Come il Regno Unito traccia i contagi
Da oggi 25mila operatori si occuperanno del tracciamento dei contatti, cercando i nuovi positivi al coronavirus e avvisando le persone che hanno incontrato
A partire da oggi in Inghilterra sarà avviato il nuovo piano per il tracciamento dei contatti, con l’obiettivo di ridurre la diffusione del coronavirus e procedere con una attenuazione delle restrizioni imposte negli ultimi mesi contro la pandemia. Il programma prevede una sorveglianza più accurata di chi risulta infetto, grazie a un gruppo di circa 25mila persone che si occuperanno di ricostruire i contatti nei giorni precedenti all’insorgenza dei sintomi da COVID-19. Progetti analoghi sono in fase di partenza anche nel Galles, in Scozia e nell’Irlanda del Nord.
Presentando l’iniziativa il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha detto che il tracciamento dei contatti “cambierà la vita delle persone”. Con il suo impiego su larga scala, il governo confida infatti di rimuovere buona parte delle limitazioni imposte finora, consentendo maggiori spostamenti e la completa riapertura delle attività commerciali e produttive. Nel Regno Unito sono stati finora rilevati quasi 270mila casi positivi al coronavirus e sono morte oltre 37.500 persone.
Tracciamento dei contatti
Durante un’epidemia, il tracciamento dei contatti è utile per identificare le persone che potrebbero essere state infettate da un contagiato. Di solito viene effettuato intervistando gli individui risultati positivi al coronavirus, con l’obiettivo di ricostruire con quali persone siano entrati in contatto esponendole al rischio del contagio. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, epidemiologi e diversi altri esperti, il tracciamento è fondamentale per individuare il prima possibile le nuove catene dei contagi e interromperle rapidamente.
Contatti stretti
Il governo britannico ha spiegato che oggi gli addetti al tracciamento dei contatti inizieranno a mettersi in contatto con le persone risultate positive nelle ultime 24 ore, tramite il test che prevede un prelievo di saliva e muco tramite un tampone. I nuovi positivi saranno intervistati per avere notizie sugli spostamenti effettuati negli ultimi giorni e sulle persone con cui sono stati a stretto contatto nei due giorni prima dello sviluppo dei sintomi e nei sette successivi.
Per “contatti stretti” il governo intende le persone con cui si sono condivisi stessi spazi per più di 15 minuti o con le quali si è stati a una vicinanza inferiore ai due metri; rientrano inoltre nella categoria i conviventi e le persone con cui si hanno rapporti sessuali.
Tamponi
Nel Regno Unito chi sviluppa sintomi compatibili con la COVID-19 deve mettersi in isolamento per una settimana, mentre gli eventuali conviventi devono isolarsi per due settimane (perché potrebbero essere stati contagiati ed essere diventati a loro volta contagiosi, ma senza avere ancora sviluppato i sintomi). Con le nuove regole, chi svilupperà i sintomi dovrà richiedere il test tramite il tampone, accedendo al sito del servizio sanitario britannico (NHS) o facendo richiesta per telefono.
Interviste e isolamento
Le persone che risulteranno negative potranno interrompere immediatamente l’isolamento e così potranno fare anche i loro conviventi. Se invece il test darà esito positivo, un addetto al tracciamento si metterà in contatto con la persona risultata positiva per intervistarla, chiedendole informazioni sugli spostamenti effettuati negli ultimi giorni e soprattutto sugli incontri avuti. L’intervista potrà avvenire per via telefonica: tramite messaggi sul cellulare o con una telefonata.
Gli individui entrati in contatto con la persona positiva, prima che sapesse di esserlo, saranno poi avvisati e sarà chiesto loro di rimanere in isolamento per due settimane, a prescindere da come si sentano. Potranno essere sottoposti al tampone nel caso in cui sviluppino i sintomi, condizione che porterebbe poi a un nuovo tracciamento dei contatti per continuare a seguire la catena del contagio e provare a fermarla il prima possibile.
Tempismo
Il tracciamento dei contatti si rivela efficace solo se viene svolto tempestivamente non appena sono rilevati nuovi casi positivi. I tempi sono soprattutto condizionati dalla possibilità di effettuare i tamponi e di ottenere i risultati in meno di 24 ore. Come in molti altri paesi, Italia compresa, anche nel Regno Unito i laboratori che si occupano dell’analisi dei tamponi sono sotto grandi stress e raramente riescono a fornire l’esito a meno di un giorno dal prelievo. Johnson ha detto che i tempi saranno drasticamente ridotti, ma molti osservatori hanno commentato con grande scetticismo le dichiarazioni del primo ministro britannico ritenendo improbabile l’obiettivo annunciato.
App
Per rafforzare le attività legate al tracciamento dei contatti, il Regno Unito ha inoltre avviato la sperimentazione di un’applicazione che dovrebbe consentire di ricevere notifiche nel caso in cui si sia entrati in contatto con persone che hanno poi scoperto di essere positive al coronavirus. Un test su un numero ristretto di persone è stato avviato sull’isola di Wight, e il governo confida di riuscire a diffondere una prima versione del sistema entro il prossimo mese. Molti altri paesi hanno avviato lo sviluppo di soluzioni simili – in Italia è da poco partita la sperimentazione per l’app Immuni – ma a oggi non ci sono dati sufficienti per valutarne l’efficacia e l’utilità.
Testare, tracciare, isolare
Ormai da diversi mesi l’OMS consiglia soprattutto di eseguire quanti più test possibili, isolare rapidamente gli infetti ed effettuare un’intensa attività di tracciamento dei contatti per accorciare le catene dei contagi. I paesi che hanno applicato con maggiore rigore queste indicazioni hanno ottenuto risultati apprezzabili, seppure ancora difficili da stimare considerato che il rallentamento più grande della diffusione dell’epidemia è stato favorito dalle misure restrittive.