In Giappone c’è una nave da crociera con 91 persone positive a bordo
La Costa Atlantica è ferma da gennaio nel porto di Nagasaki e i contagiati sono tutti membri dell'equipaggio, ma le autorità locali temono che il virus si possa diffondere anche tra la popolazione
In Giappone sono stati accertati 91 casi di positività al coronavirus su 623 membri dell’equipaggio della nave da crociera Costa Atlantica, ferma per manutenzioni nella città di Nagasaki.
Soltanto uno dei contagiati è stato ricoverato in ospedale e si trova in condizioni critiche mentre agli altri, che manifestano sintomi lievi o sono asintomatici, è stato chiesto di rimanere in isolamento nelle proprie cabine, così come chi non ha ancora effettuato i test, circa la metà di tutto il personale a bordo.
La nave era arrivata, senza passeggeri, a Nagasaki il 29 gennaio ed era stata subito messa in quarantena, senza che fosse stato trovato alcun caso di positività. La Costa Atlantica avrebbe dovuto effettuare i lavori di manutenzione in Cina, ma, a causa dell’inizio dell’epidemia nel paese, la compagnia aveva scelto di eseguire la manutenzione presso i cantieri navali Mitsubishi di Nagasaki.
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Le autorità locali avevano ordinato all’equipaggio di non lasciare la nave, tranne che per esigenze mediche. Ma secondo l’emittente NHK una parte del personale (circa novanta persone) sarebbe sbarcata e avrebbe raggiunto il centro della città. Una compagnia di pullman e una di taxi hanno confermato di aver trasportato l’equipaggio alla fine di marzo. Le autorità giapponesi sospettano che l’equipaggio abbia lasciato la nave anche in altre occasioni.
Le stesse autorità locali sono state informate per la prima volta della possibilità di contagi a bordo della Costa Atlantica lo scorso fine settimana. Nagasaki, che è una città portuale nel sud del Giappone, finora non ha avuto importanti focolai di coronavirus e la preoccupazione delle autorità sanitarie è che il caso della Costa Atlantica possa provocare un aumento dei contagi tra la popolazione.
Il caso della Costa Atlantica preoccupa soprattutto perché esiste il precedente della Diamond Princess a Yokohama di due mesi fa, che fu il primo vero focolaio in Giappone, la cui gestione da parte delle autorità fu molto criticata in patria: sulla nave ci furono oltre 700 contagiati, anche se non vengono conteggiati ufficialmente tra i casi rilevati nel paese.
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Ad oggi in Giappone sono stati registrati 12.368 casi di contagio e 328 morti, e solo lo scorso 16 aprile è stato dichiarato lo stato d’emergenza in tutto il paese, dopo che per settimane l’andamento dei contagi era stato sottovalutato.
Le misure di isolamento sociale previste dal governo non sono obbligatorie e non comportano sanzioni: numerosi operatori commerciali, come ad esempio le sale da Pachinko, il popolare gioco d’azzardo giapponese, hanno continuato a rimanere aperte. Inoltre il numero esiguo di test effettuati (130mila in un paese di 126 mililioni di abitanti) fa pensare che i casi di contagio potrebbero essere molti più di quelli dichiarati.