“Black Lives Matter” ha trovato degli alleati inaspettati: i fan dei BTS
L'attiva comunità di fan della famosa boy band sudcoreana ha raccolto oltre un milione di dollari in un giorno, mobilitandosi online
Tra le celebrità internazionali che si sono schierate a fianco delle proteste statunitensi contro il razzismo e la violenza della polizia di questi giorni ci sono stati anche i BTS, la più famosa band di pop coreano al mondo, che diversamente da quanto si possa credere ha milioni di fan sparsi nel mondo e di tante etnie diverse. Dopo la morte di George Floyd, ucciso da un agente di polizia durante un arresto violento a Minneapolis, i BTS hanno donato un milione di dollari a diverse organizzazioni che si occupano di diritti degli afroamericani, compresa “Black Lives Matter”: e la stessa cifra è stata raccolta in breve tempo dai fan della band, che si sono mobilitati sui social network.
우리는 인종차별에 반대합니다.
우리는 폭력에 반대합니다.
나, 당신, 우리 모두는 존중받을 권리가 있습니다. 함께 하겠습니다.We stand against racial discrimination.
We condemn violence.
You, I and we all have the right to be respected. We will stand together.#BlackLivesMatter— 방탄소년단 (@BTS_twt) June 4, 2020
I BTS sono una boy band di Seul e sono famosissimi da diversi anni tra adolescenti e ventenni di tutto il mondo: nel 2019, per dire, sono diventati il secondo gruppo della storia della musica dopo i Beatles ad avere avuto tre dischi al numero uno della classifica Billboard 200 nello stesso anno. Ma i BTS non sono un fenomeno sudcoreano o asiatico: hanno una comunità di fan tra le più numerose e attive del mondo, che si fa chiamare ARMY e che spesso esce dalla sua grande bolla sui social network quando si attiva in massa per rilanciare un hashtag o un meme, finendo ai primi posti delle tendenze sui social network.
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Spesso gli artisti di k-pop, il pop coreano, hanno avuto difficoltà a prendere posizione su questioni sociali, talvolta per vincoli contrattuali talvolta per paura di alienarsi parte dei fan. La funzione del k-pop, per gran parte dei suoi interpreti, è strettamente legata all’intrattenimento. I BTS invece sono noti tra gli appassionati per sostenere frequentemente cause sociali e per fare donazioni in beneficenza, che spesso seguite poi da quelle organizzate dalle comunità di fan. Finora però nessuna iniziativa della band aveva avuto il successo e la visibilità della presa di posizione a fianco di chi sta protestando negli Stati Uniti: per questo, la convergenza tra i fan di una band sudcoreana e il movimento per i diritti degli afroamericani è stata commentata con una certa sorpresa.
Sabato, poi, Variety ha scritto che la band insieme alla sua etichetta musicale aveva donato un milione di dollari a varie organizzazioni per i diritti degli afroamericani, e tra i fan è diventato popolare l’hashtag #MatchAMillion, con cui è stata organizzata una raccolta fondi che nel giro di 24 ore ha eguagliato la cifra donata dai BTS e l’ha abbondantemente superata, tanto che è stato fissato un nuovo obiettivo a 1,35 milioni. Kailee Scales, direttrice operativa di “Black Lives Matter”, ha detto che l’organizzazione è «commossa dalla generosità dei BTS e da tutti coloro che nel mondo sono solidali con la battaglia per le vite degli afroamericani».
I fan dei BTS si sono anche attivati in altri modi, per esempio rispondendo a una richiesta della polizia di Dallas che chiedeva di inviare video di comportamenti violenti da parte dei manifestanti su un’app speciale. I fan dei BTS coreani hanno caricato tantissimi video della band e di altri cantanti di k-pop. L’app è stata sospesa dalla polizia il giorno seguente per “problemi tecnici”. Sono successe cose simili dopo richieste analoghe di altri dipartimenti di polizia statunitensi.