La conferenza stampa di Trump con Bibbia e lacrimogeni
A Washington la polizia ha usato il gas lacrimogeno per permettere a Trump di farsi fotografare di fronte a una chiesa
Washington, la capitale degli Stati Uniti, è una delle decine di città americane dove lunedì, per il settimo giorno consecutivo, si sono tenute manifestazioni di protesta per la morte di George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso il 25 maggio a Minneapolis durante un arresto. Le persone che si erano raccolte intorno alla Casa Bianca sono state però disperse dalla polizia e dalla Guardia Nazionale, la principale forza militare di riservisti americana, per permettere al presidente Donald Trump di farsi fotografare davanti a una chiesa danneggiata domenica da un incendio.
È successo poco prima delle 19, l’orario di inizio del coprifuoco introdotto per limitare le violenze e i saccheggi legati alle proteste. Per allontanare i manifestanti presenti in Lafayette Square, il parco davanti alla Casa Bianca, la polizia ha prima avvisato le persone presenti di andarsene, poi ha usato gas lacrimogeno, granate stordenti e manganelli.
In un video si vedono alcuni agenti usare la violenza anche contro un cameraman australiano che stava riprendendo la scena, e contro una giornalista che si trovava insieme a lui: episodi simili – violenze compiute contro i giornalisti dalle forze dell’ordine americane – si erano già visti nell’ultima settimana.
SHOCKING: to see members of the media also taking direct, *intentional* punches and swings from police as they cleared the streets of protesters outside the White House. #protest #Washington #WashingtonDCProtest #PictureOfTheDay pic.twitter.com/7zR154O6Jg
— Scott Thuman (@ScottThuman) June 1, 2020
Ciò che la telecamera del cameraman riprendeva – e che i telespettatori australiani hanno visto in diretta – è questo:
Here’s how this scene was viewed live in Australia. One of America’s closest and most dependable allies. Rendered speechless. Just watch. pic.twitter.com/IjOzgs3WYo
— Brett McGurk (@brett_mcgurk) June 2, 2020
La chiesa episcopale che Trump ha visitato è la St. John’s Church, detta anche “chiesa dei presidenti” perché si trova quasi di fronte alla Casa Bianca dall’altra parte di Lafayette Square ed è sempre stata frequentata dai presidenti americani dai tempi di James Madison (1809-1817).
Domenica sera, durante le proteste, la chiesa era stata danneggiata da un incendio. Lunedì i collaboratori di Trump avevano commentato con parole molto dure i danni alla chiesa. Il New York Times aveva parlato con alcune persone vicine all’amministrazione e aveva scritto che era stata la consigliera di Trump Hope Hicks a organizzare la visita alla chiesa.
La visita è avvenuta dopo il discorso con cui Trump, dal giardino della Casa Bianca, aveva detto che avrebbe fatto intervenire l’esercito per sedare le proteste violente contro la morte di George Floyd, se sindaci e governatori non fossero stati in grado di tenere la situazione sotto controllo.
Trump è uscito dai cancelli della Casa Bianca, a piedi, alle 19.01, insieme a sua figlia Ivanka e al marito di lei, Jared Kushner, entrambi consiglieri del presidente. Insieme a loro c’erano anche Hope Hicks e Kayleigh McEnany, portavoce della Casa Bianca. Trump indossava una mascherina, che poi si è tolto per le fotografie scattate davanti alla St. John’s Church. L’intera visita – che è stata più che altro un servizio fotografico – è durata circa 17 minuti.
In alcune delle fotografie, si vede Trump mentre tiene una copia della Bibbia in mano. Un giornalista presente alla visita gli ha chiesto, «È la sua Bibbia?», e il presidente ha risposto, «È una Bibbia», e l’ha girata verso i giornalisti perché potessero vederla. Mariann E. Budde, vescova della diocesi episcopale di Washington, ha assistito alla scena da lontano e ha detto che i religiosi non erano stati informati della visita del presidente. Budde ha criticato l’uso del gas lacrimogeno e delle granate stordenti per allontanare i manifestanti pacifici allo scopo di creare un percorso sicuro per il presidente.
Budde ha anche fatto notare che Trump non ha pregato davanti alla chiesa e non ha citato né George Floyd né gli abusi subiti in generale dagli afroamericani da parte delle forze dell’ordine. La vescova ha anche accusato Trump di aver usato la Bibbia, un testo religioso, per scopi politici.
Su Twitter la sindaca di Washington, Muriel Bowser, ha scritto che la polizia federale ha disperso la folla che manifestava pacificamente «ben 25 minuti prima dell’inizio del coprifuoco e senza che ci fossero state provocazioni» e ha detto che questa scelta renderà più difficile il lavoro dei poliziotti cittadini, commentandola con un: «Vergognoso!».
I imposed a curfew at 7pm. A full 25 minutes before the curfew & w/o provocation, federal police used munitions on peaceful protestors in front of the White House, an act that will make the job of @DCPoliceDept officers more difficult. Shameful!
DC residents — Go home. Be safe
— Muriel Bowser (@MurielBowser) June 2, 2020