«Ma che d’è st’ o quatto e maggio?»
Un detto napoletano aveva previsto l'inizio della fase 2
«Ma che d’è st’ o quatto e maggio?»
A Napoli, l’espressione indica un momento di grande frastuono e confusione, come ha raccontato su Twitter la scrittrice napoletana Valeria Parrella. Il 4 maggio, infatti, era uno dei tre giorni all’anno (insieme al 4 gennaio e al 4 settembre) in cui scadeva il pagamento del canone d’affitto ed era anche il giorno prescelto per fare i traslochi: le strade erano piene di famiglie che si affollavano con carretti e valigie, in un gran baccano.
Pare che la tradizione di traslocare in un determinato periodo dell’anno risalisse ai tempi dell’Impero Romano. Il giorno previsto per Napoli era il 10 agosto, non il momento ideale, considerato il caldo afoso. Così, nel 1587, il Viceré Juan de Zunica, impietosito dalle richieste dei facchini, lo spostò al primo maggio. Il primo maggio però era il giorno dei Santi Filippo e Giacomo, molto venerati e festeggiati tra processioni, balli e grandi bevute. E così la data fu spostata ancora, al 4 maggio, ed è rimasta la stessa per secoli.
— Valeria Parrella (@ValeriaParrell2) April 23, 2020