Le notizie di martedì sul coronavirus in Italia
Sono stati comunicati 318 nuovi casi positivi, di cui 187 solo in Lombardia, che continua a essere la regione più colpita
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, nelle ultime 24 ore in Italia sono stati accertati 318 nuovi casi positivi di coronavirus. Le morti legate al coronavirus sono state invece 55. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 408, un numero che ormai continua a diminuire da diverse settimane e che riflette una situazione negli ospedali italiani, e soprattutto in quelli delle regioni del Nord più colpite, molto migliore rispetto a un mese e mezzo fa. I tamponi totali processati a oggi sono 3.962.292, mentre i nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 1.737, per un totale di 160.092.
Anche nelle ultime 24 ore la regione italiana più colpita è stata la Lombardia, che ha comunicato 187 nuove positività. Dall’inizio dell’emergenza, la Lombardia ha fatto registrare 89.205 casi di contagio e 16.143 morti, numeri molto superiori rispetto alla seconda regione italiana più colpita per numero di casi totali, il Piemonte, che ha fatto registrare finora 30.715 casi positivi accertati e 3.884 morti. Nella provincia di Milano, dove il picco dei contagi è arrivato dopo quello di altre province lombarde, tra cui Lodi, Cremona, Bergamo e Brescia, i nuovi casi positivi sono stati 45 (ieri 18), di cui 12 a Milano città (ieri 8).
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I DATI del #2giugno in #Lombardia
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— Regione Lombardia (@RegLombardia) June 2, 2020
Oggi sette regioni non hanno registrato contagi: Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, e altre sette regioni ne hanno registrati meno di dieci ciascuna.
Secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University, che dall’inizio dell’epidemia tiene conto del totale dei casi positivi e dei morti per coronavirus registrati nel mondo, l’Italia è il terzo paese europeo per numero di contagiati, con 233.515 casi accertati, dietro il Regno Unito e la Spagna, e il secondo per numero di morti (33.530), dietro solo al Regno Unito.
Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).
Le altre notizie di oggi
Oggi, in occasione della Festa della Repubblica, i partiti del centrodestra hanno organizzato una manifestazione nel centro di Roma per protestare contro la gestione del governo della “Fase 2” e «a nome degli italiani dimenticati». I video e le immagini delle manifestazioni sono circolati e hanno mostrato come non sia stato rispettato il distanziamento fisico di almeno un metro tra le persone, in contraddizione con quanto raccomandato dalle norme locali e nazionali per limitare il contagio da coronavirus.
#Salvini arriva a Piazza del Popolo per la manifestazione del centrodestra per la #FestaDellaRepubblica, così risponde ai giornalisti#2giugno2020 #2giugno pic.twitter.com/ButeygdDwJ
— Zeta (@Zeta_Luiss) June 2, 2020
Oggi, inoltre, è stato l’ultimo giorno di chiusura dei confini tra le regioni italiane. Da mercoledì 3 giugno saranno nuovamente consentiti gli spostamenti da una regione all’altra per qualsiasi motivo, e non soltanto per lavoro, salute o assoluta necessità. La libertà di spostamento vale per tutto il territorio nazionale: il governo non ha disposto misure specifiche per prolungare la chiusura dei confini di alcune regioni più colpite, nemmeno per la Lombardia.
Precedenti proposte e ipotesi, come quella di fantomatici “passaporti di immunità” per accedere a certe regioni, per il momento non sono state applicate. Diversi presidenti di regione, specialmente nel Sud, area molto meno colpita del Nord, hanno protestato per l’apertura dei confini, ipotizzando protocolli di sicurezza autonomi che però finora non sono stati annunciati con chiarezza e che sembrano di difficile applicazione.