Le notizie di venerdì sul coronavirus in Italia

I casi rilevati in totale sono 789 in più di ieri e i morti sono 242. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 808

Un lavoratore in equipaggiamento protettivo igienizza l'interno della Basilica di San Pietro, in Vaticano, venerdì 15 maggio 2020 (AP/Andrew Medichini)
Un lavoratore in equipaggiamento protettivo igienizza l'interno della Basilica di San Pietro, in Vaticano, venerdì 15 maggio 2020 (AP/Andrew Medichini)

I contagi totali da coronavirus registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 223.885: ci sono 789 casi registrati in più di ieri. I morti totali invece sono 31.610, un incremento di 242 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 4.917, per un totale di 120.205. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 808, 47 in meno di ieri. Si registrano 4.370 attualmente positivi in meno, per un totale di 72.070. I tamponi totali processati a oggi sono 2.875.680, 68.176 più di ieri.

In Lombardia, la regione più colpita, i casi registrati nelle ultime 24 ore sono 299, e i morti 115. Le persone al momento in terapia intensiva sono 276, 21 in meno rispetto a ieri. I “guariti o dimessi” sono 40.962, 2.394 in più di ieri. Nella provincia di Milano i casi totali di contagio sono 21.966 (più 66 rispetto a ieri), con un incremento di 30 unità nella città capoluogo.

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Leggendo i dati comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati. Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: si è scoperto infatti che questo dato comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, mentre non comprende tutti quelli che sono guariti dopo essere stati malati, ma che non avendo fatto il tampone non sono mai entrati nei numeri ufficiali dei malati.

Le altre notizie di oggi

Ieri doveva essere presentato il rapporto sui livelli di rischio sanitario nelle varie regioni in base ai criteri stabiliti dal ministero della Salute, ma il documento ancora non è stato reso pubblico. Il report, secondo quanto annunciato dal governo, dovrebbe fornire le indicazioni in base alle quali verranno decise le riaperture attraverso un decreto che è atteso per domani, sabato 16 maggio. Intanto il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha dichiarato che le riaperture di ristoranti, bar, parrucchieri e centri estetici ci saranno soltanto giovedì 21 maggio anche se lunedì prossimo dovesse essere permesso agli altri negozi.

Oggi il presidente della Lombardia Attilio Fontana in un’intervista a Rainews 24 ha avanzato perplessità sull’utilizzo dei test sierologici a fini diagnostici: «Sui test – ha detto Fontana – rispettiamo le indicazioni del ministero e dell’Iss, che dicono che i test hanno valenza solo a fini epidemiologici, non diagnostici. La scelta epidemiologica deve essere fatta da chi ha sotto controllo la situazione. Lo Stato ha deciso di fare 150mila test a fini epidemiologici per capire che percorso ha compiuto il virus. A fini diagnostici questi test non hanno nessuna validità».

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha intanto annunciato che il consiglio comunale ha approvato una delibera che prevede «spazi gratuiti all’aperto per bar, ristoranti e altre attività commerciali» e che per la concessione di questi spazi la burocrazia sarà limitata al massimo. «Saremo ultraflessibili – ha detto ancora Sala – anche se ovviamente rimarranno i vincoli di sicurezza e del fatto che i pedoni si possano muovere con facilità, ma cercheremo di dare una mano a bar e ristoranti che sono in una situazione drammatica».

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Nella provincia di Bolzano, che è stata la prima a concedere dal 9 maggio l’apertura dei negozi e da lunedì 11 quella di parrucchieri, bar, ristoranti e musei, nelle ultime 24 ore non è stato accertato nessun nuovo caso di contagio da coronavirus sui 924 tamponi processati. Inoltre da ormai una settimana in Alto Adige non ci sono stati decessi di pazienti che hanno contratto la Covid-19. Le persone in terapia intensiva sono soltanto 3, mentre gli attualmente positivi sono 2.578.

L’Inps, Istituto nazionale di previdenza sociale, ha comunicato oggi che, a seguito dell’emergenza sanitaria, sono 3,8 milioni le persone che hanno già percepito la cassa integrazione che è stata anticipata dalle aziende con conguaglio Inps, mentre sono 3,4 milioni i beneficiari il cui pagamento è ancora in corso.

Il ministero dell’Interno ha reso noto il numero di controlli effettuati giovedì 14 maggio per garantire il rispetto delle misure di contenimento della diffusione del coronavirus. Le persone controllate sono state oltre 150mila, di cui sono state sanzionate 1.311, tra cui 5 persone per false dichiarazioni o attestazioni e 22 per violazione del divieto di allontanamento dall’abitazione per obbligo di quarantena. Per quanto riguarda le attività e gli esercizi commerciali i controlli sono stati 64mila. Sono stati sanzionati 94 titolari di aziende e adottati 19 provvedimenti di chiusura.

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Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.

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