Breve storia dell’occupazione di CasaPound
Se ne sta parlando di nuovo a causa della notizia dell'ordine di sequestro della sede del movimento, occupata abusivamente dal 2003
Il movimento neofascista CasaPound è nato nel 2003 a seguito dell’occupazione abusiva di un palazzo nel centro di Roma, nel quartiere Esquilino, poco distante dalla stazione Termini. Negli anni CasaPound è diventato un movimento nazionale, presente in molte città e regioni, ma il palazzo occupato a Roma è rimasta la sua sede più importante. Giovedì mattina si è tornato a parlare della questione a causa della notizia dell’ordine di sequestro da parte della Procura di Roma, anticipato dall’annuncio sui social della sindaca della città Virginia Raggi.
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La storia dell’occupazione del palazzo di CasaPound, che si trova in via Napoleone III, è stata ricostruita dall’Espresso nel 2018. L’edificio è di proprietà pubblica, e prima dell’occupazione ospitava gli uffici del ministero dell’Istruzione. Il 27 dicembre 2003 però l’edificio era vuoto e fu occupato da alcuni membri di un centro sociale di destra, che in quel periodo stava organizzando occupazioni anche in altri quartieri della città.
Il ministero chiese subito lo sgombero del palazzo, ma dopo pochi mesi comunicò all’Agenzia del Demanio, la proprietaria dell’edificio, di volerlo riconsegnare per «cessate esigenze istituzionali». La richiesta fu respinta a causa dell’occupazione dei neofascisti e secondo L’Espresso i due enti pubblici si sono rimpallati le responsabilità per anni. Nel frattempo CasaPound ha trasformato gli ex uffici in appartamenti e ha messo la famosa scritta sulla facciata, fatta rimuovere ad agosto dello scorso anno.
Nel 2009 il comune di Roma, per volontà dell’allora sindaco Gianni Alemanno, si accordò con l’Agenzia del Demanio per acquistare l’immobile, ma l’accordo saltò a causa delle polemiche dell’opposizione. Alemanno era molto vicino ai movimenti di estrema destra e si temeva che potesse autorizzare l’occupazione piuttosto che chiedere lo sgombero del palazzo. Da allora la situazione è rimasta sostanzialmente invariata, anche se nel 2016 l’allora commissario straordinario Francesco Paolo Tronca reinserì la sede di CasaPound nella lista delle occupazioni abusive della città, dopo che proprio Alemanno l’aveva esclusa.
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