Il rivenditore di moda J. Crew ha chiesto l’amministrazione controllata
J.Crew, uno dei più grandi e importanti rivenditori di vestiti e accessori degli Stati Uniti, ha fatto ricorso al Chapter 11, una legge fallimentare statunitense simile all’amministrazione straordinaria italiana, che consente di tenere aperta un’azienda in grave crisi a patto di concordare con il tribunale un piano di risanamento che tuteli i creditori. Il Chapter 11 non prevede quindi la chiusura dell’azienda ma viene usato, solitamente, per risanare l’azienda, saldare i debiti e chiudere i negozi o le attività non profittevoli.
J.Crew è il primo grande rivenditore statunitense a ricorrere alla misura in seguito alla crisi dovuta al coronavirus, che ha imposto la chiusura dei negozi e la sospensione delle fabbriche di moda, con gravi conseguenze nel settore. La società ha anche trovato un accordo con i finanziatori per convertire in azioni 1,65 miliardi di dollari di debiti.
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I suoi 182 negozi e 170 outlet resteranno chiusi, come stabilito dalle restrizioni per contenere il contagio da coronavirus, ma sarà possibile continuare a comprare online (anche in Italia). Le vendite online di J. Crew rappresentano il 50 per cento del totale. Il gruppo controlla anche il marchio Madewells, che ha 140 negozi negli Stati Uniti.
J.Crew nacque nel 1947 con il nome di Popular Club Plan: era un’azienda di moda a conduzione familiare che offriva vestiti da donna economici. Nel 1983 venne rifondata, cambiò nome in J. Crew e si specializzò nel cosiddetto stile “preppy”, il modo di vestire degli studenti delle famiglie bene dei college americani, fatto di maglioncini a collo alto, magliette polo, cardigan, camicie e gonne corte a pieghe. Aprì il primo negozio fisico a New York nel 1989.
La qualità degli abiti migliorò sempre di più e nell’ottobre del 2008 venne consacrato da Michelle Obama, nell’ultimo mese di campagna elettorale per l’elezione di suo marito, Barack Obama, alla presidenza degli Stati Uniti. Ospite del programma tv di Jay Leno, che gli chiese quanto avesse speso per i vestiti che indossava, Michelle Obama rispose che «a dire il vero è un mix di J. Crew».