Lo Stato è stato condannato a pagare 330 milioni di euro alla compagnia aerea Itavia per i danni subiti dopo la strage di Ustica
Il ministero della Difesa e dei Trasporti sono stati condannati a pagare 330 milioni di euro di risarcimento alla compagnia aerea Itavia, proprietaria del DC-9 che il 27 giugno del 1980, quasi 40 anni fa, esplose in volo nel cielo sopra Ustica. Nella strage morirono 81 persone fra passeggeri e membri dell’equipaggio.
A stabilire la condanna, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, è stata la Corte d’Appello di Roma con una sentenza pubblicata ieri e che, su richiesta della Cassazione, quantifica l’ulteriore danno subito dalla società a causa del fermo della flotta aerea e della revoca della concessione successiva alla strage.
Nel 2018 il risarcimento dovuto dai due ministeri italiani era stato quantificato in 265 milioni da una sentenza definitiva, che però risarciva solo il danno per la caduta del DC-9. Gli amministratori straordinari avevano fatto causa ai ministeri che sarebbero quindi colpevoli, secondo la sentenza, di non aver garantito la sicurezza dei cieli. La sospensione delle attività di volo per la compagnia Itavia avvenne il 10 dicembre del 1980. Con due successivi decreti datati 16 dicembre 1980 e 23 gennaio 1981, l’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, dichiarò decaduti i servizi di linea e decise la risoluzione delle convenzioni esistenti.
Per quanto riguarda le cause della strage, l’unico processo penale, quello a carico di quattro generali dell’Aeronautica accusati di depistaggio (Lamberto Bartolucci, morto nel febbraio scorso, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo), si è concluso con l’assoluzione definitiva e l’esclusione di un abbattimento in volo del DC-9 da parte di un missile, mentre i procedimenti civili sono giunti alla conclusione opposta, quella di un missile che avrebbe centrato in pieno l’aereo di linea.