Un po’ di cose su Steve Buscemi

Ha raccontato a GQ che nella sua vita è stato accoltellato e investito da un autobus e una macchina, e ha spiegato come si pronuncia "Buscemi"

(Willy Sanjuan/Invision/AP)
(Willy Sanjuan/Invision/AP)

A fine maggio la versione statunitense di GQ ha pubblicato una lunga intervista all’attore Steve Buscemi, uno che di solito non si apre granché. Buscemi ha parlato delle volte in cui ha rischiato di morire, ha raccontato un po’ di dietro le quinte sulla sua carriera e ha parlato di Jo Andres, la donna che aveva sposato nel 1987 e che è morta poco più di un anno fa.

New York
Buscemi è nato e vive a New York, ma nella sua vita ha visto tante New York diverse. Il quartiere operaio in cui è cresciuto a East New York, gli anni formativi nell’East Village e la vita adulta nel “quieto e quasi-periferico” quartiere di Park Slope: un quartiere di Brooklyn, uno di quelli con tante case di mattoni rossi e con le scale di qualche gradino che separano la strada dalla porta di casa.

La casa
Buscemi vive a Park Slope dai primi anni Novanta, da ben prima che diventasse un quartiere “da yuppies”, che “sembra Sesame Street se solo i Muppet fossero intolleranti al glutine e vestissero alla moda”. La casa ha tre piani e un esterno di mattoni rossi. La giornalista di GQ che ha intervistato Buscemi, Gabriella Paiella, anche lei residente a Park Slope, ha scritto che Buscemi è una delle istituzioni del quartiere. Fino a qualche anno fa c’era persino un blog che teneva traccia di cosa veniva avvistato sulla scala davanti alla porta di casa di Buscemi: tra le altre cose, un cappello con attaccata una finta coda di capelli e un’audiocassetta di Van Morrison. Buscemi ora ci vive da solo: ha detto che sta pensando di trasferirsi o di affittarne almeno un piano, e che intanto si sta liberando di varie “cianfrusaglie”, per evitare che il suo unico figlio Lucian, che fa il musicista a Los Angeles, debba trovarsene circondato.

Come Buscemi dice Buscemi
Bu-semi, più o meno. Senza la SC.

La pittura
Tra le varie cianfrusaglie, Buscemi ha ritrovato alcuni dipinti dei tempi del liceo. La cosa gli ha ricordato quanto gli piacesse dipingere e da qualche tempo ha ricominciato a farlo. Dipinge ad acquerello, soprattutto in cucina, dove c’è la luce migliore. Per ora, ha scritto Paiella, «sta sperimentando con forme e colori». Lui ha detto: «All’inizio pensavo che avrei tirato fuori qualcosa di cupo. Forse è così, ma finora è stato sorprendentemente divertente».

I Soprano e Fleabag
Buscemi ha recitato nella serie tv I Soprano ed è stato anche regista di quattro episodi della serie, compreso Pine Barrens: l’undicesimo della terza stagione, considerato da molti il migliore della serie. Ma ha raccontato che, ancor più di quando deve recitare, prima di fare il regista è sempre molto preoccupato. Ed è anche molto umile: «Non riesce a smorzare la sua modestia», ha scritto Paiella. Buscemi ha anche raccontato di aver molto ammirato la serie tv Fleabag, scritta e interpretata da Phoebe Waller-Bridge. Ai premi SAG di qualche mese fa avrebbe potuto incontrarla, ma ha spiegato che si sentiva molto nervoso all’idea di doversi presentare a lei.

Jim Jarmusch
Il regista e musicista Jim Jarmusch, amico di Buscemi da oltre trent’anni e suo regista in diversi film, ha detto di lui che «interpreta l’umanità». Jarmusch ha anche detto che Buscemi è un ballerino «incredibile».

Cosa ordina Buscemi al ristorante
Per il primo dei loro incontri fatti per l’intervista, Paiella ha scritto di aver incontrato Buscemi per la prima volta in un ristorante italiano poco distante dalla sua casa, in un pomeriggio di marzo prima del lockdown newyorkese. Lui ha ordinato una frittata di spinaci.

Boardwalk Empire
Una decina di anni fa, Buscemi aveva seriamente pensato di smettere di recitare e dedicarsi solo alla regia. Ha spiegato di aver pensato di avere «quella strana età in cui sei troppo vecchio per certi ruoli ma non ancora abbastanza per altri». Poi fu scelto per interpretare Nucky Thompson nella serie Boardwalk Empire, che cambiò tutto. Il creatore della serie, Terence Winter, ha raccontato che quando, dopo i provini, lo chiamò per offrirgli quel ruolo, Buscemi era sinceramente convinto che non l’avrebbero preso per quella parte e che, senza rendersi conto che Winter gliel’aveva appena offerta, rispose: «Grazie, è stato un onore essere stato preso in considerazione».

