Le notizie sul coronavirus nel mondo
In Corea del Sud si teme una nuova diffusione del virus, mentre in Cina, a Wuhan, tra 60mila persone asintomatiche testate, nessuno è risultato positivo
Da quando è iniziata la pandemia da coronavirus sono stati registrati più di 6 milioni di casi in tutto il mondo e secondo i dati ufficiali sono morte circa 370mila persone. Il paese in cui sono stati confermati più contagi continuano a essere gli Stati Uniti con 1 milione e 790mila casi e più di 104mila morti. Il secondo paese più colpito è il Brasile con 514mila casi, seguito dalla Russia con 495mila. I contagi nel Regno Unito dall’inizio dell’epidemia sono circa 276mila, quasi 239mila in Spagna e 233mila in Italia. I paesi con il maggior numero di morti dopo gli Stati Uniti sono il Regno Unito (38.571) e l’Italia (33.415), seguiti da Brasile e Francia.
Corea del Sud
In Corea del Sud si teme una nuova diffusione del virus dopo che il paese fino a qualche giorno fa si stava avviando verso un ritorno alla normalità, allentando il distanziamento fisico e riaprendo le scuole: il 28 maggio sono state reintrodotte nuove misure di distanziamento sociale e negli ultimi 5 giorni nel paese sono stati registrati 238 nuovi casi, la maggior parte dei quali nell’area metropolitana della capitale Seul. La maggior parte dei nuovi contagi sembra aver avuto origine in locali notturni, ristoranti e in un grande magazzino nella periferia di Seul. Dei 35 nuovi casi segnalati nelle ultime 24 ore, 30 sono stati accertati nell’area di Seul.
Corea del Nord
La Corea del Nord invece prevederebbe, secondo quanto riferiscono i media statali, di riaprire le scuole questo mese. Avrebbero dovuto aprire già all’inizio di aprile, ma ciò è avvenuto solo per alcuni istituti superiori e università, mentre per le altre scuole sono state prorogate le vacanze. La radio di stato nordcoreana ha parlato di aperture di scuole elementari, medie e superiori, ma anche degli asili, per «l’inizio di giugno». Ufficialmente la Corea del Nord non ha mai confermato di avere casi di coronavirus, anche se appare altamente improbabile.
Cina
In Cina intanto, a Wuhan, tra le 60mila persone asintomatiche testate il 31 maggio non è stato trovato neppure un paziente positivo al coronavirus. Si tratta della prima volta in due mesi che nella città da cui si è diffusa la pandemia non vengono registrati casi di positivi asintomatici. In tutta la Cina sono stati registrati complessivamente 16 nuovi casi, il numero giornaliero più alto nelle ultime tre settimane, ma tutti segnalati come casi non gravi.
Stati Uniti
Nonostante le misure restrittive adottate finora, negli Stati Uniti c’è il timore che le numerose proteste degli ultimi giorni per l’uccisione di George Floyd possano causare un’ulteriore diffusione del coronavirus. I manifestanti sono a stretto contatto, spesso senza mascherine e cantando o gridando possono favorire la trasmissione del virus.
Il 29 maggio il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo ha annunciato durante una conferenza stampa che per l’8 giugno, a novanta giorni dal primo caso di contagio, la città di New York potrebbe raggiungere i requisiti statali per l’avvio della prima fase di riaperture. Secondo Cuomo circa 400mila newyorkesi potrebbero tornare al lavoro per quella data. Le riaperture riguarderanno principalmente il settore edile e la produzione di beni primari. Potranno riaprire anche alcune attività al dettaglio, ma ci sarà l’obbligo del ritiro delle merci senza entrare all’interno delle attività.
Gli Stati Uniti hanno fornito al Brasile due milioni di dosi di idrossiclorochina. I due paesi continuano a propagandarne l’uso nonostante l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, e alcuni paesi europei fra cui l’Italia, ne abbiano sospeso la sperimentazione.
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Regno Unito
Oggi nel Regno Unito hanno riaperto le scuole primarie e dell’infanzia, ma secondo quando riporta il Guardian, un milione di studenti, la metà di quelli che dovrebbero tornare in classe, rimarrà a casa. Questo perché molti genitori sono ancora scettici sulla sicurezza dei bambini in una fase in cui i casi di contagio sono ancora numerosi.
Intanto sono state rese pubbliche le prime immagini della regina Elisabetta II dall’inizio del suo isolamento nella sua residenza di Windsor il 19 marzo. La regina è stata fotografata mentre cavalcava un pony. Durante la sua assenza da BuckingHam Palace Elisabetta ha comunque continuato a tenere i suoi colloqui settimanali con il Primo ministro Boris Johnson, che si sono svolti per telefono.
Russia
In Russia, nella capitale Mosca, nonostante l’alto numero di contagi nel Paese, secondo soltanto a quello degli Stati Uniti e del Brasile, sono stati riaperti da oggi parchi e centri commerciali. La decisione di allentare le chiusure è stata presa dopo che il presidente Vladimir Putin aveva annunciato che l’epidemia nel paese aveva superato il picco dei contagi.
