Mettere la mascherina quando si corre serve a qualcosa?
Potrebbe diventare obbligatorio (e a volte lo è già), ma è molto scomodo e i rischi di contagio legati al jogging all'aperto sono bassi
Da lunedì sarà permesso svolgere attività sportiva all’aperto anche lontano dalla propria abitazione e quindi si potrà tornare a correre nei parchi aperti e in giro per le città. In Lombardia continuerà a essere obbligatorio l’uso di mascherine per coprire naso e bocca anche all’aperto, cosa che solleva almeno un paio di domande: correndo si rischia di infettare gli altri o di essere infettati? E com’è fare jogging con una mascherina?
La prima cosa da tener presente riguardo alle mascherine è che il loro scopo principale è ridurre il rischio che chi le indossa contagi gli altri. Servono infatti a bloccare le secrezioni dell’apparato respiratorio che si diffondono sotto forma di goccioline (droplets, in inglese), emesse per esempio con un colpo di tosse o uno starnuto. Si ritiene che le mascherine funzionino parzialmente anche proteggendo chi le indossa da starnuti e altri spruzzi di saliva altrui, ma in misura molto ridotta, in quanto spesso non sigillano naso e bocca e il virus può contagiare anche attraverso gli occhi.
L’altra cosa fondamentale da ricordare è che le regole del governo riguardo all’attività sportiva all’aperto dicono che si potrà praticare sport rispettando la distanza di 2 metri tra le persone. Così facendo dovrebbe essere molto difficile infettare o essere infettati, indipendentemente dalle mascherine. Per questo, ha spiegato al Wall Street Journal Henry Chambers, medico infettivologo e professore all’Università della California, «non ci sono motivazioni mediche convincenti per far indossare mascherine a chi fa esercizio all’aperto e osserva il distanziamento fisico».
Non è escluso che una persona infetta possa diffondere attorno a sé il virus semplicemente respirando, ma per il momento non ci sono prove che questo accada con il coronavirus, che secondo la comunità scientifica si trasmette prevalentemente con contatti stretti e prolungati: attraverso quelle goccioline di saliva o muco che cadono a terra poco dopo essere espulse, in un raggio, appunto, inferiore ai 2 metri.
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Il fatto di essere all’aperto offre in ogni caso una grossa sicurezza in più: rispetto agli spazi chiusi, dove è più probabile che avvengano i contagi, si è circondati da una maggior quantità d’aria, che circola in continuazione e diluisce maggiormente le espirazioni. Nel caso della partenza di una grossa corsa, per esempio, potrebbe esserci un rischio: ma «se si è all’aperto e a distanza appropriata dalle altre persone, è altamente improbabile essere esposti» secondo Chambers.
Paul Auerbach, un medico e docente della Stanford University, ha consigliato ai lettori del Wall Street Journal di correre con uno scaldacollo, da usare per coprire naso e bocca quando si passa vicino ad altre persone e abbassare quando non c’è nessuno nelle vicinanze. A prescindere dalle regole regionali sull’uso delle mascherine all’aperto, tenere una mascherina sul viso è un atto rassicurante e di solidarietà e cortesia nei confronti degli altri, perché comunica che si vuole essere rispettosi e attenti.
Correre con la mascherina è più faticoso?
Il New York Times ha chiesto a un gruppo di medici se correre con le mascherine sia più faticoso, cosa che in realtà risulta piuttosto ovvia a chi ci ha provato in questi giorni. Molto dipende ovviamente dallo spessore del materiale della mascherina, ma la maggiore difficoltà a respirare è evidente, tanto che alcuni atleti si allenano con maschere speciali che riducono l’afflusso d’aria al viso per simulare l’attività fisica in altura.
Louis-Philippe Boulet, pneumologo della Laval University di Quebec City che ha studiato l’asma negli atleti, dice che correndo è anche possibile che la mascherina indossata «si bagni velocemente», raccogliendo l’umidità del respiro. Anche questo rende più difficoltosa la respirazione perché un tessuto bagnato fa maggiormente da filtro per l’aria. Tuttavia una maschera bagnata è meno efficace come filtro per i microbi, quindi è doppiamente svantaggioso che si bagni.
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Per qualcuno poi la fatica in più potrebbe diventare un disagio più serio, spiega un articolo di Medical Facts, il sito di Roberto Burioni, che sconsiglia l’uso delle mascherine per la corsa:
Se, poniamo il caso, corressimo con un mascherina, nello spazio tra la mascherina e il viso si creerebbe un’atmosfera ricca dell’anidride carbonica dai noi stessi espirata durante lo sforzo. Di conseguenza, andremmo a inspirare un’aria con un’eccessiva concentrazione di questo gas e una minor concentrazione di ossigeno.
Risultato? Capogiri, stato confusionale, mal di testa, aumento della frequenza respiratoria, tachicardia, fiato corto, aumento della pressione, perdita della coordinazione, problemi di vista, cianosi, stanchezza precoce e anche la perdita dei sensi e lo svenimento, perché se il corpo non può svolgere il lavoro a cui lo sottoponiamo l’unica arma di difesa che ha è quella di fermarsi, volenti o nolenti.
Non è detto che questi effetti sgradevoli si verifichino per tutti, soprattutto nel caso si usino protezioni diverse dalle mascherine sanitarie. Il consiglio degli esperti in ogni caso è di interrompere qualsiasi attività fisica nel caso si provino giramenti di testa o simili. Tornando ai fastidi meno gravi bisogna considerare anche lo sgradevole effetto “mini-sauna” creato dal sudore sotto le maschere, che può creare un aumento delle secrezioni nasali e quindi del bisogno di soffiarsi il naso.
Infine per chi porta gli occhiali c’è il disagio causato dal loro appannarsi, ma per quello c’è una soluzione semplice: pulirli con acqua e sapone, e poi far asciugare le lenti all’aria o tamponandole delicatamente con un panno, prima di indossare la mascherina.
Quali sono le mascherine più adatte da indossare mentre si corre?
L’efficacia delle mascherine chirurgiche, e ancora di più quelle con i filtri FFP2 e FFP3, come barriera per le goccioline di saliva è provata, ma correre con una di queste maschere è particolarmente faticoso (e potenzialmente dannoso), oltre che probabilmente uno spreco: respirare è più difficile, si accumula l’umidità e si sente caldo. «Provando a correre con una mascherina FFP2 ci si sentirebbe come a correre a 3mila metri di altitudine», ha detto Chambers al Wall Street Journal.
Secondo gli esperti intervistati dal New York Times, bisogna cercare di trovare un compromesso tra la comodità e le capacità di barriera dei materiali. L’opzione più comoda è probabilmente l’uso di uno scaldacollo traspirante, di quelli che possono essere regolati sopra al naso. La cosa migliore da fare comunque è provare diversi modelli di mascherine – non sanitarie – come se ne trovano tante ormai: facendo qualche tentativo si può capire quali siano le più adatte alla corsa per ciascuno. Le regole lombarde sulle mascherine non vietano di usare un qualsiasi tipo di indumento per coprire naso e bocca.
L’importante è ricordarsi di lavarle insieme a maglietta e pantaloncini quando si è finito di allenarsi. E soprattutto di mantenere le distanze.
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