Nel primo trimestre del 2020 l’economia dell’eurozona si è contratta del 3,8 per cento rispetto al trimestre precedente, secondo le stime preliminari di Eurostat

Negozi chiusi a Genova per le norme sul coronavirus, 12 marzo 2020 (ANSA/LUCA ZENNARO)
Negozi chiusi a Genova per le norme sul coronavirus, 12 marzo 2020 (ANSA/LUCA ZENNARO)

Secondo le stime preliminari di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, nel primo trimestre del 2020, segnato dall’emergenza coronavirus, il PIL è calato del 3,8 per cento nell’eurozona e del 3,5 per cento in tutta l’Unione Europea, rispetto al trimestre precedente. Si tratta del calo più consistente dall’inizio di questo tipo di rilevazione nel 1995. Nel quarto trimestre 2019 il PIL era aumentato dello 0,1 per cento nell’eurozona e dello 0,2 per cento nell’Unione Europea.

Rispetto al primo trimestre del 2019 il PIL ha registrato un calo del 3,3 per cento nell’eurozona e del 2,7 per cento nell’Unione Europea dopo essere aumentato dell’1 per cento e dell’1,3 per cento rispettivamente nel trimestre precedente. Parallelamente, ad aprile, il mese segnato maggiormente dalle misure di lockdown, il tasso di inflazione annuale della zona euro è sceso allo 0,4 per cento, rispetto allo 0,7 per cento di marzo.

Il tasso di disoccupazione, corretto delle variazioni stagionali, a marzo nell’eurozona è rilevato dall’Eurostat al 7,4%, aumentato rispetto al 7,3% registrato a febbraio. Eurostat stima che a marzo nella UE ci fossero 14,141 milioni di disoccupati, di cui 12,156 milioni nella zona euro, con un aumento di 241.000 unità nella UE e di 197.000 nell’eurozona. Peggio di Italia e Francia, con un tasso di disoccupazione 8,4%, fa solo la Spagna al 14,5%, mentre il dato della Grecia, che a gennaio aveva il tasso più alto, non è pervenuto.