Il Brasile ha smesso di pubblicare i numeri totali sull’epidemia da coronavirus
E ha rimosso mesi di dati giornalieri riferiti ai singoli stati: secondo i critici, è un tentativo di minimizzare l'epidemia
Il governo brasiliano ha smesso di pubblicare sul suo sito dedicato all’epidemia da coronavirus il numero aggiornato dei casi accertati totali e dei morti, dicendo che d’ora in avanti pubblicherà solo i dati riferiti alle precedenti 24 ore. Dal sito del ministero della Salute sono stati inoltre rimossi tutti i dati giornalieri raccolti nei mesi scorsi e riferiti ai singoli stati del Brasile, che aiutavano a dare un quadro più preciso della gravità dell’epidemia nel paese. O Globo, uno dei principali quotidiani brasiliani, ha scritto di avere chiesto al governo spiegazioni su quanto deciso, ma di non avere ricevuto risposte. La scelta del governo è stata molto criticata e interpretata come un tentativo di nascondere i dati e minimizzare la portata dell’epidemia.
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Il presidente Jair Bolsonaro, ampiamente criticato nei mesi scorsi per la gestione della crisi, ha scritto su Twitter che la divulgazione dei dati delle precedenti 24 ore «permette di seguire la realtà del paese in quel momento e definire strategie adeguate a favore della popolazione», e ha aggiunto che il numero dei casi totali accertati e dei morti non è particolarmente rappresentativo, perché non specifica quante persone siano malate in quel momento.
2- A divulgação dos dados de 24 horas permite acompanhar a realidade do país neste momento e definir estratégias adequadas para o atendimento a população. A curva de casos mostram as situações como as cenários mais críticos, as reversões de quadros e a necessidade para preparação
— Jair M. Bolsonaro (@jairbolsonaro) June 6, 2020
Il Brasile è uno dei paesi più colpiti al mondo dall’epidemia da coronavirus, anche se i dati ufficiali diffusi dal governo brasiliano sono stati giudicati fin dall’inizio molto parziali. A oggi il Brasile ha registrato 672.846 casi positivi accertati (dietro solo agli Stati Uniti, con quasi 2 milioni di persone risultate contagiate) e 35.846 morti (dietro a Stati Uniti e a Regno Unito).
Secondo molti, e secondo quanto ammesso dallo stesso ministero della Salute brasiliano, i dati ufficiali mostrerebbero solo una parte dei contagiati e dei morti per coronavirus, ma Bolsonaro e i suoi alleati non sembrano pensarla allo stesso modo. Carlos Wizard, uomo d’affari considerato molto vicino a Bolsonaro e che dovrebbe presto ottenere un incarico di alto livello nel ministero della Salute, ha sostenuto che i numeri sul contagio sarebbero «fantasiosi o manipolati»: Wizard ha detto che i governatori di alcuni stati brasiliani avrebbero trasmesso al governo dati fasulli, di fatto implicando che l’epidemia in Brasile sia meno grave rispetto a quanto emerso finora. Le affermazioni di Wizard sono state criticate da funzionari del ministero della Salute, da medici e da diversi parlamentari.
Il governo brasiliano è stato molto criticato per avere cambiato il modo di diffondere i dati. Gilmar Mendes, ministro del Tribunale Federale Supremo, ha scritto su Twitter che «la manipolazione dei dati è una manovra da regimi totalitari». Non sono comunque le prime critiche ricevute dal presidente Bolsonaro per la gestione della crisi. Bolsonaro era stato più volte accusato di minimizzare la gravità dell’epidemia – definendola una «piccola influenza» – e di rifiutare le misure restrittive raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.