La ministra dell’Economia del Perù è diventata una specie di rockstar
María Antonieta Alva ha 35 anni e una popolarità alle stelle, grazie a una serie di aggressive misure anti-coronavirus
María Antonieta Alva, 35 anni, è la ministra dell’Economia e delle Finanze del Perù, fino a poco tempo fa non particolarmente conosciuta nemmeno nel suo paese. Nelle ultime settimane, Alva ha spinto il governo peruviano ad adottare una serie di misure molto ambiziose e aggressive per contrastare gli effetti dell’epidemia da coronavirus sull’economia del paese, uno dei più colpiti dell’America Latina. Gli aiuti dati alle piccole aziende e ai singoli cittadini, oltre alla capacità di spiegare in maniera semplice le misure economiche adottate durante l’emergenza, sono valsi ad Alva una grande popolarità, ancora più rilevante in un paese che storicamente ha scarsa fiducia nei politici e nelle istituzioni statali.
Alva è diventata «improvvisamente una rockstar», ha scritto Bloomberg. «Tutti la chiamano Toni. Le madri fanno selfie con lei insieme ai loro figli, e i venditori ambulanti le mettono i braccialetti in mano come regalo. Gli artisti disegnano il suo ritratto e lo pubblicano sui social media. Le televisioni si contendono le sue interviste e trasmettono servizi per rispondere alla domanda “Chi è María Antonieta Alva?”».
A Lima sono comparsi striscioni con il suo volto e la scritta «coraggio e dignità», e sui social network circola un video di lei che discute delle misure economiche con la canzone «Que locura enamorarme de ti» («Che pazzia è stata innamorarmi di te»).
Alva è nata a Lima, la capitale del Perù, ha studiato economia e ha conseguito un master in amministrazione pubblica ad Harvard. È stata nominata ministra dell’Economia e delle Finanze lo scorso ottobre e da allora è diventata una figura sempre più centrale del governo guidato dal presidente Martín Vizcarra. Fa parte di una nuova generazione di giovani e apprezzati leader peruviani, e di un gruppo di altrettanto giovani politici latinoamericani che sono diventati ministri delle Finanze nei rispettivi paesi, come l’argentino Martín Guzmán, il dominicano Juan Ariel Jiménez e l’ecuadoriano Richard Martinez.
Due mesi fa Alva si è trovata in una situazione complicata. L’epidemia da coronavirus ha colpito piuttosto duramente il Perù, che nonostante le misure restrittive adottate tempestivamente è diventato il secondo paese con il maggior numero di casi accertati in America Latina, dietro solo al Brasile. Soprattutto nelle prime fasi dell’epidemia, diversi economisti avevano parlato della possibilità che il Perù entrasse in una gravissima crisi economica, la peggiore dai tempi della Guerra del Pacifico combattuta contro il Cile nel 1879, quando la produzione crollò del 32 per cento.
Per evitare questo scenario, sotto l’impulso di Alva, il Perù ha annunciato un enorme pacchetto di misure economiche pari al 12 per cento del PIL del paese – uno dei pacchetti più aggressivi al mondo se rapportato alle dimensioni dell’economia nazionale, ha scritto il Wall Street Journal.
Le misure prevedono sia un aumento della spesa pubblica e delle agevolazioni fiscali, sia una serie di prestiti garantiti dal governo alle imprese in difficoltà. Gli stimoli economici approvati da Alva includono inoltre maggiori investimenti nella sanità, che per decenni è stata abbandonata a se stessa. «La mia più grande preoccupazione ora è che si crei una situazione come quella in Italia, dove si è costretti a scegliere chi salvare. La mia seconda preoccupazione riguarda i posti di lavoro, cioè che non ci sia una loro distruzione», ha detto Alva al Wall Street Journal.
«È stata la sua spinta [di Alva] all’interno del governo a portare una chiara articolazione delle misure e della risposta» del Perù all’epidemia da coronavirus, ha detto a Bloomberg Jaime Reusche, analista del servizio investitori dell’agenzia di rating Moody’s. «Dalla prospettiva latinoamericana, il Perù è chiaramente il paese leader in termini di risposta macroeconomica», ha aggiunto Ricardo Hausmann, economista ad Harvard, ex professore di Alva e membro di un team di esperti che sta consigliando diversi paesi su come rispondere alla crisi: «Si sarebbe potuto immaginare un risultato diverso, se Toni non fosse stata lì».
Le misure economiche adottate dal governo sono state apprezzate da moltissimi peruviani, anche se è troppo presto per vederne gli effetti. Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos, Alva è il ministro più popolare del governo di Vizcarra, con il 75 per cento dei consensi: è un risultato particolarmente significativo anche perché il Perù è un paese estremamente “machista”, dove non è per niente frequente vedere delle donne nelle posizioni di potere.