Salvini dice che regolarizzare i migranti «porta sfruttamento»: è vero il contrario
Lo ha detto durante un dibattito a "Mezz'ora in più", ma è una tesi che non regge
Collegato con la trasmissione Mezz’ora in più, il segretario della Lega Matteo Salvini ha discusso col sindacalista dell’Usb Aboubakar Soumahoro la proposta di regolarizzare una parte dei braccianti agricoli irregolari di cui si sta discutendo in queste settimane.
Rispondendo a Soumahoro, Salvini si è detto disponibile a prorogare i permessi di lavoro dei braccianti diventati irregolari, ma contrario a una più generale regolarizzazione dei migranti irregolari. Salvini ha detto (minuto 43) che «se continuiamo a regolarizzare migranti irregolari, abbiamo schiavi», e che «la sanatoria di massa porta altro sfruttamento», senza fornire ulteriori dettagli. Sono tesi opposte a quelle degli esperti che si occupano di immigrazione, integrazione e lavoro nero.
Se una persona arriva irregolarmente in Italia oppure rimane sul territorio italiano per altri motivi – la scadenza del permesso di soggiorno, o il diniego di una richiesta di protezione – per lo Stato italiano non esiste. Non paga le tasse, non può frequentare le scuole per adulti, trovare un lavoro regolare o accedere a cure sanitarie a meno di quelle urgenti o essenziali.
In altre parole parliamo di persone che per sopravvivere devono necessariamente muoversi in un contesto criminale o illegale. Per esempio lavorando come braccianti per pochi euro all’ora e in condizioni disumane, a vantaggio dei “caporali” – spesso italiani – della filiera della distribuzione. «È ben noto che gli irregolari costituiscono un potenziale bacino di manovalanza per la criminalità», hanno scritto di recente decine di accademici ed esperti di immigrazione e integrazione in una lettera aperta alla Stampa.
La tesi più accreditata è che regolarizzare questi lavoratori danneggerebbe il margine di guadagno della filiera ma porterebbe benefici tangibili sia per i migranti – che avrebbero diritto a un regolare contratto, e in caso contrario potrebbero rivolgersi senza preoccupazioni alle autorità – sia per lo stato. La campagna Ero straniero, che da anni promuove una sanatoria mirata per i migranti irregolari, ha stimato che lo Stato otterrebbe ogni anno circa un miliardo di euro in più per i maggiori introiti fiscali dovuti ai contributi pagati dai lavoratori irregolari.