I mitici libri Millelire
Quelli della casa editrice Stampa Alternativa, fondata da Marcello Baraghini negli anni Settanta: ora sono scaricabili gratuitamente
«Hanno fatto la storia del Novecento, non solo editoriale, anche culturale ed esistenziale. Destinati all’oblio per volontà suicida del regime distributivo, noi gli restituiamo una nuova e ugualmente straordinaria vita, e per sempre». I Millelire sono una collana di libri tascabili 10×14 proposta a partire dal 1989 dalla casa editrice Stampa Alternativa, fondata da Marcello Baraghini negli anni Settanta, attivista e membro del Partito Radicale. E furono una rivoluzione: non solo per il prezzo “politico”, mille lire, poco più di un caffè di allora, ma anche e soprattutto per i contenuti e la nuova generazione di lettori e lettrici che formarono. Vendettero 22 milioni di copie e ora, in buona parte, sono stati resi gratuiti dall’editore.
Stampa Alternativa nacque cinquant’anni fa, nel 1970, come un’agenzia di informazione per dare voce al movimento italiano della “controcultura” che per tutti gli anni Sessanta aveva espresso nuove e originali forme di vita, arte e comunicazione. Inizialmente, funzionava come un centro di divulgazione e servizio su temi ignorati perché considerati pericolosi: sessualità, ambiente, aborto, obiezione di coscienza, droghe. Non a caso il logo, a quel tempo, era il disegno di un braccio la cui mano reggeva una foglia di marijuana.
Il Manuale per la coltivazione della marijuana vendette più di mezzo milione di copie, portando a Baraghini la prima di una lunghissima serie di denunce per reato di opinione. Nel 1976 il libro Contro la famiglia – Manuale di autodifesa dei minorenni gli costò un mandato di carcerazione. Il senatore del Movimento Sociale Italiano e direttore del Borghese Mario Tedeschi attaccò pubblicamente il libro, e varie associazioni cattoliche raccolsero le firme nelle parrocchie per ottenerne il sequestro. Stampa Alternativa si sciolse, Baraghini entrò in latitanza, ma un anno dopo un’amnistia cancellò tutti i 137 procedimenti a suo carico. «È importante dire», ha raccontato Baraghini al Post, «che l’apologia di obiezione di coscienza e l’apologia di aborto furono due reati estinti non tanto dall’amnistia… di lì a poco divennero leggi dello Stato».
Nel 1979 Stampa Alternativa riprese l’attività, questa volta come pura casa editrice. «I Millelire furono una genialata. Nell’89, quando si paventava già una crisi della casa editrice, mi presi una licenza, ci misi qualche lira e mi tolsi lo sfizio: ridurre il prezzo dei libri fino al costo di un caffè». I Millelire erano testi brevi, ma fondamentali nella storia della letteratura: «Venivano scelti a intuito. Le tre parole erano sorpresa, provocazione e qualità. Abbiamo fatto convivere Tacito, Plutarco, Spinoza e Epicuro con giovani narratori ancora minorenni o Alda Merini che allora nessuno conosceva: il suo Millelire vendette 300 mila copie e la fece diventare un caso letterario. Lo spirito era quello». Baraghini veniva dai figli dei fiori, dal Sessantotto, aveva fondato la Lega del divorzio con Marco Pannella: «Sapevo cosa potesse stimolare le giovani menti».
Tra i titoli: Gli imbecilli di Giovanni Papini e Il disertore di Boris Vian; la Svastica di Charles Bukowski e l’Alcesti di Euripide; il Secondo avvento di Mark Twain su un Cristo che rinasce nel Far West e La morale anarchica di Kropotkin; Una modesta proposta per evitare che i figli dei poveri siano di peso ai loro genitori e al paese e per renderli utili alla società di Jonathan Swift e il Dialogo fra un prete e un moribondo del Marchese De Sade; Emily Dickinson e le scritte raccolte nei cessi o sulle schede nulle, Beat city blues di Jack Kerouac e Per gli analfabeti di Antonin Artaud, la Lettera per la scelta di una moglie di Keplero e i Viaggi acidi di Albert Hoffmann, Dieci poesie per una lucciola di Clemente Rebora e la Breve storia della sezione italiana dell’Internazionale Situazionista di Miguel Amoros. Venivano venduti per strada, alle fermate degli autobus, nei bar.
