppi di estrema destra in collaborazione con alcuni industriali.
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