Le notizie di lunedì sul coronavirus in Italia

I casi rilevati sono 451 in più di ieri e i morti sono 99. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 749

(ANSA / MATTEO BAZZI)
(ANSA / MATTEO BAZZI)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 451 nuovi casi di contagio da coronavirus, secondo i dati diffusi domenica dalla Protezione Civile, e 99 nuovi morti. Si tratta dei dati più bassi da prima dell’inizio del lockdown lo scorso 9 marzo. In totale, quindi, il bilancio ufficiale dall’inizio dell’epidemia è di 225.886 casi accertati e 32.007 morti. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 749, 13 in meno di ieri. I tamponi totali processati a oggi sono 3.041.366, 36.406 più di ieri.I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 2.150, per un totale di 127.326.

La Lombardia ha fatto registrare 175 dei casi di contagio delle ultime ore e 24 decessi. Il bilancio nella regione continua a essere in ogni caso di gran lunga il peggiore d’Italia, e ammonta complessivamente a 85.019 casi di contagio e 15.543 morti. Nella provincia di Milano i nuovi casi di contagio accertati sono stati 71, di cui 24 a Milano.

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Leggendo i dati comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati. Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: si è scoperto infatti che questo dato comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, mentre non comprende tutti quelli che sono guariti dopo essere stati malati, ma che non avendo fatto il tampone non sono mai entrati nei numeri ufficiali dei malati.

Le altre notizie di oggi

Oggi lunedì 18 maggio sono state ulteriormente allentate le restrizioni finora in vigore per contrastare la diffusione del coronavirus in esecuzione del Decreto firmato dal presidente del consiglio nella giornata di ieri, dopo una lunga trattativa con le regioni. Oggi hanno potuto riaprire la maggior parte delle attività commerciali, con l’eccezione di pub e ristoranti in Campania dove con un’ordinanza il presidente della regione Vincenzo De Luca ha posticipato l’apertura di questi locali al 21 maggio. Da oggi non è più necessario motivare i propri spostamenti all’interno della regione di residenza, mentre è prevista la compilazione del modulo di autocertificazione per gli spostamenti da regione a regione, che sono limitati a comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute, attraverso un nuovo modulo o utilizzando il modulo valido precedentemente e barrando le voci non più attuali.

Con un’altra ordinanza invece il presidente della Sardegna Christian Solinas ha confermato l’obbligo di quarantena per 14 giorni per chi arriva da altre regioni. «Tutti i soggetti in arrivo in Sardegna, a prescindere dal luogo di provenienza – si legge nell’ordinanza – hanno l’obbligo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario di 14 giorni». Le compagnie aeree e quelle navali dovranno mettere a disposizione della Regione i nominativi e i recapiti dei viaggiatori arrivati in Sardegna.

Oggi sono riprese anche le messe con la presenza dei fedeli. A inaugurare le liturgie con il popolo è stato Papa Francesco che ha celebrato messa questa mattina nella basilica di San Pietro davanti alla tomba di Giovanni Paolo II, in occasione dei cento anni dalla nascita del Papa polacco. Alla messa hanno partecipato, oltre al Papa, altre 30 persone rispettando il distanziamento fisico previsto dal protocollo di sicurezza. Le messe erano chiuse ai fedeli dallo scorso 10 marzo per l’emergenza coronavirus. Oltre che per le messe, oggi la basilica di San Pietro è stata aperta anche ai visitatori, ma non è ancora consentito l’accesso libero alla piazza. Per entrare ed uscire dalla basilica ci si deve muovere all’interno di percorsi transennati.

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Durante un’intervista a “Mattino Cinque” sulla gestione delle prime fasi dell’emergenza coronavirus il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha dichiarato: «Fra tutte le grandi accuse che mi vengono mosse, nessuna di questa è fondata e quindi non mi fa dormire di notte. Fortunatamente se sopravvivo è perché riesco a dormire molto bene di notte. Non ho alcun tipo di peso sulla coscienza». Il presidente ha fatto riferimento a una scritta dove si legge «Fontana assassino», comparsa su un muro di Milano, parlando di una «campagna d’odio che da alcune settimane è stata orchestrata in maniera scientifica». Per Fontana questo clima è causato dalle notizie «messe sul mercato dei media in maniera falsa».

Il presidente del Veneto Luca Zaia invece ha chiarito che i congiunti che vivono nelle regioni limitrofe di Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento e Emilia-Romagna potranno essere visitati da chi risiede in province venete confinanti con quei territori. Per spostarsi però dovranno compilare e portare con sé durante il viaggio il modulo di autocertificazione previsto per gli spostamenti da regione a regione. «L’accordo è già stato firmato con la Provincia di Trento – ha dichiarato Zaia – la visita al congiunto fuori regione, comunque, riguarda le sole province confinanti».

Assomusica, l’associazione italiana di produttori e organizzatori di spettacoli, ha annunciato che tutti i grandi concerti previsti per l’estate sono stati rinviati al 2021. L’assopciazione parla di una «decisione condivisa dalla gran parte dei produttori e organizzatori di spettacoli di musica dal vivo, che fanno sentire unita la loro voce. Un segnale necessario che non significa che la musica dal vivo si arrenderà. L’appuntamento con i grandi eventi live dell’estate 2020 è infatti rimandato al 2021».

Il virologo Massimo Galli, direttore di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano, in un’intervista a Il Messaggero ha affrontato il tema dei possibili rischi di contagio in seguito alle aperture a partire da oggi. «Ora tutti usciranno di casa senza avere una diagnosi definita e precisa. E questo potrebbe far aumentare il numero dei contagiati», ha detto Galli. Lo scienziato ha inoltre ammesso: «Sappiamo che i positivi al coronavirus sono 10 volte tanto quelli trovati». Per Galli però «ripresa economica e necessità clinica andavano conciliate. La convivenza con questo virus sarà lunga, bisognava ripartire».

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Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.

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