«Eravamo alle porte di una rivoluzione», racconta Baraghini. «C’era una nuova tipologia di lettori: giovani e indipendenti. L’indagine che facemmo al momento in cui avevamo già venduto milioni di copie diceva che il 90 per cento di coloro che compravano i Millelire avevano in media 16 anni, e che per l’80 per cento erano donne. Donne che da sole si compravano i libri, li leggevano e li regalavano ai loro insegnanti. Si stava affermando una nuova categoria di lettori e una nuova tipologia di libri, i supereconomici, e nel mondo ne nacquero dei cloni». Ne parlarono il New York Times, l’Herald Tribune, La Tribune in Francia e molti altri giornali internazionali.
«Alla fine, fummo stroncati da un’operazione di dumping: nacque un concorrente (Newton Compton, ndr) per proporre al libraio cattivi libri di cento pagine a mille lire, con copertina a colori. E il libraio medio, “di regime”, come dico io, li accolse favorevolmente e cacciò i nostri. Se si fosse radicata ancor di più una generazione di giovani lettori e lettrici intrigati e intriganti, penso che in qualche modo sarebbe cambiata la storia».
Oggi Stampa Alternativa è in liquidazione e Baraghini dirige l’Associazione Strade Bianche di Stampa Alternativa di Pitigliano (Grosseto), libreria ed editrice indipendente: «La casa editrice storica non ha retto l’urto del mercato sempre più sfavorevole e penalizzante per chi si propone come editore della qualità. A quel punto dovevo scegliere se fare il pensionato, il libraio o l’ortolano. Ho scelto di fare l’editore ma all’incontrario. E quindi ho fondato “Le Strade Bianche di Stampa Alternativa”. Le “strade bianche” richiamano le figure mitologiche dei disertori, dei rinnegati e dei partigiani che non percorrevano certo le strade asfaltate. E poi, io vivo in una vecchia casa di campagna raggiungibile solo per strade bianche, appunto». E perché “editore al contrario”? «Perché nessuno mi obbliga a mettere sui libri il copyright. L’ho abolito. E nessuno mi obbliga a mettere il codice a barre né il prezzo che metto solo formalmente. Il prezzo reale lo fa il lettore. Ho riscritto a mio modo le regole del mercato e ritengo di non essere mai stato così fuorilegge all’interno della legalità». Gli autori rinunciano al copyright, «diventando nostri complici». I libri vengono venduti nella libreria di Pitigliano e in altre «che accettano le mie clausole».
Baraghini ha una sua visione sulla cosiddetta “crisi dei libri”: «Si vende sempre meno non perché non ci sia voglia di lettura, ma perché i lettori a fronte della cattiva qualità e dei prezzi scioperano, non vanno più nelle librerie delle catene, e non a caso la parola “catene” rende l’idea…». L’ultima pubblicazione di Baraghini, nella collana “Sconfinati”, è Il paradiso delle Urí di Andrea D’Anna, un romanzo che è diventato uno dei testi più ricercati della metà degli anni Sessanta e che racconta un’Africa allucinata e surreale. Dalla sua pagina Facebook, Baraghini invita a invadere la rete con questo «antivirus letterario»: «Leggete, scaricate gratis dal nostro sito e soprattutto diffondete».
Dal 2003, a Pitigliano, Baraghini organizza ogni anno a giugno il Festival internazionale di Letteratura Resistente. La prima edizione fu dedicata agli scrittori analfabeti. Quella del 2020, per i cinquant’anni della casa editrice storica, si svolgerà nel 2021, «vista l’aria che tira. L’idea sarà creare una “piazza libera tutti”: portare in piazza i librai indipendenti e riempirla di giochi per bambini, che sono il futuro. E il futuro del cibo per la mente sono l’indipendenza dei librai e degli editori».