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La violenza
Buscemi è noto per le tante volte in cui muore, nei film: «Quando mi arriva una sceneggiatura», disse qualche anno fa, «vado subito verso la fine, per vedere se il mio personaggio finisce per essere picchiato o ucciso». La sua sua-morte preferita è quella un po’ a caso del Grande Lebowski: «Devono aver pensato: beh, c’è Steve, tocca farlo morire in qualche modo». Ma oltre a farsi uccidere, nella sua carriera Buscemi è anche stato protagonista attivo di diverse scene violente. «Non ho più la tolleranza per la violenza che avevo un tempo», ha detto però, e a proposito di una scena piuttosto cruda in Boardwalk Empire ha aggiunto: «Fu difficile separarmi dall’idea di essere stato effettivamente io a fare quella cosa».

– Leggi anche: La vita e la carriera di Steve Buscemi

Vigile del fuoco
Negli anni Ottanta, prima di diventare attore, Buscemi è stato vigile del fuoco. È noto che nel 2001, nei giorni successivi agli attentati dell’11 settembre, tornò a lavorare nei pompieri come volontario, anche per 12 ore al giorno. Ma sembra che Buscemi sia tornato a fare il vigile del fuoco anche in altre occasioni, senza fare però niente perché si sapesse in giro.

Attore
Buscemi iniziò a studiare recitazione anche grazie ai soldi che la sua famiglia aveva ottenuto dopo che a quattro anni fu investito da un autobus. Studiò alla famosa scuola di Lee Strasberg.

Incidenti
Oltre all’autobus, Buscemi fu anche investito da un’auto (quando aveva otto anni) e accoltellato in un bar nel 2001, mentre era uscito a bere qualcosa con l’attore e amico Vince Vaughn. Parlando con gran naturalezza di questo incidente ha detto: «Fui vicino alla morte, forse più vicino che mai, fatta eccezione per l’autobus e la macchina».

Willem Dafoe
Il ruolo che davvero fece conoscere Buscemi fu quello di Mr. Pink in Le Iene. Poi Buscemi ha avuto una di quelle carriere che alternano ruoli indipendenti, di nicchia, e ruoli in film più noti, anche dei blockbuster. Ha detto che fu l’esempio dell’attore Willem Dafoe a fargli capire che fosse possibile fare insieme, e bene, «cose indipendenti e cose commerciali».

Dio
Buscemi è uno di quegli attori che può dire di essere stato Dio; nel suo caso nella prima stagione della serie tv Miracle Workers. È una serie particolare, e nella seconda stagione interpreta invece un contadino medievale, un ruolo che dice di gradire maggiormente: «Fare Dio era divertente, ma ero isolato da tutti, e non era granché allegro».

Čechov su Zoom
Nelle tante settimane passate in casa, Buscemi ha detto di aver guardato molti vecchi film, soprattutto la domenica mattina, e che il suo prossimo impegno professionale sarà a teatro, dove tornerà dopo quasi vent’anni. Reciterà nelle Tre sorelle di Anton Čechov e per ora ha detto che ci sono già state delle prove in videochiamata: «Devo imparare a usare Zoom», ha detto, «perché lo stanno usando tutti».

Jo Andres
Buscemi conobbe l’artista Jo Andres nel 1983. L’aveva vista girando per le strade dell’East Village col suo cane: si conobbero e iniziarono a frequentarsi. Lui ha detto di ricordare ancora quando lei, entrando per la prima volta a casa di lui, realizzò di avere già visto la sua faccia sul manifesto di uno spettacolo comico, vedendone uno uguale proprio in casa sua. Lui ha detto di ricordare ancora distintamente il momento in cui lei realizzò la cosa, dicendo: «Sei tu!». Si sposarono nel 1987 e Lucian nacque nel 1990. Entrambi viaggiavano molto per lavoro ma Buscemi ha spiegato che cercavano di non far passare mai più di tre settimane senza vedersi: «Dopo tre settimane la lontananza diventava insopportabile».

Nel 2015 ad Andres fu diagnosticato un tumore alle ovaie, che dopo le cure ricomparve nel 2017. «La cosa peggiore è stata il dolore», ha detto lui. Ha poi aggiunto che Jo è morta «mostrando la strada, affrontando la cosa». «Non penso davvero», ha detto, «che avesse paura di morire; penso solo che per lei sia stata solo una lunga serie di “Oh, non potrò fare più questa cosa”». Tra tutte le cianfrusaglie che Buscemi sta ordinando nella sua casa, molte cose hanno a che fare con gli oltre trent’anni che lui e lei hanno passato insieme.