In Nuova Zelanda il coronavirus è quasi scomparso
Nelle ultime 24 ore è stato registrato un solo nuovo caso, e il governo ha annunciato un graduale allentamento delle restrizioni
In una conferenza stampa tenuta ieri, la prima ministra neozelandese Jacinda Ardern ha annunciato che a partire da martedì 28 aprile saranno allentate alcune delle restrizioni emanate circa un mese fa contro la diffusione del coronavirus. L’annuncio di Ardern è arrivato poco dopo che i casi registrati nel paese sono aumentati soltanto di uno, cosa che ha portato il direttore generale della Sanità pubblica Ashley Bloomfield ad annunciare che il governo ha «raggiunto l’obiettivo di eliminazione che si era posto».
Da diverse settimane la strategia adottata dalla Nuova Zelanda per contenere la diffusione del contagio ha ricevuto complimenti in tutto il mondo per la sua efficacia e lungimiranza. Il governo di Ardern, sostenuto da una maggioranza di centrosinistra, aveva introdotto pesanti limitazioni già dal 25 marzo, quando i casi nel paese erano ancora pochissimi.
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Nelle settimane seguenti sono state prese diverse altre misure di contenimento: sono stati potenziati i laboratori in grado di esaminare i test del tampone – oggi ne possono analizzare 8.000 al giorno: una quantità paragonabile a quella della Lombardia, che ha il doppio degli abitanti – sono stati quadruplicati i posti letto in terapia intensiva, ed è stata messo in piedi un dipartimento che si occupa di tracciare i contatti dei contagiati.
Il risultato è che i casi registrati sono poco meno di 1.500, mentre i morti in tutto il paese 19. Il fatto che la Nuova Zelanda sia composta da due isole e abbia meno di cinque milioni di abitanti ha certamente contribuito a rendere l’isolamento nazionale particolarmente efficace.
Nel suo discorso di ieri, Ardern ha detto che il governo è riuscito a «evitare il peggio» e che il governo deve «stanare i pochi casi rimasti». Bloomfield si è spinto ancora oltre, sostenendo che il governo conosce esattamente la provenienza di tutti casi registrati.
Ardern ha aggiunto che «non si può ancora ancora tornare alla vita pre-coronavirus», e che l’allentamento delle restrizioni in vigore da domani sarà soltanto limitato: torneranno al lavoro le aziende manifatturiere e nel settore delle costruzioni, a patto che rispettino le norme di sicurezza; riapriranno alcuni negozi e sarà possibile ritirare cibo da asporto, mentre le scuole saranno fisicamente aperte per i bambini fino ai 10 anni che non possono essere seguiti dai genitori (il governo ha comunque consigliato a chi può di rimanere a casa).
In compenso continueranno a esserci pesanti restrizioni ai movimenti – si potrà uscire solo per lavorare, fare attività motoria o altri spostamenti essenziali – e rimarranno chiusi musei, ristoranti, piscine e palestre. Chi può lavorare da casa non potrà ancora tornare in ufficio.
Ardern ha spiegato che da domani il paese adotterà il livello di allerta 3: finora era in vigore il livello di allerta 4, quello delle restrizioni più pesanti. Ardern non ha anticipato quando le misure verranno allentate ulteriormente ed entrerà in vigore il livello di allerta 2, ma ha fatto capire che il governo lo sta già pianificando.