Le messe e il coronavirus
A Francoforte i partecipanti a una sola funzione hanno infettato oltre cento persone, confermando le preoccupazioni su cerimonie religiose e rischio di nuovi contagi
A Francoforte, in Germania, oltre cento persone hanno contratto il coronavirus dopo che alcune di loro avevano partecipato a una messa, celebrata due settimane fa. Il contagio si è verificato dopo le prime attenuazioni delle restrizioni nelle città tedesche, imposte per ridurre la diffusione dell’epidemia. La vicenda conferma le preoccupazioni di virologi ed epidemiologi, che nelle ultime settimane hanno invitato i governi a procedere con molta cautela nelle riaperture, proprio per evitare un nuovo aumento significativo dei contagi.
Il 10 maggio scorso alcuni fedeli avevano partecipato a una messa organizzata dalla Chiesa cristiano-battista, condividendo per circa un’ora gli stessi spazi in un edificio religioso. Dopo alcuni giorni, parte dei fedeli aveva manifestato sintomi compatibili con la COVID-19 e successivi esami avevano confermato la presenza del coronavirus.
Le autorità sanitarie dell’Assia, lo stato in cui si trova Francoforte, avevano allora avviato le attività di tracciamento dei contatti, partendo dalle persone che avevano partecipato alla messa ed estendendo poi le ricerche agli individui con cui erano venuti in contatto. L’indagine ha portato a ricostruire una catena dei contagi piuttosto articolata e che ha interessato nel complesso 107 persone.
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Wladimir Pritzkau, uno dei responsabili della congregazione religiosa, ha detto che durante la cerimonia erano state rispettate tutte le indicazioni per ridurre il rischio dei contagi. Le superfici della chiesa erano state sanificate e ogni fedele aveva mantenuto il distanziamento fisico di circa due metri.
Soprattutto grazie a un accurato tracciamento dei contatti, la Germania nelle ultime settimane ha ridotto sensibilmente il numero di nuovi casi positivi al coronavirus. Secondo l’Istituto Robert Koch, responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie nel paese, i casi totali dall’inizio dell’epidemia sono stati 178mila, con un aumento di 431 tra sabato e domenica. In Germania a causa del coronavirus sono morte oltre 8mila persone, un numero relativamente basso rispetto al numero dei casi rilevati e se confrontato con la letalità della COVID-19 in altri paesi, come l’Italia.
I casi rilevati a Francoforte e riconducibili alla messa nella Chiesa cristiano-battista hanno segnato uno degli aumenti più significativi degli ultimi giorni nei bilanci per il coronavirus in Germania. Il solo distanziamento fisico può rivelarsi insufficiente in condizioni di particolare affollamento di ambienti chiusi, ma ci sono comunque dubbi sulla versione fornita da Pritzkau e sull’effettivo rispetto delle distanze durante la funzione religiosa che ha poi determinato la catena dei contagi.
Le ricerche condotte nelle ultime settimane hanno rilevato come il rischio di contagio aumenti sensibilmente nei luoghi chiusi, con scarso ricambio d’aria e la compresenza di molte persone. Le cerimonie religiose sono considerate a rischio proprio per la difficoltà nel gestire gli spazi tra i fedeli, soprattutto nel caso di particolari celebrazioni come quelle funebri.
E in Italia?
Da una settimana anche in Italia è consentito partecipare nuovamente di persona alle funzioni religiose, senza particolari limitazioni. Le disposizioni prevedono che ai fedeli sia controllata la temperatura prima del loro ingresso in chiesa, che ognuno indossi una mascherina e che ci siano prodotti igienizzanti per le mani prima di raggiungere i banchi per assistere alla cerimonia. Il numero di fedeli deve essere commisurato alla grandezza dell’edificio in cui si svolgono le celebrazioni, in modo che tra le persone ci sia sempre un metro di distanza. Dovrebbe essere inoltre incentivato l’utilizzo dei soli banchi, con una disposizione a scacchiera dei partecipanti, in modo da ridurre il rischio di contatti troppo ravvicinati.
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Il luogo di culto deve essere igienizzato dopo ogni cerimonia, e nella sanificazione devono essere compresi gli oggetti sacri, i microfoni e il resto degli arredi. È poi richiesto che i locali vengano aerati, in modo da garantire un ricambio d’aria sufficiente.
Durante la messa non ci si può scambiare il segno della pace e il celebrante può rimanere senza la mascherina, fatta eccezione per il momento della Comunione. La distribuzione delle ostie deve avvenire con i guanti e riducendo al minimo il contatto con i fedeli, che devono rimanere in fila davanti all’altare sempre rispettando il distanziamento fisico.
Queste precauzioni, simili a quelle adottate da altri paesi, contribuiscono a ridurre il rischio del contagio, anche se non è molto chiaro di quanto. Diversi studi preliminari hanno rilevato un aumento sensibile nel rischio di contrarre il coronavirus nei luoghi chiusi, come uffici, ristoranti ed edifici di culto. L’aumento del rischio deriva dalla quantità di tempo trascorsa in ambienti con scarso ricambio d’aria e dalla presenza di persone contagiose, che magari non sanno ancora di essere infette.