C’è un piccolo caso intorno a Federica Mogherini
Dopo la fine del suo mandato alla Commissione Europea sta per diventare rettrice di una nota università belga, ma alcuni criticano la procedura e l'opportunità della sua selezione
Nelle prossime settimane Federica Mogherini, ex ministra degli Esteri italiana ed ex Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, sarà nominata rettrice del College of Europe, rispettato istituto post-universitario di Bruges, in Belgio, noto soprattutto per aver formato centinaia di funzionari, consulenti e politici che lavorano nelle istituzioni europee. La sua nomina ha causato diverse polemiche: sia perché Mogherini non ha alcuna esperienza accademica – e l’incarico di rettrice non è onorifico, come in altri istituti – sia perché la sua nomina è avvenuta forzando la procedura ordinaria.
La vicenda è piccola ma mostra bene come negli ultimi anni, nel mondo delle istituzioni europee, il confine fra incarichi tecnici e politici sia sempre più sottile. Nella precedente Commissione si parlò moltissimo della nomina di un ex potente collaboratore di Jean-Claude Juncker, Martin Selmayr, a capo dei funzionari tecnici della Commissione; e nelle settimane precedenti all’emergenza da coronavirus Politico aveva segnalato la nomina di moltissime figure politiche nei gabinetti della nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Per alcuni osservatori la prevalenza di figure politiche è sintomo di una raggiunta maturità delle istituzioni; per altri può portare a scelte poco condivise e aumentare lo scetticismo nei confronti della “bolla” europea.
Mogherini ha terminato il suo mandato da Alto rappresentante per gli Affari esteri e vicepresidente della Commissione Europea all’inizio di dicembre. La procedura di selezione del College per individuare un nuovo rettore era iniziata tre mesi prima. A settembre, il College aveva aperto una procedura pubblica per sostituire il rettore Jörg Monar, uno studioso di politiche europee in carica dal 2013. Nell’annuncio pubblicato sul sito del College si legge che i candidati devono «avere la cittadinanza di un paese europeo, dimostrare sostanziose credenziali accademiche nel campo degli studi europei, e una provata esperienza nell’amministrazione e gestione di una complessa struttura accademica».
Nei mesi scorsi la procedura sembrava essersi bloccata: nessuno dei candidati era stato ritenuto all’altezza e il comitato di selezione del nuovo rettore guidato da Herman Van Rompuy – ex primo ministro belga ed ex presidente del Consiglio Europeo – aveva creato un piccolo sotto-comitato che si era messo alla ricerca di nuovi candidati. Dopo alcune settimane, a fine gennaio annunciò di averne trovato un altro: Federica Mogherini. Il 30 aprile il comitato aveva quindi fatto un colloquio con Mogherini e deciso all’unanimità che non c’era bisogno di sentire altre persone: Mogherini «offre senza dubbio la migliore combinazione di qualità per guidare il College».
Due settimane dopo, il 14 maggio, il consiglio accademico ha accettato la raccomandazione del comitato: la nomina di Mogherini sarà confermata a giugno da un altro organo, il consiglio amministrativo, guidato anche questo da Van Rompuy. Non è chiaro se nel giudizio su Mogherini abbia influito il fatto che la Commissione Europea sia uno dei principali finanziatori del College.
La nomina di Mogherini garantirà sicuramente maggiore visibilità al College, che finora è stato guidato da oscuri accademici ed ex funzionari. Mogherini sarà inoltre la prima donna a ricoprire questo incarico, e ci sono pochi dubbi sul fatto che prenderà molto seriamente il suo nuovo lavoro. Durante il suo mandato da Alto Rappresentante era nota per la sua preparazione e le sue lunghissime giornate di lavoro, e alla fine del suo incarico ha ricevuto lodi e complimenti trasversali.
Alcuni, però, mettono in dubbio le sue credenziali accademiche, sostanzialmente inesistenti. Nel suo curriculum vitae, secondo informazioni ottenute da Politico, la voce delle credenziali accademiche comprende una laurea in scienze politiche ottenuta alla Sapienza, un anno di scambio in Francia attraverso il programma Erasmus e un diploma onorario ricevuto dall’università di Tampere, in Finlandia. A un funzionario europeo ed ex alunno della scuola sentito da Politico, il curriculum di Mogherini ricorda «quello di uno studente».
Alcuni professori del College si sono concentrati sulle forzature della procedura di selezione. Alberto Alemanno, che tiene un corso sulla democrazia partecipativa nell’UE, ha scritto su Twitter che fra i candidati che avevano presentato la loro candidatura c’erano persone «eccezionali», e che Mogherini ha ottenuto il posto «senza una vera competizione». Alemanno aggiunge che la vicenda di Mogherini «mostra una scomoda realtà: i membri dell’establishment pro-europeista nati nei contesti della politica nazionale sono un pericolo per il progetto europeo».
Un altro professore del College, Jon Worth, ha scritto un lungo post sul suo blog in cui sostiene che la reputazione del College ne è uscita «danneggiata», e che Mogherini inizierà il suo mandato da rettrice «con una nuvola sopra la testa».
Venerdì mattina il College of Europe ha pubblicato un lungo comunicato stampa in cui ricostruisce la vicenda. Il comunicato si conclude con una dichiarazione dell’attuale rettore secondo cui «la procedura di selezione [del nuovo rettore] ha rispettato i criteri previsti dallo statuto del College». Né Mogherini né Van Rompuy hanno ancora commentato la vicenda.