L’enorme perdita di gasolio in una centrale elettrica in Siberia
Da una cisterna sono fuoriuscite circa 20mila tonnellate di carburante, che si sono riversate in un fiume: il presidente russo Putin ha ordinato lo stato d'emergenza
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato lo stato d’emergenza dopo che il 29 maggio, vicino a Norilsk, nella regione del Krasnojarsk della Siberia settentrionale, c’è stato un incidente in una centrale elettrica: una cisterna ha perso circa 20mila tonnellate di gasolio, che si sono riversate nel fiume Ambarnaya colorandolo di rosso e arrivando a circa 12 chilometri dal luogo dell’incidente. In tutto, il gasolio avrebbe contaminato un’area di circa 350 chilometri quadrati.
20,000 tonnes of diesel fuel spilled into a river near a Norilsk power plant. @wwfRU says the most toxic components have already dissolved & flowed past booms toward the Arctic Ocean https://t.co/ZxyU3aiUo3 pic.twitter.com/NO3oC7RxsS
— Alec Luhn (@AlecLuhn) June 2, 2020
L’incidente sarebbe stato causato dal cedimento dei pilastri che sostenevano il serbatoio: l’intera area è stata costruita sul permafrost che, a causa dell’aumento delle temperature, si sarebbe sciolto. L’impianto è gestito dalla NTEK, una sussidiaria della Norilsk Nickel, una delle più importanti società al mondo di estrazione e fusione di nichel e palladio. Secondo la responsabile dell’agenzia per la tutela dell’ambiente russa, Svetlana Radionova, la concentrazione di elementi inquinanti nel fiume sarebbe decine di migliaia di volte superiore a quella consentita.
Mercoledì Putin ha tenuto una videoconferenza, trasmessa in televisione, con il capo della NTEK, Sergei Lipin, nel corso della quale si è lamentato per il ritardo con cui è stato dato l’allarme per la perdita di gasolio: «Perché le agenzie governative ne sono venute a conoscenza solamente due giorni dopo?» – ha chiesto Putin – «Dobbiamo venire a sapere di situazioni di emergenza tramite i social network?». Poco prima il governatore della regione del Krasnojarsk, Alexander Uss, aveva detto a Putin di essere stato informato dell’incidente solamente domenica 31 maggio, dopo che la notizia aveva iniziato a circolare sui social network. Norilsk Nickel ha risposto che l’incidente era stato invece comunicato «in modo tempestivo».
Putin ha quindi dichiarato lo stato d’emergenza, che prevede che vengano mobilitate maggiori risorse per portare soccorso nella zona interessata dall’incidente, e ha anche annunciato che sarà avviata un’indagine per capire le cause della fuoriuscita di gasolio.
Non è la prima volta che incidenti di questo tipo avvengono in impianti della Norilsk Nickel: nel 2016 da un impianto metallurgico di proprietà della società era fuoriuscito del materiale inquinante che si era riversato nel fiume Daldykan, colorandolo anche in quel caso completamente di rosso.
Secondo un rappresentante russo del WWF, Alexei Knizhnikov, il volume di gasolio riversato dall’impianto di Norilsk sarebbe superiore a quello perso nel grave incidente avvenuto nel 2007 nello stretto di Kerch, nel Mar Nero, quando una nave cisterna affondò perdendo in acqua 5mila tonnellate di gasolio.
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