Le notizie di mercoledì sul coronavirus in Italia
I casi totali sono 2.086 in più di ieri, mentre i morti sono 323 in più
I contagi da coronavirus totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 203.591, 2.086 in più di ieri. I morti sono 27.682, un incremento di 323 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 2.311, per un totale di 71.252. Le persone attualmente positive sono 104.657 (nuovamente in calo, di 548 unità), mentre quelle ricoverate in terapia intensiva sono 1.795, 41 in meno rispetto a ieri.
In Lombardia, la regione italiana più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 230, portando il totale a 13.679; i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 634, 21 in meno rispetto a ieri.
Leggendo i dati comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati. Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: si è scoperto infatti che questo dato comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, mentre non comprende tutti quelli che sono guariti dopo essere stati malati, ma che non avendo fatto il tampone non sono mai entrati nei numeri ufficiali dei malati.
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Le altre notizie di oggi
Da ieri si sta discutendo molto dell’alleggerimento delle misure restrittive in Germania, perché diversi giornali hanno scritto che in seguito all’allentamento delle restrizioni è tornato a salire l’indice di contagio. Ne hanno parlato molto giornali, politici e commentatori italiani, per difendere la prudenza del governo italiano sulle riaperture, con scarsa attenzione, però, alla reale situazione tedesca e soprattutto ai dati. La realtà, infatti, è che in Germania la situazione non è peggiorata dopo l’allentamento delle restrizioni. Lo abbiamo spiegato più estesamente in questo articolo.
Un’altra cosa di cui si è parlato molto negli ultimi giorni, in Italia e non solo, riguarda un aumento anomalo di ricoveri per bambini con sindromi infiammatorie piuttosto rare a carico dei vasi sanguigni (vasculiti). In particolare è stato segnalato un aumento di bambini ricoverati con sintomi molto simili a due malattie molto rare: la sindrome di Kawasaki e la sindrome da shock tossico. In alcuni casi i bambini sono risultati poi positivi al coronavirus, mentre in altri sono risultati negativi. Al momento però non è chiaro se il coronavirus sia direttamente coinvolto nello sviluppo di questi casi di malattia.
Oggi durante un’intervista in diretta su Facebook con il sito Skuola.net la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha anticipato i contenuti dell’ordinanza che verrà emanata nei prossimi giorni relativa alle modalità in cui si svolgerà l’esame di stato. Azzolina ha ribadito che l’esame sarà solo orale con una commissione interna e che avrà inizio il 17 giugno. Durante il colloquio gli studenti proporranno uno spunto da cui avviare l’esame, ma la ministra ci ha tenuto a precisare che non si tratterà di una tesina. La ministra ha specificato, inoltre, che la ripartizione dei crediti tra quelli maturati durante gli ultimi tre anni scolastici e la prova orale verrà invertita: i primi potranno essere al massimo 40, mentre i secondi arriveranno a 60.
Intanto oggi il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, in videoconferenza con i presidente delle regioni, ha parlato dell’applicazione del nuovo Dpcm in vigore dal 4 maggio e delle ordinanze che le singole regioni hanno proposto di adottare o hanno già adottato, per allentare ulteriormente le misure restrittive.
ANSA riporta che Boccia ha detto che nel caso in cui ci saranno ordinanze con parti non coerenti con il Dpcm invierà una diffida con la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure). Nel caso in cui non vengano rimosse, Boccia ha detto che potrebbe fare ricorso al Tar o alla Consulta. Boccia ha anche detto che in base al monitoraggio dell’andamento epidemiologico delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate tra le regioni relativamente alla riapertura delle attività commerciali. Il principio, secondo Boccia, è che se diminuiranno i contagi ci potranno essere più aperture, e viceversa.
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Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.
Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano, come ha detto Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma, durante la conferenza stampa del 13 aprile. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.
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