L’ospedale in Fiera sta per chiudere?
Lo ha ipotizzato il capo della task force che gestisce le terapie intensive in Lombardia, Antonio Pesenti, ma le cose sono più complicate di così
Antonio Pesenti, direttore del reparto di terapia intensiva del Policlinico e capo della task force della regione Lombardia per la gestione delle terapie intensive durante il coronavirus, ha ipotizzato che l’ospedale costruito poche settimane fa dalla regione nelle strutture della Fiera di Milano possa chiudere a breve, «entro un paio di settimane». «Penso che a breve chiuderemo le attività della Fiera, se le cose vanno avanti così», ha detto Pesenti durante un’intervista video data a Fanpage.
Il futuro dell’ospedale, però, sembra meno certo di come appare. Poche ore dopo l’intervista di Pesenti il governo regionale della Lombardia ha smentito le sue dichiarazioni sostenendo che «non è stata presa alcuna decisione», che nel caso spetterebbe alla Direzione generale Welfare della Regione Lombardia (cioè al governo regionale). Pesenti stesso, inoltre, durante l’intervista a Fanpage, ha detto di pensare che alla fine «l’ospedale resterà a disposizione delle future emergenze».
L’ospedale era stato annunciato a marzo e inaugurato a inizio aprile fra molte polemiche: sia per il costo della struttura – circa 21 milioni di euro, coperti dai privati – sia per l’ingente utilizzo di tempo, risorse ed energie preziose nelle settimane di picco della pandemia. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana lo aveva presentato con grande enfasi, auspicando che l’ospedale potesse diventare «un punto di riferimento per tutto il paese», lasciando intendere che avrebbe potuto accogliere pazienti da altre regioni italiane grazie a circa 200 posti disponibili, tutti potenzialmente adatti a fornire cure in terapia intensiva.
La sua apertura, all’inizio di aprile, ha coinciso con il calo dei pazienti ricoverati nei reparti lombardi di terapia intensiva: i pazienti transitati per la struttura sono stati in tutto 25, mentre quelli attualmente ricoverati sono 5.
I consulenti scientifici della Lombardia hanno sempre difeso la decisione di realizzare l’ospedale. «A Milano dev’essere pronta una diga, o un argine, come lo vogliamo chiamare, per fronteggiare qualsiasi peggioramento della situazione», aveva spiegato al Post qualche settimana fa Nino Stocchetti, professore di Anestesia e Terapia intensiva del Policlinico e responsabile sanitario dell’ospedale in Fiera. Anche Pesenti, parlando con Fanpage, ha difeso la decisione della regione spiegando che «al 10 di marzo nessuno poteva prevedere dove si sarebbe fermata l’epidemia».
Va capito, inoltre, cosa intende Pesenti per la chiusura dell’ospedale. Nelle scorse settimane si era parlato dell’ipotesi di convertire gli spazi dedicati alla terapia intensiva in una struttura per isolare i pazienti positivi o in via di guarigione. Pesenti ha ammesso che «è una possibilità di cui si è parlato», ma ha aggiunto che l’ospedale potrebbe anche rimanere così com’è: «il governo sta preparando un decreto per cui le regioni dovranno avere una scorta di posti di terapia intensiva: se la Fiera corrisponderà ai requisiti che il governo chiederà, resterà in piedi. Se non corrisponderà, evidentemente verrà chiusa o smantellata e quello che c’è dentro verrà impiegato in altri ospedali».