Spagna
In Spagna il premier Pedro Sanchez chiederà al Parlamento un’ulteriore proroga di due settimane dello stato di emergenza, cioè fino al 21 giugno. Dopo quella data il governo non imporrà più restrizioni alla libertà di movimento dei cittadini. Durante una conferenza stampa, Sanchez si è detto sollevato per il fatto che i casi di contagio nelle ultime settimane si siano ridotti drasticamente. In Spagna ieri i nuovi casi di contagio sono stati 96 (contro i 271 del giorno precedente e record minimo da marzo), mentre i decessi soltanto due (39 nell’ultima settimana).
Belgio
Intanto in Belgio il principe Joachim, 28 anni, nipote del re Philippe, ha ammesso di aver contratto il coronavirus in Spagna mentre nel paese erano previste le misure di distanziamento fisico. Joachim il 26 maggio dal Belgio aveva raggiunto la Spagna per uno stage, ma due giorni dopo aveva partecipato a una festa nella città di Cordova a cui sarebbero state presenti altre 27 persone. «Mi scuso per non aver rispettato tutte le misure di quarantena durante il mio viaggio», si è scusato Joachim aggiungendo: «In questi tempi difficili non volevo offendere nessuno». Le regole della città di Cordova prevedono che non si possano riunire più di 15 persone.
India
In India ieri sono stati accertati in un solo giorno più di 8mila nuovi casi di contagio, un nuovo record nella settimana con il numero maggiore di infezioni accertate dall’inizio dell’epidemia. In totale a oggi ci sono 182.143 casi confermati e 5.164 morti, di cui 193 nelle ultime 24 ore. I contagi si concentrano in due stati: quello di Maharashtra e del Gujarat.
Le chiusure per contrastare la diffusione del virus, che dovevano concludersi il 31 maggio, sono state prorogato fino al 30 giugno in una serie di zone identificate come “ad alto rischio” dai singoli stati, mentre il resto del paese si sta preparando a riaprire.
Filippine
Da oggi a Manila, la capitale delle Filippine, sono state allentate le misure di contenimento del coronavirus decise a metà di marzo. Molti negozi hanno riaperto e decine di migliaia di persone sono tornate al lavoro, anche se alcune restrizioni sono ancora in vigore. Il trasporto pubblico è ripreso nella metropoli, anche se con ingressi contingentati. Le scuole rimarranno chiuse ancora per due settimane, mentre parrucchieri e centri di bellezza potranno riaprire la prossima settimana. Dall’inizio dell’epidemia nelle Filippine sono stati accertati 18mila casi di contagio e 957 morti.
Hong Kong
A Hong Kong, per la prima volta dopo due settimane, è stato confermato un caso di coronavirus trasmesso localmente, cioè non proveniente dall’estero. Anche a Hong Kong quindi crescono le preoccupazioni per una possibile nuova diffusione del virus dopo che sono state allentate le misure di contenimento. Il numero di contagi accertati fino ad oggi è di 1.085 e sono stati 4 i morti.
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Frontiere
Ieri invece la Grecia ha spiegato in maniera più dettagliata rispetto a quanto aveva fatto in precedenza le misure che regoleranno l’accesso al paese dall’estero nel prossimo mese. In particolare venerdì il governo aveva detto che sarebbe stato possibile visitare la Grecia per le persone provenienti da 29 paesi, tra i quali non c’era l’Italia. Il governo greco ha però specificato che saranno possibili i normali collegamenti aerei con gli aeroporti di Atene e Salonicco, ma i passeggeri partiti dalle regioni ritenute ad alto rischio di contagio dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA) dovranno obbligatoriamente sottoporsi a un test (non è chiaro se il sierologico o il tampone) per il SARS-CoV-2. Tra queste regioni ci sono anche quattro regioni italiane: l’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Piemonte e il Veneto.
Per quanto riguarda le altre riaperture delle frontiere europee la Spagna ha già consentito l’accesso ai cittadini stranieri, ma fino al primo luglio ha imposto un periodo di quarantena di 14 giorni a chiunque arrivi nel paese. La Francia invece, secondo quanto dichiarato il 28 maggio dal primo ministro Édouard Philippe, aprirà le frontiere dal 15 giugno: a chi arriverà dall’estero sarà chiesto di trascorrere volontariamente un periodo in quarantena.
Anche la Germania riaprirà le frontiere ai cittadini europei a partire dal 15 giugno. Il governo tedesco ha anche annunciato che chiederà all’Unione Europea di adottare regole uniche per riattivare le misure di contenimento dell’epidemia se ce ne sarà bisogno. Il 15 giugno anche l’Austria riaprirà i propri confini, ma solo con Germania, Svizzera e Liechtenstein, paesi con cui ha raggiunto accordi per gestire viaggi e controllare i rischi legati al coronavirus.
La Svizzera invece ha deciso di riaprire le frontiere a partire dall’8 giugno, ma solo per studenti e lavoratori, e a determinate condizioni. Dal 15 giugno invece libero accesso da Germania, Francia e Austria, mentre a partire dal 6 luglio sarà nuovamente permessa la libera circolazione dei cittadini dell’area Schengen.
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