Altri tre poliziotti sono stati incriminati per la morte di George Floyd
Altri tre poliziotti sono stati incriminati per la morte di George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso il 25 maggio durante un arresto a Minneapolis, in Minnesota; l’accusa per l’agente Derek Chauvin si è aggravata, passando da omicidio di terzo grado a omicidio di secondo grado.
Floyd era stato arrestato con violenza nonostante fosse disarmato: mentre veniva schiacciato a terra da Chauvin per nove minuti, aveva detto ripetutamente che non riusciva a respirare ed era morto poco dopo. La sua morte ha provocato grandi proteste negli Stati Uniti per una settimana di seguito.
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Chauvin era stato inizialmente arrestato con l’accusa di manslaughter (omicidio involontario) e third degree murder (omicidio di terzo grado), che nell’ordinamento del Minnesota definisce la situazione in cui, senza intenzione di uccidere, si provoca la morte di un’altra persona compiendo un’azione crudele e molto pericolosa per gli altri, mostrando di non avere riguardo per la vita umana. In Minnesota l’omicidio di secondo grado indica varie situazioni, tra cui l’omicidio volontario non premeditato oppure l’intenzione di non uccidere ma di infliggere un grande dolore fisico alla vittima. Gli avvocati devono provare che o l’accusato intendeva uccidere la vittima in modo non premeditato o che non intendeva ucciderla e lo ha fatto mentre compiva un altro reato. Chauvin rischia fino a 40 anni di carcere.
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I tre agenti incriminati sono Thomas Lane, 37 anni, J. Alexander Kueng, 26 anni, e Tou Thao, 34 anni; sono accusati di aver facilitato l’omicidio di Floyd. Lane e Kueng aiutarono Chauvin a tenere Floyd a terra per un certo periodo di tempo mentre Thao ha assistito senza fare niente. I quattro agenti sono stati subito licenziati.
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